Confindustria, D'Amato muove per tornare in sella. Ecco chi sta con Illy
La partita per la presidenza di Viale dell'Astronomia
Non c’è solo quella punta d’orgoglio imprenditoriale, tutto partenopeo, nei confronti di chi una vera azienda non ce l’ha. Ma anche la volontà di voler riportare la Confindustria ai vecchi fasti del passato, un’associazione riconducibile immediatamente ai grandi nomi dell’imprenditoria italiana e il riprendere a contare all’interno del sistema con un vicepresidente di peso a lui riconducibile nel prossimo quadriennio presidenziale, ora che ha lasciato ad ottobre la guida della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro. Ultimo piccolo avamposto confindustriale.
Sarebbero queste, secondo i rumors, le motivazioni dell’operazione Illy di Antonio D’Amato, un’operazione che parte da lontano per ritornare ad essere uno dei poteri forti in Confindustria, past president campano la cui luce è stata offuscata dalla salita alla presidenza del corregionale (di Salerno) Vincenzo Boccia, piccolo imprenditore in origine con cui non è mai corso buon sangue.
Secondo le indiscrezioni raccolte da Affaritaliani.it, pare che prima dell'estate D’Amato abbia contattato il presidente del colosso nazionale del caffè Andrea Illy, ancora alla guida di Altagamma, la fondazione delle imprese del lusso, del food&beverage, dell’hospitality e dell’automotive tricolore, per spingerlo a candidarsi alla presidenza di Confindustria.
Oltre che da rapporti di business, D’Amato è legato alla famiglia Illy anche per un’amicizia con il padre di Andrea, Ernesto, in vita cavaliere del lavoro (nelle ultimo nomine lo è diventato anche Andrea) e che è stato anche uno dei saggi incaricati nelle passate tornate elettorali di scegliere il presidente della confederazione degli imprenditori.
“Di fronte a una candidatura ‘politica’ (così la definiscono in Confindustria, ndr) del numero uno di Assolombarda, Carlo Bonomi, bravo manager ma che in realtà non ha alle spalle una grande azienda e in attesa che la struttura romana si muova con una propria candidatura per scopi auto-conservativi, quello di Illy può essere un grande nome in grado di ricompattare un sistema da tempo troppo diviso e di riportare l’associazione ai vecchi fasti”, sembra sia stato il pensiero, dicono i bene informati, di D’Amato. Un invito di fronte al quale pare che Illy abbia reagito in maniera fredda in un primo momento, ma che dopo le nuove chiamate autunnali del past president ha breccia nell’imprenditore del caffè.
Così dopo essersi sentito lusingato, Illy sta cercando, come gli altri runner, di organizzare il consenso sul territorio. Partendo dal Veneto dove però gli altri candidati, a cominciare dai due lombardi Bonomi e Giuseppe Pasini, possono contare su diversi appoggi che impediscono il formarsi di un blocco nordestino di consensi.
Se a Napoli il presidente degli industriali partenopei Vito Grassi sembra si sia mosso in solitaria, trattando accordi per se stesso con il candidato Bonomi e dividendo il fronte del Sud, pare che D’Amato si stia muovendo invece nella partita attraverso i sodali Paolo Scudieri, presidente di Adler, il più grosso degli industriali all'ombra del Vesuvio anche designato da Boccia in Consiglio generale (quello da cui uscirà il 23 marzo il nuovo presidente) e Costanzo Jannotti Pecci, socio d’affari e presidente onorario di Federterme-Confindustria.
La regola aurea che vige in Confindustria è che sposare il candidato vincente vuol dire esser collegato a chi siederà direttamente nella stanza dei bottoni per goderne di benefici a cascata. E per D’Amato Illy ha i galloni da generale con chance di vittoria.
Ma in Viale dell’Astronomia c’è più di qualcuno a non esserne convinto, perché, si ripete come un mantra, “al di là del nome, poi ci vogliono i voti effettivi”. In più poi, nello stesso Friuli Venezia Giulia, gli orientamenti dei big Danieli e Giuseppe Bono di Fincantieri pare non siano pro-Illy. Ecco perché in molti, con cinque candidati ai nastri di partenza (più un potenziale outsider), promettono appoggi, ma in realtà stanno ancora alla finestra giocando su più tavoli.
@andreadeugeni
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