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Economia
Coronavirus, decreti ok e debito sostenibile: assist di Bankitalia a Conte

Di solito, Banca d’Italia non è mai stata tenera con i governi. Anzi, Via Nazionale è stata spesso in passato una scomoda voce critica che anche con il primo governo Conte, nonostante gli attacchi frontali di M5S e Lega, non si è tirata nel muovere le proprie contestazioni sulla modo con cui venivano manovrate le leve di politica economica.

banca d'italia ape
 

Ora però da Palazzo Koch, in uno dei momenti più critici dal dopoguerra con il debito-Pil in corsa verso il 155,7%, un aumento per metà dovuto, ha sottolineato Banca d’Italia, per il crollo del Pil (-8% nelle stime del Def) da lockdown post-Coronavirus che ha appena spinto Fitch a downgradare il merito di credito del Paese portandolo a un notch dal livello “spazzatura”, è arrivato un doppio assist alla coppia Conte-Gualtieri nella gestione dell’emergenza finanziaria.

Una rassicurazione, cioè, per investitori e partner europei sulla sostenibilità del debito pubblico italiano, gonfiato poi anche dal massiccio ricorso al deficit-spending (il Governo lo stima al 10,4% del Pil nel 2020) per cercare limitare gli impatti del Covid-19 sull’attività economica di imprese e famiglie. Accompagnata da un disco verde all’apertura dei cordoni della borsa per finanziare la ripresa, compreso, “considerando e condizioni cicliche attese per l'anno prossimo", il disinnesco delle clausole di salvaguardia per il 2021.

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“E’ condivisibile la valutazione espressa nel Def, secondo cui l'economia avrà bisogno di un adeguato periodo di sostegno e rilancio, durante il quale politiche di bilancio restrittive sarebbero controproducenti”, ha sottolineato infatti il capo del dipartimento di economia e statistica di Bankitalia, Eugenio Gaiotti, durante l'audizione sul Def davanti alle Commissioni congiunte Bilancio di Senato e Camera, perché tutti gli scenari indicano che la pandemia avrà "ripercussioni molto forti che si estenderanno oltre il breve periodo. Incertezza che può pesare in maniera prolungata sugli investimenti e sui consumi”, quindi “l'efficacia delle politiche di sostegno avrà un ruolo essenziale".

Fitch Ratings
 

Secondo Banca d’Italia, l’impatto negativo sull’economia potrebbe andare oltre l'8% previsto nel Def "in uno scenario in cui fosse meno favorevole l'evoluzione dell'epidemia, peggiorassero gli sviluppi nell'economia internazionale e vi fossero effetti su fiducia e redditi dei consumatori prolungati nel tempo”, anche se "valutazioni di questo tipo sono presentate anche in uno scenario di rischio incluso" nel documento appena licenziato dal Governo.

Però, nonostante il forte impatto sui saldi di finanza pubblica e una ripresa economica che più ad una “V” assomiglierà ad una “U" ("il protrarsi dell'epidemia porterà a una caduta del prodotto, verosimilmente più accentuata, anche nel secondo trimestre, cui potrebbe fare seguito un recupero nella seconda parte dell’anno"), ”la sostenibilità del debito non è alterata da uno shock temporaneo, anche di ampia portata, in presenza di una strategia credibile per i conti pubblici e per la crescita dell'economia, che garantisca nel medio termine un'evoluzione favorevole del differenziale tra la dinamica del prodotto e l'onere medio del debito”. Quadro tendenziale che il ministro del Tesoro Roberto Gualtieri ha garantito nel Def.

Quindi, nessuna preoccupazione per il downgrade di Fitch che "è stato motivato pressochè esclusivamente dalla crisi pandemica, che è una crisi globale. Le nostre analisi - ha concluso Gaiotti - sono in linea con le valutazione di altre agenzie, che nei giorni scorsi hanno confermato il rating". 

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