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Economia
Ue, Conte: calcoli discutibili di Juncker. Attacchi a Olanda e Germania
Foto: LaPresse

Il 2019? In regola con il Patto di Stabilità grazie a risparmi di spesa (su Quota 100 e sul Reddito di cittadinanza) e a maggiori entrate fiscali, nonostante la concorrenza sulle tasse dell’Olanda che non aiuta il consolidamento dei conti pubblici italiani. La lettera del premier Giuseppe Conte agli altri 27 Paesi membri dell’Ue, al presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker e al presidente Ue Donald Tusk sulla richiesta della Commissione di aprire una procedura per deficit eccessivo a causa dell’alto debito parte da considerazioni tecniche sull’andamento delle finanze pubbliche contestato all’Italia, ma anche a critiche nei confronti di alcuni Paesi rigoristi come Olanda e Germania.

“Il quadro di finanza pubblica dell'Italia è coerente con il rispetto, per il 2019, delle regole del braccio preventivo del Patto di stabilità e crescita. Per il 2020, il governo ha ribadito che intende conseguire un miglioramento di 0,2 punti percentuali nel saldo strutturale di bilancio. In linea con la legislazione vigente, il Programma di stabilità prevede un aumento delle imposte indirette pari a quasi l’1,3% del Pil, che entrerebbe in vigore nel gennaio 2020”, scrive infatti Conte spiegando che in attesa di nuovi dati ufficiali che arriveranno nei prossimi giorni il possibile saldo bilancio è sensibilmente megliore delle previsioni “rispetto alle previsioni formulate dalla Commissione e dallo stesso Governo italiano nel Programma di stabilità".

E ciò "nonostante il quadro macroeconomico si sia rapidamente deteriorato rispetto quanto era prevedibile alla fine del 2018’. Il premier rimanda a "sedi tecniche" il luogo in cui il governo fornirà riscontri documentali necessari a comprovare questa valutazione aggiornata (legge di assestamento di bilancio) indicando di volersi limitare "ad anticipare che la ragione fondamentale dell'andamento positivo dei saldi di bilancio" che "risiede nella prudenza alla quale sono state ispirate le nostre previsioni per le entrate e le uscite di bilancio". Le entrate (anche per gli effetti anti-evasione della fatturazione elettronica e per le multe da un miliardo e mezzo comminata al colosso della moda Kering) sono migliori del previsto e si registrano, per le spese, "una dinamica più moderata di quella originariamente prevista".

Per il 2020 indica che "il Parlamento ha invitato il Governo, in primo luogo, a riformare l'imposta sul reddito delle persone fisiche nel rispetto degli obiettivi di riduzione del disavanzo, per il periodo 2020-2022, definiti nel Programma di stabilità (non viene usato il termini flat tax, ndr). In secondo luogo, lo ha invitato a evitare gli aumenti delle imposte indirette per il 2020, individuando misure alternative idonee a garantire il miglioramento strutturale. Di conseguenza, in vista dell'approvazione del Documento programmatico di bilancio per il 2020 e alla luce delle piu' aggiornate previsioni macroeconomiche, il Governo, anche nel rispetto delle indicazioni poste dal Parlamento, sta elaborando un programma complessivo di revisione della spesa corrente comprimibile e delle entrate, anche non tributarie'. 

Quindi, conclude Conte il suo ragionamento chiedendo di non applicare la procedura d'infrazione contro l'Italia, "non mi appare comprensibile esporre l'Italia, a distanza di pochi mesi dalla conclusione di un negoziato molto impegnativo, al rischio di una nuova procedura di infrazione per violazione della regola del debito, sulla base di una discutibile valutazione della sua condizione ciclica da parte della Commissione".

L'Italia, ricorda il premier, "ha mantenuto un saldo primario largamente in attivo per oltre venti anni di seguito, ad eccezione del 2009, e superiore a quello della media dell'Eurozona. Questo significa che, al netto della spesa per interessi, l'Italia e' stata tra i Paesi piu' virtuosi dell'Unione europea e tuttora spende meno di quanto ricava dalle entrate. Perseverare su ricette economiche che hanno vanificato questo enorme sforzo fiscale risulta controproducente per tutti'. Il negoziato cui si riferisce la lettera del premier e' quello grazie al quale l'Italia ha evitato a fine 2018 la procedura europea per violazione della regola del debito modificando il progetto di legge di bilancio 2019.

"Non intendiamo sottrarci a tali vincoli, ne' intendiamo reclamare deroghe o concessioni rispetto a prescrizioni che, finche' non saranno modificate secondo le ordinarie procedure previste dai Trattati, sono in vigore ed e' giusto che siano tenute in conto dai governi di tutti gli Stati membri", aggiunge poi Conte affrontando il tema dei parametri di Maastricht, argomento che sta molto a cuore a Lega e M5S e avvertendo “l'urgenza e la necessità di stimolare una discussione che miri a ridefinire la governance economica dell'Eurozona e dell'Unione, che non si e' dimostrata adeguata ad assolvere i compiti per i quali era stata pensata'.

Il premier poi attacca alcuni governi a cominciare da quello olandese tra i più intransigenti nella contestazione della politica di bilancio dell’Italia. “L'ossessione dei conti in ordine spinge alcuni Paesi a una accentuata concorrenza fiscale, che, come la stessa Commissione ha di recente riconosciuto, mina la capacita' degli altri Stati di conseguire sane politiche di bilancio”.

“In questa prospettiva - aggiunge - l'Italia e' tra i Paesi piu' fortemente danneggiati: lo sforzo nel ridurre il proprio debito risulta compromesso nella misura in cui altri partner europei, ai quali dovrebbero legarci vincoli di solidarieta', si adoperano per attrarre base fiscale. Purtroppo e' amaro costatare che l'uso spregiudicato del ruling, dei patent boxes, del treaty shopping costituiscono, ormai, pratiche diffuse tra alcuni Stati membri dell’Unione". 

Infine una stoccata alla Germania, non nominata espressamente, sul surplus di bilancio. "L'Italia - scrive Conte - con la sua forte specializzazione per la manifattura, è danneggiata negli sforzi compiuti per crescere a un ritmo piu' sostenuto che possa garantire un rapido declino del suo debito, se le politiche macroeconomiche di alcuni grandi partner sono prevalentemente dirette a conseguire ampi surplus di parte corrente e di bilancio, piuttosto che ad attivare politiche di investimento, di innovazione, di protezione sociale e di tutela ambientale". L'Italia e l'Europa, conclude il premier, 'sono tanto piu' danneggiate se questi surplus istigano reazioni protezionistiche da parte dei nostri piu' importanti partner commerciali'. 

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