Bracco vuole l'unità radiologica di Bayer. Operazione da 4 mld. Rumors

di Andrea Deugeni
@andreadeugeni

Un'occasione da non lasciarsi sfuggire. Un ghiotto boccone che arriverebbe al momento giusto perché s'inserirebbe nel percorso industriale appena delineato dalla nuova mission. Ovvero quella di concentrarsi sulla diagnostica per immagini.

Dopo aver venduto la divisione Farma alla Dompè, Diana Bracco mette nel mirino l'unità di radiologia che la tedesca Bayer, all'opera con il miliardario deal Monsanto, sta cercando di vendere. Secondo alcune fonti, il gruppo farmaceutico italiano ha dato mandato a una banca d'investimento per la ricerca di un partner per una possibile offerta congiunta, dato che portare a casa il business del colosso tedesco costerebbe più di 4 miliardi di euro.

Bracco deve accelerare il dossier, perché a quanto sembra, anche la francese Guerbet avrebbe messo gli occhi sul business nella radiologia di Bayer e starebbe studiando un eventuale acquisto. Da portare a compimento, sempre condividendo l'ingente esborso finanziario attraverso la ricerca di un partner.

"Ora proseguiremo con forza - aveva commentato Diana Bracco, ex numero uno di Assolombarda e proprietaria del gruppo, a metà novembre in occasione del closing dell'operazione con Dompè - nel focalizzarci nella nostra attività principale, con investimenti nelle fabbriche italiane, nello sviluppo del portafoglio e della presenza geografica, e nelle attività di ricerca e innovazione, a cui annualmente destiniamo il dieci per cento del fatturato".

 

Il gruppo Bracco ha centri di ricerca a Colleretto Giacosa, Ginevra, Minneapolis e Princeton, e offre mezzi di contrasto e soluzioni per tutte le modalità diagnostiche: raggi X (inclusa la tomografia computerizzata, risonanza magnetica, ultrasuoni e medicina nucleare). La divisione (che fornisce prodotti come i liquidi di contrasto) di Bayer farebbe fare il salto di qualità alla Bracco che diventerebbe un vero campione nella ricerca sulla diagnostica per immagini.