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Economia

Di Andrea Deugeni

Clima di grande fair play tra i due candidati alla presidenza di Confindustria, Vincenzo Boccia e Alberto  Vacchi che hanno illustrato oggi i loro programmi ai 198  industriali del Consiglio Generale di Confindustria.
Tra meno di 15 giorni ci sarà la sfida finale: il Consiglio di giovedì 31 marzo designerà il nuovo leader, e, se sembra profilarsi un testa a testa, non sono escluse sorprese nel segreto dell'urna. Occhi puntati sui voti dell'ex auto-candidato Marco Bonometti (che oggi, dopo l'appuntamento in Viale dell'Astronomia, è  stato visto andare a pranzo con i due past president Antonio D'Amato e Luca Cordero di Montezemolo, il primo il più "anti-bocciano" di Confindustria e il secondo il "più vacchiano" di Viale dell'Astronomia) e su quelli del Lazio, dove nonostante il sostegno a Vacchi dell'altro auto-candidato (ritiratosi anch'egli), il presidente dell'associazione regionale Maurizio Stirpe ha rivendicato la libertà di voto per voti consiliari appartenenti a UniLazio. Due big della Capitale e cioè il past president Luigi Abete e il costruttore-editore Francesco Caltagirone sono per Boccia.
Servono 100 voti per essere designato a successore di Giorgio Squinzi (la nomina formale, poi, all'assemblea privata) e in queste due settimane si stringeranno alleanze per accaparrarsi i circa 40 voti che sono ancora non schierati. Lunedì in Federchimica a Milano, l'assemblea che festeggerà anche i 100 anni dell'associazione, sarà l'ultimo happening confindustriale prima del Consiglio del 31 e da cui emergerà anche la preferenza dei chimici che pare essere per Boccia (mentre Farmindustria è schierata su Vacchi).
La giornata di oggi si è aperta con un abbraccio tra il patron di Ima e l'imprenditore alla guida della Arti Grafiche Boccia di Salerno che sono arrivati nello stesso momento nella sede di viale Astronomia. Boccia ha definito il clima "ottimo, di grande stima e fair play" con Vacchi e ha evidenziato che si tratta "di una bellissima sfida su posizioni anche diverse su alcuni punti, ma sostanzialmente identiche sulla questione valoriale e di identità di Confindustria". Anche Vacchi ha affermato che il clima durante il confronto è stato "positivo": "quello che si paventava essere una potenziale contrapposizione tra due schieramenti nella sostanza non si concretizza e credo sia molto importante per il bene del sistema e di Confindustria".
Il primo passo dei lavori di oggi è stata la breve relazione dei saggi sull'andamento delle consultazioni con la base. Al richiamo della presidenza Squinzi, è partito un lungo e caloroso applauso come riconoscimento del lavoro svolto nei quattro anni del suo mandato. E proprio Adolfo Guzzini, Giorgio Marsiaj e Luca Moschini, hanno voluto precisare con un comunicato stampa che i numeri circolati sui consensi ottenuti dai candidati e che anche Affaritaliani.it ha pubblicato non sono stati diffusi da loro e dunque non sono ufficiali. Non una smentita, ma un sottolineare la non paternità delle cifre (sui voti consiliari al 10 marzo a cui si sono aggiunte poi delle stime). Poi, come da prassi in ordine alfabetico, è stato per primo Boccia a esporre il suo programma e poi Vacchi.
Per l'imprenditore salernitano, candidato della Piccola Industria appoggiato dal past president Emma Marcegaglia e dai Giovani di Marco Gay, è necessario puntare su fattori di sviluppo e di produttività e su questo le relazioni sindacali devono ricoprire un grande ruolo. "Negli ultimi 10 anni abbiamo perso rispetto alla Germania 30 punti di costo di lavoro per unità di prodotto. Occorre una grande stagione di recupero di produttività: le relazioni industriali devono essere un grande fattore di competitività per il Paese, con una grande piattaforma nell'interesse di tutti e non contro qualcuno, per le imprese e per i lavoratori italiani".
La parola d'ordine è "l'ossessione per la crescita del Paese e delle imprese: occorre tirare fuori dalle secche l'Italia, investendo, innovando e rimettendo il sistema industriale al centro dello sviluppo". E' necessario "ribadire con forza la centralità dell'industria come principale antidoto alla stagnazione e alla bassa crescita". Boccia ha posto anche l'accento sulla questione fiscale: "Il nostro sistema resta oppressivo nei carichi e negli adempimenti. Continuiamo a pagare non solo troppe tasse, ma anche cattive tasse", si legge nel suo programma. Bisogna agire sulla riforma dello Stato andando avanti con le semplificazioni e la riforma di giustizia e pubblica amministrazione. Grande attenzione infine al Sud che non ha "bisogno di politiche speciali, ma, piuttosto, di politiche piu' intense".
Il presidente di Unindustria Bologna Vacchi, che può contare sul sostegno della blasonata Assolombarda di Gian Felice Rocca, ha invece puntato molto sulla "filiera orizzontale per rendere competitiva la manifattura italiana". Inoltre secondo l'amministratore delegato di Ima, Confindustria deve "riconquistare lo spazio al tavolo delle decisioni pubbliche, costruire un'agenda partecipata che coinvolga i territori, far evolvere il sistema industriale verso il mondo digitale, attuare politiche industriali che non facciano differenze tra piccole e grandi imprese".
E ancora formazione, ricerca e innovazione ma anche comunicare il ruolo dell'impresa nella società. E' inoltre assolutamente necessario "impostare le relazioni sindacali con logiche nuove di confronto aperto come è giusto fare" per recuperare la competitività. Impegno primario della prossima presidenza confindustriale sara' quello di riuscire a dare alle imprese di ogni dimensione e settore una 'scatola degli attrezzi' - costruita a livello interconfederale - dalla quale ogni azienda possa scegliere il modello di contrattazione più coerente con le proprie esigenze". E ha sottolineato "sono convinto sia sbagliato ritenere che per avere libertà di decisione nei rapporti di lavoro sia meglio non essere associati a Confindustria. Semmai è vero proprio il contrario".

 

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