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Economia
Confindustria, Boccia lancia il Patto per la crescita. No al Proporzionale

Un "Patto di scopo" tra imprese, lavoratori, sindacati, istituzioni finanziarie e politica. A lanciare l'idea è il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, nel corso della relazione all'assemblea annuale per mettere un risolvere definitivamente il grande male dell'Italia ovvero "la crescita lenta". "L'Italia e' cresciuta di piu' quando piu' forte e' stata la coesione sociale": dobbiamo "recuperare lo spirito unitario" e definire "tra imprenditori, lavoratori e loro rappresentanti, politica, banche e istituzioni finanziaria, un Patto di scopo per la crescita con l'obiettivo di uscire dalle criticita' italiane e costruire una effettiva dimensione europea".

Serve un patto non "spartitorio", nel quale ciascuno chiede qualcosa, "ma il suo esatto contrario, dove ciascuno cede qualcosa per il bene comune e il Governo si impegni, per cominciare, in una "operazione verita'" sui conti pubblici. "Siamo consapevoli che e' gia' cominciata una competizione elettorale che rischia di essere giocata a rincorrere suggestioni piuttosto che a proporre soluzioni". L'Italia ha bisogno di "governabilita' e stabilita'. Per questo - ricorda il presidente di Confindustria - non abbiamo mai nascosto la nostra vocazione al maggioritario. Assecondare la tentazione proporzionalista, che oggi vediamo riemergere in molte proposte per la legge elettorale, potrebbe rivelarsi fatale per l'Italia. Comincerebbe una nuova stagione di immobilismo, in un quadro neo corporativo e neo consociativo. Il ritardo accumulato dal nostro Paese su molti fronti e' il frutto malato di questo vizio antico. Cosi' come l'insana abituzione agli scambi con la politica".

Sui conti pubblici Confindustria chiede una "operazione verita'" e invita al "realismo". "Su debito pubblico, deficit e crescita facciamoci guidare da competenza e serieta'. E abbandoniamo ricette fantasiose e di facile consenso. Lasciamo a chi si inventa leader, senza nemmeno avere il senso della storia, di propagandare avventure pericolose che ci porterebbero dritti fuori dall'Europa e dentro fallimenti pubblici e privati: a pagare a caro prezzo - avverte Boccia - sono da sempre i soggetti sociali piu' deboli e le imprese. Sappiamo che l'Italia e' obbligata a percorrere un sentiero stretto. La riduzione del deficit pubblico non ci e' chiesta solo dalla Commissione europea, ma anche da chi lo finanzia, che e' diventato piu' diffidente riguardo ai nostri conti pubblici, come dimostra l'andamento dello spread, che appena c'e' qualche tensione sale sopra i 200 punti base.
E dobbiamo farci trovare pronti quando la Bce porra' fine all'acquisto dei titoli sovrani. Il che vuol dire abbassare rapidamente la montagna del debito pubblico attraverso privatizzazioni e dismissioni di immobili pubblici e utilizzare strumenti - come i Matusalem bond - che lo rendano piu' sostenibile. E, soprattutto, vuol dire rassicurare la comunita' internazionale sulla nostra ferma volonta' di procedere lungo la strada delle riforme, conquistando cosi' una maggiore liberta' nel varare misure per la crescita".

Infine, una proposta di politica economica. "Proprio quando il piu' grande salto tecnologico degli ultimi decenni, quello digitale, sta cominciando ad esplicare anche in Italia le sue potenzialita', non possiamo rinunciare a coinvolgere i giovani: quelli che vanno a impiegare altrove le loro capacita' e quelli che restano in attesa di un'occasione che non arriva. E' per questo che servono misure non ordinarie, e' per questo che chiediamo di concentrare le risorse disponibili sull'azzeramento per tre anni del cuneo fiscale per le imprese che assumono giovani". "Abbiamo il dovere morale, civile e politico di agire prima per le nuove generazioni", nella consapevolezza che poi la riduzione del cuneo fiscale dovra' essere estesa a tutti. Le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non restino inascoltate: 'Ogni persona disoccupata e' un impoverimento per la societa'', ha citato Boccia. "E siamo ancora con lui quando giudica 'inaccettabile' che le nuove generazioni restino ai margini. Dobbiamo finanziare lo sviluppo e non la disoccupazione".

