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Economia
Allarme cacao, cala la produzione e lievitano i prezzi: filiera in crisi
(foto pixabay)

Crisi nel settore del cacao: il futuro incerto del cioccolato

Recentemente, la Ghana Cocoa Board (Cocobod) ha allocato una parte del finanziamento di 200 milioni di dollari per rinvigorire le piantagioni colpite dal devastante virus che ha ridotto drasticamente la produzione, segnando un calo del 50% rispetto al picco registrato due anni fa. Circa 500.000 ettari di terreno sono stati compromessi, distrutti dall'epidemia e da una serie di fattori che hanno innescato la crisi nel secondo più grande esportatore di cacao al mondo. Le conseguenze si fanno sentire a livello globale, con un aumento dei prezzi che sta mettendo a dura prova il settore. 

Come evidenziato da Gamberosso, le cause di questa crisi sono molteplici, con fattori ambientali e umani che spesso si intrecciano, poiché la deforestazione porta inevitabilmente a eventi estremi come il fenomeno di El Niño, che ha provocato un aumento delle temperature con conseguenze sui raccolti.

A queste si aggiungono ragioni di natura economica. Già sei anni fa, la Cocobod aveva ottenuto un prestito di 600 milioni di dollari per ristrutturare le vecchie piantagioni o quelle colpite dal virus. Secondo le previsioni, i primi benefici di questo intervento si vedranno tra almeno cinque anni. Le terre su cui sorgono le fattorie verranno riabilitate, con l'eliminazione degli alberi infetti, e poi restituite agli agricoltori. Tuttavia, il problema è già evidente e coinvolge anche il principale produttore mondiale di cacao.

La Costa d'Avorio, che rappresenta circa la metà della produzione mondiale, si trova in una situazione simile a quella del Ghana. Una delle sue principali piantagioni, la Transcao, ha smesso di acquistare semi di cacao a causa dei prezzi elevati, che sono raddoppiati rispetto all'anno precedente. A febbraio, il prezzo del cacao al mercato di New York ha raggiunto il livello più alto di sempre, arrivando a 5,87 dollari per tonnellata.

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Questo ha causato un crollo dell'intera catena di approvvigionamento. In passato, gli agricoltori vendevano i semi ai commercianti locali che, a loro volta, li cedevano alle grandi imprese internazionali a prezzi fissi. Ora, le multinazionali acquistano a qualsiasi costo per soddisfare la domanda crescente, che rischia di rimanere insoddisfatta. Secondo le stime dell'International Cocoa Organization (Icco), si prevede una diminuzione della produzione annuale dell'11%, lasciando un divario tra domanda e offerta di 374.000 tonnellate - l'anno scorso erano 300.000 tonnellate in meno. Se la situazione non cambierà, la corsa al cacao potrebbe diventare ancora più intensa.






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