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Economia
British Telecom, il mistero dei 530 milioni di euro. In Italia 5 indagati

Il Nucleo di Polizia Tributaria della GdF di Milano è andato negli uffici della filiale italiana di British Telecom con un ordine di esibizione di atti e fatture emesso dal pm Silvia Bonardi. La Procura di Milano ha indagato 5 dirigenti della filiale italiana non solo per «falso in bilancio» e «fatture per operazioni inesistenti» - secondo quanto riporta il Corriere della Sere - ma anche per l’ipotesi di «associazione a delinquere»: l’ex amministratore delegato Gianluca Cimini, l’ex direttore operativo Stefania Truzzoli, l’ex direttore finanziario Luca Sebastiani, l’ex responsabile delle fatturazioni Giacomo Ingannamorte, e l’ex manager Alessandro Clerici.

Lo scorso 21 marzo British Telecom aveva presentato una denuncia-querela alla Procura di Milano sulle presunte irregolarità contabili della sua unit italiana. L'affair portò all'allontanamento dei vertici di BT Italia nell'autunno 2016 dopo un audit interno che condusse poi a tagliare stime di ricavi e utili spingendo il Ceo Gavin Patterson a citare "gravi irregolarità contabili nelle attività italiane" per un buco di 530 milioni di sterline.

Nella sua denuncia l'azienda sostiene che le presunte condotte illecite si devono ritenere "contro l'interesse della società".

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