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Economia
Conti pubblici, debito italiano non scenderà. Per l'Ue è colpa della manovra

Conte: stime Commissione Ue sottovalutano impatto nostre misure - "Il Rapporto della Commissione europea sulle stime di crescita sottovaluta decisamente l'impatto delle misure economiche varate che si dispiegherà nei mesi a venire". Così il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in conferenza stampa a palazzo Chigi ha risposto a proposito delle critiche di Bruxelles alla situazione dei conti italiani. "Stiamo pagando il peso di una contrazione dello scenario internazionale, la guerra dei dazi, c'è anche una debolezza della domanda interna nostra ma è anche vero che la solidità economica del nostro paese rimane integra - ha aggiunto Conte -. Il basso livello del debito privato, l'ampio surplus commerciale, l'export molto forte, perchè diversificato e anche il sistema bancario che negli ultimi mesi ha fatto notevoli passi avanti per contenere i debiti deteriorati. Quando noi ripetiamo che i fondamenti del sistema economico italiano sono saldi è un dato reale. Poi ovviamente si apre uno scenario dove le scelte possono essere ritenute... ognuno può avere la propria ricetta. Noi siamo convinti della nostra che ci darà ragione. Volevamo evitare l'errore di politiche recessivie quando invece il ciclo economico non è favorevole. Noi tendiamo a promuovere l'equità sociale che è altrettanto importante del Pil, inoltre per crescere bene occorre coordinare più efficacemente le politiche di azione fare sistema anche nelle politiche di bilancio".

E' netta la valutazione della Commissione europea sulle scelte di bilancio ed economiche del governo italiano. Annunciata nelle dichiarazioni pubbliche delle scorse settimane, nonostante l'accordo sul bilancio 2019, al primo appuntamento del semestre europeo di sorveglianza europea, la valutazione e' negativa su tutta la linea. 'In Italia i progressi in alcune aree degli anni scorsi sono stati oscurati da prospettive peggiori dovute largamente dal deterioramento i bilancio previsto e dal blocco generale dell'agenda di riforme'.

La Commissione europea mantiene l'Italia nel gruppo di paesi sotto osservazione per squilibri macroeconomici eccessivi a causa di debito alto, dinamica della produttivita' debole prolungata che 'implica rischi rilevanti transfrontalieri in un contesto di crediti deteriorati tuttora alto e alta disoccupazione'.

La Commissione non da' indicazioni sulle prossime mosse: sara' solo dopo le elezioni europee di fine maggio, sulla base del programma di bilancio che l'Italia dovra' inviare prima della meta' di aprile a Bruxelles, che decidera' il da farsi. La pubblicazione del 'country report' e' la base analitica che fotografa la situazione attuale per cui non ci sono elementi che possano indicare se per la Commissione e' necessaria una manovra aggiuntiva a breve. In ogni caso cio' che conta per Bruxelles e' che non peggiori il deficit in termini strutturali, cosa che comunque l'Italia sta rischiando. Non e' un caso che negli ultimi giorni il Tesoro e palazzo Chigi abbiano ripetutamente indicato che si stanno preparando interventi a sostegno della crescita anche per parare i colpi di un ennesimo giudizio negativo da parte comunitaria.

Per la Commissione, e' scritto nel rapporto, 'le recenti misure hanno fatto fare retromarcia a elementi delle riforme precedenti e cio' avra' effetti negativi sulla sostenibilita' delle finanze pubbliche, sulla produttivita' e sulla crescita potenziale'. In prospettiva, 'l'aggravio o la riduzione degli squilibri dipendera' essenzialmente dagli impegni e dalla loro attuazione: la Commissione monitorera' da vicino gli sviluppi della situazione e valutera' i passi politici e gli impegni per fronteggiare gli squilibri'.

Si sottolinea come la competitivita' da costi e' stabile, ma persiste una debole crescita della produttivita' che ha origini nelle annose questioni che riguardano il funzionamento dei mercati del lavoro, del capitali e dei prodotti alle quali si aggiungono le debolezze della pubblica amministrazione e del sistema della giustizia che riduce il potenziale di crescita'. Lo stock di 'non performing loans' ha continuato a calare 'in misura significativa ma mantenere il ritmo di riduzione potrebbe dimostrarsi difficile date le condizioni di mercato'. Rendimenti sovrani piu' elevati rispetto ai livelli di inizio 2018 'stanno avendo effetti negativi sui costi di finanziamento delle banche e sui 'cuscinetti' di capitale pesando sulla capacita' di concedere crediti al resto dell'economia e sulla crescita economica'.

Nonostante 'alcuni progressi nella sistemazione dei bilanci bancari, nelle riforme delle regole sull'insolvenza e sulle politiche attive del lavoro, lo slancio per le riforme e' rimasto in stallo nel 2018'. Inoltre, pesano 'le incertezze relative all'orientamento del governo che hanno contribuito ad aumentare le pressioni sui mercati e a piu' alti rendimenti dei titoli sovrani italiani nel corso dell'anno scorso' per cui 'l'aggravio o la riduzione degli squilibri macroeconomici dipendera' dalle scelte per migliorare la qualita' dei conti pubblici, aumentare l'efficienza della pubblica amministrazione e della giudstizia, migliorare il contesto per il business e rafforzare il mercato del lavoro e il sistema finanziario'.

Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, nella comunicazione che accompagna il rapporto e' scritto che 'il suo successo dipende largamente dalla sua 'governance''. Due altri paesi sono nella lista dei paesi con squilibri macro-economici eccessivi: Cipro e Grecia.

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