Cdp, supercedole alle Fondazioni. Malcontento M5S. Il cambio di mission
La difficile coabitazione in Cdp fra la nuova politica M5S-Lega e le fondazioni di origine bancaria. Rumors
Ad esse dunque sono andati corposi dividendi resi possibili, è il ragionamento degli esponenti M5S, grazie a una remunerazione di molto superiore a quelle di mercato, pari lo scorso anno in media allo 0,4% per i 1.329 miliardi di euro depositati dai risparmiatori italiani sui conti di liquidità delle banche commerciali.
Insomma: che Cdp ottenga un utile d’esercizio con cui remunerare i suoi investimenti è sacrosanto, visto che i capitali che investe sono il risparmio postale degli italiani e che il suo azionista di riferimento è il Tesoro, ma che l’utile stesso sia rappresentato in larga misura dagli interessi che il Tesoro paga alle somme che Cdp deposita sul conto di tesoreria non è ammissibile.
Tanto più se poi alcune delle fondazioni beneficiate da tanta generosità sono anche socie di gruppi privati coi quali il governo al momento ha un contenzioso aperto, come nel caso di Fondazione CRT che con un 5,062% figura tra i soci di riferimento di Atlantia, la holding del gruppo Benetton cui fa capo Autostrade per l’Italia. Insomma, fra i 5Stelle motivi per infastidirsi ce ne sono. E non pochi.
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