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Economia
Borse,Tria come Schaeuble: Piazza Affari boom con le banche.Spread in ritirata
Foto IPA

La Borsa di Milano ha chiuso in netto rialzo la prima seduta settimanale, risultando la migliore tra le principali piazze finanziarie europee. In attesa delle decisioni in materia di politica monetaria della Federal Reserve (possibile un rialzo dei tassi d'interesse negli Usa) e della Bce (dalla riunione di giovedi' sono attese delucidazioni in materia di quantitative easing), sono stati soprattutto i titoli bancari a trainare il listino principale; favoriti anche dalle rassicurazioni del ministro dell'Economia Giovanni Tria sul fatto che il governo non ha alcun proposito di uscire dall'euro e che l'esecutivo e' impegnato alla riduzione del debito pubblico. Il bilancio finale della seduta ha visto il Ftse Mib balzare del 3,42% a quota 22.086 punti; All Share +3,22%.

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Tra i finanziari, dunque, Unicredit a +6,19%, Intesa Sanpaolo +6,64%, Mediobanca +4,88%, Mps +3,62%, Ubi +5,40%, Banco Bpm +6,15%, Bper +4,35%. Ben intonati anche gli energetici (Enel +3,61%, Eni +2,67%, Saipem +1,32%, Snam +3,53%) e, nel lusso, Ferragamo (+1,85%). Telecom Italia e Mediaset in miglioramento rispettivamente del 2,23 e del 2,18 per cento. Per quanto riguarda infine gli industriali a maggior capitalizzazione, con Leonardo +3,82%, Fca +0,86%, Ferrari +2,47%. Sul mercato secondario, anche lo spread Btp/Bund ha beneficiato delle parole di Tria e ha terminato la giornata in netta contrazione a 233,626 punti base rispetto ai 265,321 della chiusura di venerdi'il numero uno del Tesoro ha spiegato che dara' la priorita' alle riforme strutturali rispetto agli stimoli fiscali.

Per quanto riguarda poi la riforma delle pensioni, il sistema italiano dovra' essere migliorato, ma con attenzione alla sostenibilita'. Infine il ministro ha assicurato che nei piani dell'esecutivo non c'e' assolutamente l'abbandono dell'euro. Dopo che il Governo italiano si e' formato e Tria ha smentito la possibilita' di un'uscita dall'euro, "la mini-crisi provocata dall'Italia e' finita e gia' dimenticata", sostengono gli analisti di Commerzbank. Il ministro ha detto a chiare note che non accettera' misure che possano, anche involontariamente, mettere a rischio la stabilita' finanziaria del Paese.

Secondo gli esperti questa affermazione "suona come qualcosa che avrebbe potuto essere detto da Wolfgang Schaeuble", e un politico italiano "che parla come un tedesco e' positivo per la moneta unica" e per gli asset italiani. "Ad oggi la sostenibilita' del nostro debito pubblico e' buona. L'Italia ha un robusto surplus primario (cioe' lo Stato raccoglie piu' tasse di quanto spenda, senza tener conto degli interessi sul debito), il costo medio del debito e' superiore al 3% e questo significa che, prima dell'aumento dei rendimenti registrato nelle ultime settimane, le nuove emissioni consentivano una riduzione della spesa per interessi. Infatti, gia' da qualche trimestre il rapporto tra debito pubblico e Pil ha imboccato un sentiero di graduale riduzione", afferma Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer di Ubs WM Italia.

L'esperto puntualizza pero' che l'outlook resta incerto. Per l'esperto "i prossimi passaggi istituzionali saranno indicativi della strada che verra' presa: gia' il 21 giugno si incontrera' l'Eurogruppo, il 28 giugno il Consiglio Europeo fino ad arrivare alla pubblicazione del Documento di Economia e Finanza a fine settembre e al disegno di Legge di Bilancio ad ottobre. Bastera' un passo falso per far scappare altri investitori e far impennare i rendimenti".

"L'Italia rimane al momento un'osservata speciale", confermano anche gli strategist di Mps Capital Services. Nel frattempo dal fronte macroeconomico non sono arrivati segnali confortanti. "La produzione industriale italiana e' calata piu' del previsto ad aprile, dell'1,2% m/m (esattamente quanto guadagnato a marzo). La tendenza annua ha perso terreno al +1,9% (corretto per gli effetti di calendario) da un precedente +3,5%: e' un minimo nell'ultimo anno; tuttavia, si tratta del ventunesimo mese consecutivo di espansione, la striscia positiva piu' lunga da quella a cavallo tra fine 2005 e fine 2007", afferma Paolo Mameli, senior economist della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.

Per l'esperto "il calo congiunturale della produzione industriale ad aprile e' in linea con quanto registrato negli altri principali Paesi dell'eurozona, e appare dovuto a effetti di calendario (la Pasqua a inizio mese, il ponte festivo di fine mese). In tal senso, ci aspettiamo un recupero a maggio. Tuttavia, a meno di un rimbalzo spettacolare a maggio e giugno, difficilmente la produzione registrera' un incremento significativo nel trimestre in corso. Cio' aumenta i rischi di un rallentamento su base congiunturale del Pil nel trimestre in corso rispetto allo 0,3% t/t visto nei sei mesi precedenti".

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