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Economia
Covid, exploit di Ipo sulle Borse della Cina. Azioni per 47,5 miliardi
(fonte Lapresse)

Covid, boom di Ipo sui mercati cinesi 

Il covid ha fatto boom di Ipo sui mercati cinesi. Secondo quanto riportato dal Sole24Ore se si guardano i dati Reifinitiv da inizio anno emergono collocamenti di azioni sulle piazze di Shangai e Shenzen per un controvalore di 47,5 miliardi di dollari, uno dei dati più alto di sempre. Ma soprattutto è senza precedenti il fatto che le Ipo cinesi siano arrivate a rappresentare il 27% del totale collocato. Una quota che sale al 43% se si sommano i dati di Hong Kong. 

Covid: i motivi dell'exploit 

Ma quali sono i motivi di questo boom? Secondo quanto fa il Sole24Ore, il primo è il momento molto positivo che stanno attraversando i listini di Shangai (+9,11% da inizio anno) e Shenzhen (+32%) favoriti dalla ripresa economica della Repubblica popolare. Ma esiste anche una motivazione più tecnica: l’attivazione del listino Star da parte delle autorità cinesi. Star è un listino che, a differenza delle piazze tradizionali, non prevede requisiti molto stringenti per l’ammissione. 

Star è un progetto del governo cinese per creare una sorta di competitor del Nasdaq, nel quale attirare in particolare le aziende del comparto della tecnologia. Molti titoli che si sono quotati sullo Star erano giù quotati in altre piazze come Hong Kong attirati dalle valutazioni particolarmente elevate (in media le società dello Star quotano 93 volte gli utili). Società di altri listini possono quotarsi sullo Star.come riporta il Sole24Ore, purché abbiano una capitalizzazione minima di 200 miliardi di yuan (circa 30 miliardi di dollari) o 20 miliardi di yuan nel caso di aziende del comparto tecnologia. Tra Ipo e quotazioni secondarie sono state fatte operazioni per 22 miliardi su questa piazza. Finora sono soprattutto le società cinesi quotate ad Hong Kong ad aver preso la decisione di quotarsi anche in madre patria sullo Star (si calcolano quotazioni per 11 miliardi di dollari da inizio anno). Non è escluso che anche altre società cinesi quotate a Wall Street scelgano di prendere questa strada. 

I dati riportati dal Sole24Ore ci dicono che il controvalore delle società quotate cinesi quotate alla Borsa americana è intorno ai 2500 miliardi di dollari. La metà circa di quanto capitalizzano quelle quotate a Hong Kong mentre il valore di mercato delle piazze di Shangai e Shenzen ha superato di recente i 10mila miliardi di dollari. 

Covid: Cina-Usa un nuovo capitolo di guerra fredda 

Nonostante la politica anti- cinese del presidente Trump negli anni della sua amministrazione le ipo di aziende cinesi non hanno non hanno registrato alcun rallentamento. Se ne calcolano 102 per un controvalore di 25,5 miliardi di dollari raccolti. Quest’anno- stando alla banca dati di S&P Market Intelligence – ci sono state 31 Ipo cinesi al Nyse e al Nasdaq per un controvalore collocato di 8,7 miliardi di dollari. 

Il Sole fa poi sapere che la trasparenza di molte delle quotate cinesi a Wall Stret lascia molto a desiderare e spesso verificare la veridicità dei dati di bilancio è una missione impossibile. Alle autorità americane viene bandito l’accesso ai documenti dei revisori di bilancio e la Cina proibisce ogni attività di inchiesta da parte di autorità di vigilanza estere. Per questo è allo studio negli Usa un provvedimento per delistare automaticamente le società cinesi che non rispettano i requisiti minimi di trasparenza. Un altro capitolo nella guerra fredda tra le due superpotenze.  

Covid, mobilità: anche Didi punta a quotarsi in Borsa a Hong Kong 

Didi Chuxing, la principale azienda cinese di ride-hailing, starebbero valutando di quotarsi sul mercato azionario di Hong Kong con un'offerta pubblica iniziale multimiliardaria il prossimo anno, secondo fonti interne citate dalla "Reuters". Didi, sostenuta da giganti degli investimenti tecnologici come SoftBank, Alibaba e Tencent, avrebbe avviato i primi colloqui con le banche di investimento per la tanto attesa quotazione, secondo le tre fonti.

Secondo quanto riferito la società con sede a Pechino punterebbe a una valutazione di oltre 60 miliardi di dollari per la quotazione, prevista per la prima metà del 2021. Fondata otto anni fa, Didi ha iniziato a generare profitti significativi dal secondo trimestre dell'anno e alcuni dei suoi investitori sono ora desiderosi di incassare, avrebbe aggiunto una delle fonti. Didi starebbe anche considerando un nuovo round di raccolta fondi prima della quotazione nel tentativo di aumentare la propria valutazione, sempre secondo le fonti. 

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