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Economia
Carige, pressing del mercato su Fiorentino. Malacalza rafforza la stretta

di Luca Spoldi
e Andrea Deugeni

Nonostante il tentativo di rimbalzo con cui Piazza Affari ha aperto la giornata, Banca Carige continua a soffrire e finisce sospeso al ribasso dopo essere scivolata sotto i 17 centesimi per azione (-8,5% rispetto alla chiusura di ieri), segnando così il nuovo minimo storico. A influenzare gli umori del mercato potrebbe essere l’annuncio che il 4 dicembre prossimo non verranno pagati gli interessi sui titoli Tier 1 oggetto dell’operazione di liability management, una decisione peraltro presa dalla Bce sulla base della clausola che riguarda la “capital deficiency”.

malacalza
Vittorio Malacalza

A guardare bene però il motivo di tanta negatività sembra legato ad altro: l’operazione di liability management, lanciata il 29 settembre e conclusa il 21 ottobre scorso, ha visto l’istituto genovese offrire titoli senior di nuova emissione con prezzo di emissione pari a 100, durata 5 anni, e cedola annuale a tasso fisso pari al 5%, ai sottoscrittori di bond subordinati.

L’operazione resta peraltro subordinata all’esito positivo dell’aumento di capitale da 560 milioni di euro (di cui 60 milioni riservati appunto agli ex detentori di bond subordinati che dopo la conversione hanno in portafoglio obbligazioni senior), il cui lancio è previsto nella seconda metà del mese, una volta ottenute le necessarie autorizzazioni da parte della Consob.

Per propiziare tale operazione il top management ha avviato già la scorsa settimana un road show che ha portato l’amministratore delegato Paolo Fiorentino il Cfo Andrea Soro e gli advisor Credit Suisse e Deutsche Bank a incontrare i più importanti investitori istituzionali a Parigi, Londra e New York. Dalle voci circolate, investitori come il britannico Toscafund Asset Management Llp (fondato nell’ottobre del 2000 da Martin Hughes e che negli anni si è guadagnato il nomigliolo di “Rottweiler della City” per la sua gestione aggressiva), piuttosto che l’americana BlackRock (tra le maggiori società di gestione al mondo con 5,976 miliardi di dollari di masse gestite a fine settembre), Interesse espresso anche dal numero uno di Unipol, Carlo Cimbri che parlando agli analisti ha confermato come il gruppo bolognese, già detentore di 50 milioni di bond junior ora trasformati in senior, è “interessato” e segue “con attenzione le attività e i progetti che il management di Carige sta portando avanti per tirare fuori la banca dalle difficoltà”.

Fiorentino
Paolo Fiorentino

Oltre a Unipol (che per alcuni potrebbe essere interessata a entrare nel capitale di Banca Carige anche in vista dell’eventuale conferimento di Unipol Banca) hanno convertito i propri bond junior in bond senior Intesa Sanpaolo (50 milioni) e Generali (60 milioni). Insieme ai grandi investitori istituzionali e ai principali gruppi finanziari e assicurativi italiani, l’aumento di capitale interessa certamente le famiglie Malacalza e Volpi, intenzionate pare ad arrotondare le rispettive partecipazioni, al momento ferme al 17,588% e al 6,001% rispettivamente. Ma se l’elenco dei soggetti pronti a partecipare alla ricapitalizzazione o comunque interessati all’esito (positivo) dell’operazione è già consistente, perché il titolo perde quota?

Perché restano da sciogliere due nodi: il prezzo a cui sarà eseguito l’aumento e la sottoscrizione del contratto di underwriting definitivo da parte di Credit Suisse, Deutsche Bank e Barclays, finora legate solo da un accordo di pre-garanzia (che come ha dimostrato Mps non garantisce l’esito finale di un’operazione di mercato). Secondo alcune indiscrezioni gli istituti sono cauti in merito, ma hanno in corso approfondimenti che potrebbero portare a un underwriting agreement nei prossimi giorni. La decisione, in particolare, potrebbe essere presa tra mercoledì e gioved, cioè dopo il Cda che stabilirà i dettagli tecnici dell'aumento. 

banca carige p
 

E più il prezzo del titolo in borsa cala, più contenuto dovrà essere il prezzo di emissione dei nuovi titoli, con conseguente sempre maggiore diluzione per tutti quegli azionisti-investitori che non partecipassero all’operazione. In pratica, se il prezzo resterà sui minimi storici (o calerà ulteriormente), la pressione sulle banche del consorzio di garanzia potrebbe allentarsi, mentre sarà massima sugli azionisti a partecipare per non vedere del tutto azzerato il loro investimento. 

D’altra parte sottoscrivere l’aumento, anche a prezzi ulteriormente scontati rispetto alle attuali quotazioni, significa scommettere sul “passo nuovo” che Fiorentino ha fatto assumere alla banca. La manovra di rafforzamento patrimoniale di Banca Carige si articola su tre elementi essenziali: la Lme - già andata a buon fine - l'aumento di capitale e la cessione di asset (è andata in porto per ora quella dell'immobile milanese di Corso Vittorio Emmanuele). Qualora una sola delle tre operazioni di rafforzamento patrimoniale non riuscisse, i requisiti patrimoniali della banca potrebbero risultare inferiori a quelli indicati dalla Bce, richiedendo pertanto ulteriori misure di rafforzamento patrimoniale o interventi da parte dell'autorità di Vigilanza. 

Accanto al rilancio industriale, vi è infine un appeal speculativo legato a partnership e aggregazioni a medio termine vuoi in ambito bancassurance con Unipol, vuoi con Bper Banca, che dopo essersi “mangiata” Carife sembra pronta a crescere ancora. Sempre che Malacalza (e Volpi) riescano a recuperare almeno parte delle perdite subite: l’imprenditore di Bobbio, in particolare, ha speso 263,5 milioni per una partecipazione che ormai vale non più di 25 milioni. Il rimbalzo partirà dopo la conclusione dell’aumento, per la gioia dei nuovi (e vecchi) investitori, o l’eventuale inoptato per la parte destinata al mercato retail finirà col pesare sulle quotazioni per settimane? A breve la risposta.

 

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