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Economia
Case green, stangata riqualificazioni: i costi per appartamenti e villette

Case green, ecco il costo degli interventi a seconda della riqualificazione energetica degli edifici

Aggiornare gli edifici italiani secondo le norme europee per le case green richiederà un bel gruzzolo di soldi, con tanti soldi da mettere sul piatto per fare le modifiche necessarie. Il rapporto intitolato "La riqualificazione energetica del patrimonio abitativo italiano", elaborato da Cresme in collaborazione con Symbola e promosso da Assimpredil Ance e l'European Climate Foundation, mette in luce questa realtà, presentando dati e simulazioni che delineano l'impatto economico di tali interventi.

Secondo il rapporto riportato dal Sole 24Ore, i costi per il sistema Paese sono stimati in 319 miliardi di euro per adeguare circa 3,2 milioni di abitazioni, considerando il panel superbonus. Questo quadro finanziario riflette la complessità e l'entità delle trasformazioni necessarie per rendere gli edifici italiani conformi agli standard di efficienza energetica europei.

Nel dettaglio, il rapporto analizza due tipologie di edifici: le villette monofamiliari e gli appartamenti condominiali. Per le villette monofamiliari, si considera un caso tipo di un'abitazione costruita tra il 1961 e il 1975, caratterizzata da specifiche tecniche e impiantistiche che determinano un elevato consumo energetico. Gli interventi proposti per migliorare l'efficienza energetica di queste abitazioni comportano costi che variano notevolmente, da un minimo di 19.000 euro per la sostituzione dell'impianto di climatizzazione invernale con uno a biomasse, fino a oltre 85.000 euro per interventi che includono anche il cappotto termico alle pareti e la sostituzione dei serramenti.

Anche per gli appartamenti condominiali, si evidenzia un impatto economico significativo. Per esempio, l'installazione di una pompa di calore e la sostituzione dei serramenti può comportare una spesa di circa 23.600 euro, mentre l'adozione di soluzioni più complete, come il cappotto termico alle pareti e la sostituzione della caldaia a condensazione, può superare i 48.000 euro. Insomma in entrambi i casi, si evidenzia una spesa considerevole per l'adeguamento energetico degli edifici.

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Tuttavia, il rapporto non si limita a evidenziare solo i costi, ma propone anche soluzioni che potrebbero ridurre gli investimenti necessari e migliorare l'efficienza energetica degli edifici. Ad esempio, viene suggerita l'adozione di una centrale termica centralizzata, che potrebbe garantire un notevole risparmio energetico, soprattutto se alimentata da fonti rinnovabili come la geotermia. Tale soluzione potrebbe comportare un investimento di circa 19.000 euro per appartamento, includendo anche l'installazione di impianti fotovoltaici e batterie di accumulo.

Pertanto, per promuovere una transizione efficace verso edifici a basso impatto ambientale, sarà necessario un sostegno adeguato da parte delle istituzioni, attraverso incentivi mirati e a lungo termine. Una proposta avanzata nel rapporto è quella di un "Super Ecobonus 80%", distribuito su un periodo di almeno 10 anni, che favorisca tecnologie e interventi con il miglior rapporto tra risparmio energetico e costi di implementazione, incentivando inoltre soluzioni di indipendenza energetica e autoconsumo collettivo.






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