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Economia
Brexit stronca la ripresa. Draghi, impatto sul Pil dello 0,5%

La Brexit puo' avere un impatto negativo fino allo 0,5% del Pil della zona euro. Previsioni drammatiche, a firma di Mario Draghi, che chiudono ogni ipotesi di ripresa. Secondo quanto riporta Bloomberg il dato è all'interno di documento ottenuto al vertice Ue. La previsione è di una riduzione della crescita del Pil nei prossimi tre anni.

Non solo. Il timore del presidente espresso dal presidente dell Bce è che la Brexit possa innescare una corsa alle svalutazioni competitive delle monete in tutto il mondo. "Temiamo le reazioni - dice - dei paesi che provino a correggere cio' che loro vedono come un tasso di cambio errato, cosa che potrebbe innescare svalutazioni competitive e incrementare i premi di rischio e le turbolenze".

Secondo Standard and Poor's invece Brexit sottrarra' al Pil della Gran Bretagna 1,2 punti percentuali di Pil nel 2017. "Non prevediamo una recessione, ma un significativo rallentamento. Il Pil crescera', anche se in modo molto piu' deludente, perche' anticipiamo una forte risposta monetaria, con un altro Qe e un altro taglio dei tassi" da parte della Banca d'Inghilterra, ha spiegato Jean-Michel Six, capo-economista di S&P per l'area Emea durante una conference call dedicata alle ricadute della Brexit.

Le nuove previsioni di S&P per il Pil britannico, rilasciate lunedì con il declassamento sovrano a 'AA' da 'AAA', prospettano la crescita a +0,9% nel 2017 e a +1,5% nel 2016 contro +2,3% nel 2015. Sara' critica, per altro, la reazione del mercato immobiliare che potrebbe essere un canale di trasmissione del rischio di recessione. Per l'Eurozona la Brexit incidera' sul Pil nella misura di -0,5 punti nel 2017 e "un po' di piu' nel 2018". S&P ritiene che "la Bce reagira' vigorosamente soprattutto al rischio di un aumento dello spread tra periferia e core". L'agenzia si attende un aumento dei volumi del Qe e "last but not least" la Eurotower potrebbe "spingersi piu' avanti nei tassi d' interesse negativi entro la fine dell'anno". La ripresa dell'Eurozona "e' basata sulla domanda domestica e questo dara' resilienza alla crescita", ma i rischi di downside sono considerevoli", ha aggiunto Six. Per la sterlina, S&P vede un'ulteriore flessione rispetto a quella gia' accusata dopo il referendum: "la valuta britannica ha perso finora l'11% contro dollaro. C'e' ancora un po' di strada da fare prima che si stabilizzi: nelle nostre simulazioni iniziali perderebbe il 17% verso dollaro prima di trovare un nuovo floor", ha spiegato Six.

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