Boccia infine ha ribadito la ricetta dello scambio salari-produttività per rilanciare l’economia. "Noi vogliamo aumentare le retribuzioni con l’aumento della produttività. E questo è possibile solo con una moderna concezione delle relazioni industriali", ha affermato il presidente di Confindustria, sottolineando che "la strada maestra è quella dei premi di produttività, da detassare in modo strutturale". Per Boccia, "l'innalzamento della produttività deve essere il nostro faro".

Boccia-Governo uniti su giovani e contratti, sindacati frenano

Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, chiede al Governo di azzerare per tre anni il cuneo fiscale per favorire l'assunzione dei giovani. La proposta, lanciata dal palco dell'assemblea annuale dell'associazione, viene accolta con favore dai ministri dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, e del Lavoro, Giuliano Poletti. Ma dai sindacati arriva lo stop: i leader di Cgil, Susanna Camusso, e Uil, Carmelo Barbagallo, bocciano l'idea di nuovi bonus o interventi a pioggia, preferendo invece misure strutturali che possano dare risposte nel lungo periodo a quella che è diventata una vera e propria emergenza. Boccia sollecita istituzioni e parti sociali ad avviare una "grande operazione" per includere i giovani nel mondo del lavoro: "Bisogna azzerare il cuneo fiscale sull'assunzione dei giovani per i primi tre anni, sapendo fin d'ora che dopo dovremo ridurlo per tutti. Abbiamo il dovere morale, civile e politico di agire prima per le nuove generazioni. La poca occupazione giovanile è il nostro valore sprecato". Per Poletti "è un'opzione su cui stiamo lavorando per cercare di dare ai giovani un'opportunità in più, ne dovremo discutere in sede di legge di bilancio". Calenda conferma che "siamo pronti a fare la nostra parte". Di tutt'altro avviso il numero uno della Cgil: "Abbiamo sempre detto e continuiamo a pensare che la soluzione non siano incentivi a pioggia. Bisogna fare scelte mirate". A farle eco è il leader della Uil, che preferisce soluzioni "strutturali", bollando la proposta di Boccia come "ancorata a vecchie logiche di bonus". Sulla stessa lunghezza d'onda anche il segretario confederale della Cisl, Gigi Petteni: "Sui giovani non possiamo ridurre la discussione solo al cuneo fiscale, bisognerà fare qualcosa di più mirato".

I sindacati sono prudenti anche sul tema della relazioni industriali. Dopo il primo tavolo politico a fine 2016 in Confindustria per tracciare le linee del Patto per la fabbrica, lanciato da Boccia al meeting dei giovani industriali a Capri lo scorso anno, e lo scambio di lettere di due giorni fa, ora si attende una data per completare il percorso e siglare, eventualmente, un accordo sul nuovo modello contrattuale. L'innalzamento della produttività deve essere il nostro faro - spiega il presidente di Confindustria - bisogna aprire un nuovo capitolo della storia del Paese, fatto di collaborazione per la crescita, nell'interesse di tutti e non contro qualcuno". Boccia invita Cgil, Cisl e Uil a dare inizio a una "stagione di consapevolezza" e di "responsabilità", con l'obiettivo di legare gli aumenti salariali alla produttività: "La strada maestra è quella dei premi di produttività, da detassare in modo strutturale". "Ho capito che c'è un patto di scopo, un altro dal precedente annuncio. Siamo al secondo annuncio. Credo che bisognerebbe avere idea di concretezza delle relazioni", taglia corto Camusso. "Il segnale di fare insieme mi sembra importante e va valorizzato. Va bene parlare di patti, ma dobbiamo augurarci che portino a dei fatti", dichiara Petteni. "Siamo per spingere a fare velocemente. Bisogna recuperare la strada della coesione, smarrita, per dare risposte ai giovani", aggiunge Barbagallo che però vede più punti in comune tra Boccia e il Governo che tra il leader degli imprenditori e i sindacati. Infatti, anche sul tema della relazioni industriali c'è l'apprezzamento di Calenda alle tesi di Boccia: "Concordo con Enzo sulle finalità di un patto che avvicini la contrattazione all'impresa". Nel complesso, la relazione del presidente di Confindustria è apprezzata dalla platea di imprenditori, e politici. Anche il presidente della Camera, Laura Boldrini, trova "spunti interessanti" su giovani, coesione sociale ed Europa.

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