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Economia
Confindustria, vince Giuseppe Pasini. Affari ha guardato i bilanci e...

Certo, sono solo numeri, perché alla fine il nuovo presidente della Confindustria verrà designato in base ai voti che il singolo candidato riceverà in Consiglio generale. Tant’è che in Viale dell’Astronomia viene ripetuta come un mantra la massima che “per fare il presidente ci vogliono i voti” ovvero le preferenze accordate in base al consenso che chi aspira a diventare il numero uno è stato in grado di costruire sul territorio, anche macinando kilometri, stringendo le mani e facendo sentire la propria vicinanza agli oltre 150 mila imprenditori associati alla Confindustria. Se si dovesse però decretare il vincitore in base ai numeri del business della propria azienda di provenienza, il prossimo presidente della confederazione dell’Aquilotto dovrebbe essere il bresciano Giuseppe Pasini, presidente di Feralpi e degli industriali della Leonessa.

Illy ape 3
Andrea Illy

Affaritaliani.it ha preso visione degli ultimi bilanci delle aziende di tutti i cinque potenziali candidati che puntano a raccogliere il testimone da Vincenzo Boccia: la Synopo Spa del presidente di Assolombarda Carlo Bonomi, impresa che si occupa di commercio all'ingrosso di articoli medicali ed ortopedici, la Mattioli Spa della vicepresidente di Confindustria Licia Mattioli attiva nella produzione e vendita di gioielli, la IllyCaffè Spa dell’ex numero uno di Altagamma Andrea Illy, la Sistem Costruzioni Srl del presidente di Federlegno Emanuele Orsini che si occupa di costruzione di abitazioni in legno e la Feralpi Spa di Pasini, attiva nel settore della siderurgia.

LP 9156465
Licia Mattioli

Da quanto emerge dai documenti contabili di queste cinque aziende (tutte non quotate), quello che può contare su un giro d’affari maggiore è Pasini: 1,366 miliardi di euro (1,244 nel 2017) realizzati per il 60% all’estero da un gruppo che in totale dà lavoro a 1.556 dipendenti e che ha un debito totale di 549,7 milioni di euro. Il bilancio 2018 di Feralpi si è chiuso in nero con 53,7 milioni di profitti, in crescita dai 30,576 milioni dell’anno precedente.

Al secondo posto, sempre analizzando le principali voci, c’è Andrea Illy, presidente della IllyCaffè: nel 2018 il gruppo triestino del caffè ha messo a segno un fatturato di 490,5 milioni di euro, in crescita dai 478,4 dell’anno precedente, giro d’affari che gli è valso a fine esercizio 18,09 milioni di utili, risultato finale anche questo in crescita rispetto ai 13 milioni di profitti dell'anno precedente. La IllyCaffè ha un debito di 240,15 milioni di euro e impiega 1.294 dipendenti.

Emanuele Orsini
Emanuele Orsini

La medaglia di bronzo va alla torinese d’azione Licia Mattioli: la sua Mattioli Spa, che dà lavoro a 193 persone, ha potuto contare nel 2018 su un giro d’affari di 53,325 milioni, in crescita dai 43,257 dell’anno precedente. Ricavi che hanno generato a fine esercizio 2,413 milioni di profitti (dai 963 mila del 2017). La Mattioli Spa ha un debito di 24,273 milioni.

Fuori dal podio ci sono la Sistem del modenese Emanuele Orsini e la Synopo di Bonomi.

La prima, che impiega 52 dipendenti, nel 2018 ha generato, a fronte di 23,2 milioni di debiti totali, 26,041 milioni di ricavi, fatturato in calo rispetto ai 38,4 dell’anno precedente e che ha consentito di realizzare 563 mila euro di utili (978 mila euro nel 2017).

Carlo Bonomi
Carlo Bonomi

La seconda, che ha un organico di 8 dipendenti e un debito di 3,4 milioni, è l’unica delle cinque che ha chiuso in perdita il bilancio dello scorso anno: 275 mila euro di rosso, risultato in calo rispetto agli 1,98 milioni di utili dell’anno precedente, generati da un giro d’affari di 2,18 milioni (2,12 milioni nel 2017).

@andreadeugeni

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