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Economia
Confimprese, vendite luglio 2020: ristorazione a -39,6%, non food a -23%

Confimprese, andamento vendite ristorazione e non food luglio 2020.

Ancora un luglio negativo a distanza di oltre due mesi dalla fine del lockdown. La ristorazione si conferma maglia nera del commercio con un totale vendite che nelle ultime due settimane di luglio sfiora quasi il -40% e conferma i trend negativi del mese precedente. Male anche il non food (abbigliamento, accessori, beauty, cura persona) che chiude a -23%. 

«Il commercio è in grave difficoltà – conferma Mario Resca, presidente Confimprese -. Non sono solo la mancanza di liquidità e la paura del contagio che frenano gli acquisti, ma anche il perdurare dello smart working, che tiene le persone lontane dagli uffici e cambia le abitudini di acquisto. Ma a pesare è anche l’ostacolo della burocrazia che, secondo l’Indice annuale della Banca Mondiale, relega l’Italia al 58esimo posto su 190 Paesi. La riforma della burocrazia promessa da decenni non arriva. Ci aspettiamo dal Governo una svolta seria in tal senso».

RISTORAZIONE 15-30 LUGLIO 2020 VS STESSO PERIODO 2019

La ristorazione continua a risentire del mancato afflusso sia dei consumatori italiani sia dei turisti stranieri e fa addirittura peggio dei primi 15 giorni di luglio: passa da -37 a -39,6%. Si mantengono positivi sia il delivery con +24% sia il take away con +17%, anche se entrambi non riescono a contenere la perdita delle vendite in store. 

I centri città soffrono di più rispetto alla periferia. Male centri commerciali e outlet con cali fino al 70%, performance altamente negative per il travel soprattutto aeroporti, stazioni, autostrade che arrivano a -70 per cento. 

Quanto alle regioni, le regioni che perdono meno rispetto alle perdite di cui sopra sono la Lombardia, Lazio, Toscana ed Emilia Romagna. Risultati deludenti per Friuli e Piemonte. 

NON FOOD 15-30 LUGLIO 2020 VS STESSO PERIODO 2019

Il settore non food chiude gli ultimi 15 giorni di luglio a -23% sullo stesso periodo 2019, in sostanziale parità rispetto alla prima quindicina di luglio 2020. A pesare sul trend negativo non è solo il mancato avvio dei saldi il 1 luglio, ma anche la minore frequentazione dei negozi, al pari della ristorazione.  Manca l’esperienza d’acquisto in negozio, non solo perché gli italiani si sono disabituati a comprare nel punto vendita, ma anche perché lo smart working incide pesantemente sulle abitudini d’acquisto del consumatore. Che continua a tenere il portafoglio cucito e a comprare, in parte, anche online, che chiude il mese con +12 per cento. Uniche eccezioni: abbigliamento kids positivo al +4,7%, pet shop +2%, cura persona

Nei canali di vendita tengono meglio i centri città, male centri commerciali e retail park. Il quadro, dunque, non evidenzia alcune tendenza positiva, nonostante l’anticipo dei saldi al 25 luglio adottato da alcune regioni italiane. 

Nelle regioni, a parità di dati negativi, la Lombardia è indicata come meglio performante dal 31% delle catene, seguita da Piemonte (19%), Sicilia ed Emilia Romagna (11%), male le altre regioni come Friuli, Veneto, Lazio, Toscana, Puglia, Liguria che si fermano al 4%. 

Quanto ai settori merceologici, abbigliamento e accessori confermano il trend medio delle vendite in store -25%, con un calo generalizzato dell’affluenza in negozio. 

Nel settore beauty negativo il trend medio delle vendite in store -20%, bene il trend dello scontrino medio. 

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