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Economia
Confindustria, Boccia: non chiare le coperture. Ue: manovrina sui conti 2018

"Non è affatto chiaro dove si trovano le risorse per le tante promesse elettorali". In un'assemblea dove i leader del M5S e della Lega sono assenti, il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia parlando di fronte ai propri associati tira le fila della difficile situazione politica. Va bene cambiare, ma senza distruggere, dice poi Boccia a chi oggi ha in mano le carte per formare il nuovo governo a cui chiede retoricamente se ha una politica industriale.

Ue: aggiustamento conti Italia inadeguato nel 2018 

L'aggiustamento dei conti pubblici dell'Italia nel 2018 "appare inadeguato". Lo comunica la Commissione europea nelle raccomandazioni specifiche per paese e il rapporto sul rispetto del criterio del debito. L'Italia rimarra' quindi sotto osservazione: "La Commissione rivalutera' il rispetto" delle regole del Patto di Stabilita' "sulla base dei dati ex post per il 2018 che saranno notificati nella primavera del 2019". Per l'Italia "uno sforzo strutturale di almeno lo 0,3% del Pil e' richiesto per il 2018, senza alcun margine addizionale di deviazione su un anno", si legge nelle raccomandazioni specifiche della Commissione. Sulla base della valutazione attuale, che si fonda sulle previsioni economiche di primavera, nel 2018 "c'e' un rischio di una deviazione significativa dal percorso di aggiustamento raccomandato verso l'obiettivo di bilancio di medio termine". La Commissione e' dell'opinione "che le misure necessarie a rispettare le disposizioni del Patto di Stabilita' e Crescita debbano essere adottate a partire dal 2018", si legge nel documento.

La politica sia lungimirante, servono leader che sappiano scegliere. La classe politica deve avere "pazienza, coraggio, e lungimiranza, perche' occorre dare tempo al tempo e aspettare che scelte necessariamente di medio e lungo termine diano i frutti sperati" perche' "c'e' differenza tra il modo di fare di chi ha bisogno di raccogliere il consenso tutto e subito, perche' il suo orizzonte e' corto e vive nella condizione di una perenne campagna elettorale, e di chi pensa invece alle generazioni future.La democrazia ha bisogno di competenze, che sappiano interpretare il bene comune e perseguirlo anche a costo di scelte impopolari. la democrazia ha bisogno di leader che sappiano scegliere, assumere responsabilita' e avere sempre chiaro l'interesse nazionale".

Secondo Boccia, infatti, "non ci puo' essere una politica forte senza un'economia forte. E se la politica pensa di essere forte creando le condizioni per indebolire l'economia, lavora in realta' contro se stessa". Inoltre, il presidente di Confindustria invita la politica a "riappropriarsi del suo ruolo, recuperando la sua vocazione alla sintesi, che matura attraverso il dialogo, il confronto e il sapiente bilanciamento degli interessi. Sta qui - osserva Boccia - il suo primato, nella capacita' di concepire un'idea di Paese e dei rapporti economico-sociali all'altezza delle sfide del presente e non, invece, nel sommare e replicare le spinte che provengono dal 'basso', dalle rispettive basi elettorali".

Lavoro al centro, meno enfasi su pensioni, non caricare oneri sui giovani. "La missione di oggi, tanto attuale quanto ignorata, e' una sola: si chiama lavoro". E' questa la centralita' indicata da Boccia. "Ma per creare lavoro abbiamo bisogno che il Paese comprenda fino in fondo l'importanza di avere un'industria forte e competitiva: la vera questione nazionale. Occorre ricucire lo strappo intergenerazionale, spostando l'attenzione oggi troppo rivolta alle pensioni.

Le pensioni sono importanti, un diritto acquisito e sacrosanto. Ma non possiamo scaricarne l'onere sui giovani, gia' gravati dal peso di un debito pubblico che non hanno contribuito a generare. Meno enfasi sulle pensioni, allora, e piu' sul lavoro, che acquista una centralita' assoluta. Il lavoro - ha sottolineato Boccia - abbassa il bisogno di garantire chi un reddito non riesce a procurarselo. Il lavoro, qualificato ed efficiente, e' la migliore garanzia di riattivare quell'ascensore sociale che si e' inceppato. E puo' essere il campo dove sperimentare una tassazione che favorisca, attraverso la defiscalizzazione, i premi legati all'aumento della produttivita' e l'assunzione dei giovani".

"Scricchiola la forza della ripresa in Italia. Cambiare senza distruggere". "L'economia globale comincia a rallentare. La fase espansiva dell'economia europea dura ormai da 20 trimestri, cinque anni. Negli Stati Uniti dal 2009, in Giappone da 6 anni. Tuttavia, nel primo trimestre si intravedono segni di rallentamento della crescita in Europa e scricchiola anche la forza della ripresa in Italia", spiega poi Boccia.

"Diversi fattori esterni si stanno affacciando all'orizzonte, senza promettere nulla di buono. Le tensioni nell'ambito del commercio internazionale, per l'Italia, tra i principali paesi esportatori al mondo, possono portare a un rallentamento, penalizzando le nostre imprese. Il progressivo venir meno delle politiche ultra espansive della Banca Centrale Europea potrebbe rendere piu' costoso il finanziamento del debito, sia pubblico, sia privato". Dunque, "il contesto che viviamo inizia a preoccuparci", ha avvertito Boccia e "ci chiede d'intervenire con saggezza, buon senso e consapevolezza delle nostre responsabilita'. Del senso del limite", pensando a "cambiare senza distruggere" e contrastando anche "l'assuefazione di chi non va piu' a votare perche' 'tanto non cambia nulla o addirittura cambia in peggio'".

All' Ue non chiedere decimali di deficit ma battersi su banche e bilancio. L'Italia deve "agire sin da subito" in Europa sui temi cruciali per il Paese e "non su un'inutile battaglia per avere qualche decimale in piu' di flessibilita': risorse per fare piu' deficit e piu' debito". Lo dice, all'Assemblea di Confindustria, il presidente Vincenzo Boccia che tra le "questioni urgenti" per cui battersi a Bruxelles cita il tema della "regolamentazione del sistema bancario.

La continua produzione di regole - spiega - ha gia' determinato, in netto contrasto con la politica monetaria espansiva della Bce, effetti restrittivi sull'accesso al credito da parte delle imprese". Secondo Boccia, "occorre permettere alle banche di fare impresa bancaria e non bloccarle con regole che di fatto lo negano". Inoltre, avverte il presidente di Confindustria, "dobbiamo concentrarci sul bilancio europeo 2020-2027. Tema cruciale per l'Europa e per l'Italia per sostenere gli investimenti necessari per realizzare un grande piano di infrastrutturazione del Paese. E reperire le risorse a favore della ricerca e innovazione per rendere ancor piu' competitive le nostre imprese". 

 

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