A- A+
Economia
Caro-spread, Tria bacchetta Salvini. Tassi sui mutui in rialzo dello 0,5%

Giovanni Tria mette ancora una volta in riga Matteo Salvini sulla questione dello sforamento del Deficit/Pil. Dopo che ieri il ministro dell’Economia all’ennesima sparata del vicepremier leghista che aveva fatto schizzare lo spread fino a 292 punti, ai massimi dall’8 febbraio, aveva cercato di calmare le acque sui mercati spiegando che “gli obiettivi di finanza pubblica sono quelli proposti dal Governo e approvati dal Parlamento con il Def”, Tria oggi ha ricordato nuovamente "c'è un Def approvato da Governo e Parlamento" e che "il Parlamento ha fatto anche una risoluzione dove chiede di non aumentare l'Iva, ma tutto nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica del Def. Quindi - il ragionamento di Tria - il Governo sta lavorando per attuare quello che c'è scritto nel Def".

 

 

borghi salvini ape
 

Un messaggio, dunque, per tenere dritta la barra delle finanze pubbliche rispetto agli obiettivi annunciati nel Documento di economia e finanza. A inizio aprile il governo ha indicato un Deficit/Pil al 2,4% quest'anno e 2,1 il prossimo; e un debito al 132,6% del Prodotto quest'anno e 131,3 il prossimo. "E' chiaro che in campagna elettorale i mercati finanziari sono in fibrillazione, ma i fatti per ora sono questi, ci atteniamo a questi obiettivi", ha aggiunto Tria ricordando che questa impostazione è stata "approvata" dallo stesso Salvini, che "era presente al Consiglio dei ministri" che ha licenziato il Def. Tria ha anche risposto agli attacchi del ministro delle finanze di Vienna, Hartwig Loger, che in un'intervista ha criticato le parole di Salvini: "Non siamo disposti a pagare i debiti dell'Italia. A causa del consapevole avanzare della spirale del debito, non si può escludere che l'Italia non si evolva in una nuova Grecia", ha detto il ministro austriaco.

tria
 

"Pensi, prima di parlare", la secca risposta del ministro italiano. Intanto, dopo le fiammate delle ultime due sedute sul mercato secondario dei titoli di Stato, gli scambi dei Btp registrano oggi una distensione. Il differenziale tra titoli italiani e Bund tedeschi frena a 279.8 punti, dopo aver aperto a 287 punti e aver chiuso ieri a 285 punti. Il rendimento del decennale cala al 2,697%. Livelli che però stanno già, come ha ricordato anche il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco il conto al nostro Paese. L'effetto dell'aumento del differenziale sul costo dei prestiti bancari a famiglie e imprese - ha detto nel suo intervento al Aaron Istituto dei Herliza in Israele -  "è stato finora limitato", "ma segnali di tensione stanno iniziando ad emergere".


"Secondo le nostre indagini, le condizioni di credito si sono irrigidite, specialmente per le piccole imprese, in seguito all'aumento dei costi di raccolta bancaria e al peggioramento delle previsioni economiche. Nel lungo periodo" spiega questo "colpirà l'economia reale". Quanto alle ultime turbolenze sui nostri titoli, Visco ha rilevato come sulle tensioni pesino i timori degli investitori di una possibile uscita del Paese dall'euro.  "I premi sui credit default swaps - ha detto - suggeriscono che il differenziale dei titoli di stato italiani è salito a seguito sia dell'aumento dei rischi di credito sia dei rischi di ridenominazione dei titoli in una diversa moneta" rispetto all'euro. Lo spread italiano, ha ricordato ancora Visco, "è sopra 270 punti base, più del doppio del livello di inizio 2018, prima delle elezioni politiche" e l'alto livello del debito "espone l'Italia alla volatilità del mercato finanziario".

"Una credibile strategia di ridurre il livello del debito nel medio termine non può più essere rinviata", ha aggiunto, anche perchè "se l'aumento degli interessi persiste peserà inevitabilmente sul costo del debito", cioè sulla spesa pubblica. Secondo infatti alcune elaborazioni del Centro Europa Ricerche sul Def, uno spread stabilmente a quota 300 punti base comporterebbe una spesa complessiva in interessi sul debito di 65-65,5 miliardi di euro nel 2019, ben un 1,5 miliardi in più di quanto al contrario costerebbe se il differenziale si mantenesse in media a 260 punti.

Per quanto riguarda invece i costi che imprese e famiglie iniziano a sopportare per il caro-spread, nel suo ultimo bollettino, Banca d’Italia ha spiegato che è vero che a marzo su base annua i prestiti delle banche al settore privato sono aumentate aumentati di uno 0,8%, ma quelli a imprese non finanziarie hanno continuato a diminuire dello 0,7% (già in calo a febbraio: -0,2%) e da febbraio a settembre 2018 i margini bancari sui mutui a tasso fisso hanno fatto segnare un aumento dello 0,5%, sottraendo reddito disponibile e quindi consumi e risparmi alle famiglie. Motori dell'economia.

Commenti
    Tags:
    spreadprestiti banche famiglie e impresematteo salvini




    
    in evidenza
    World Press Photo, ecco la foto vincitrice del 2024

    La “Pietà” di Gaza

    World Press Photo, ecco la foto vincitrice del 2024


    motori
    DS E-TENSE FE23 in Nero e Oro per l'E-Prix di Monaco

    DS E-TENSE FE23 in Nero e Oro per l'E-Prix di Monaco

    Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

    © 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

    Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

    Contatti

    Cookie Policy Privacy Policy

    Cambia il consenso

    Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.