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Economia
Creval, derisking e ritorno alla cedola. Il nuovo piano accende la Borsa

Banca commerciale solida, sforbiciata dell’80% delle sofferenze per abbassare il profilo di rischio, una divisione ad hoc per gestire gli Npl e il ritorno al dividendo dal 2021. Sono le nuove strategie del Creval che il neo AD Luigi Lovaglio, da poco incassata la fiducia del maggiore azionista francese Denis Dumont (con quota che passa dal 5,78% al 7,62% nel capitale), ha varato per i prossimi 5 anni.

“Il Piano Industriale pone le basi per una crescita sostenibile del business Creval, mettendo al centro le famiglie e le piccole e medie imprese nei territori in cui operiamo, che insieme ai nostri dipendenti sono il vero patrimonio della Banca”, così ha esordito Luigi Lovaglio, Amministratore Delegato di Creval, agli analisti. “Il nuovo Piano è basato sul rilancio dell’attività commerciale, sull’ottimizzazione e semplificazione dei processi nonché su importanti azioni che mirano a superare in maniera decisiva le legacy di bilancio, con una separazione tra attività core e non-core. La nostra banca è molto ben posizionata per conseguire gli obiettivi che ci siamo prefissati e per generare valore per i nostri azionisti, e per tutti gli stakeholder, anche grazie a una politica di dividendi attrattiva”. “Vogliamo avere al centro della strategia e del nostro modello organizzativo il cliente e diventare campioni nella gestione del risparmio perché crediamo che l’aspetto commerciale sia fondamentale per dare sostenibilità e risultati”.

È un piano che parla di crescita anche in termini di risorse umane, ha dichiarato in conferenza stampa e ribadito ai microfoni di Affaritaliani.it l’AD di Creval: “In quasi tutti i piani che ho visto si parla di licenziamenti; il nostro parla di crescita, dunque di assunzioni. Personalmente ho un impegno morale: non voglio licenziare nessuno, ma assumere figure chiave. Per questo dovremo essere molto selettivi”. Soprattutto in vista di un istituto bancario digitale: “Credo che non si possa sostituire la capacità di relazione delle persone, quindi il nostro compito è integrare il digitale con l’aspetto relazionale. L’ideale è che il cliente abbia la stessa esperienza in tutti i canali di comunicazione con la banca. Per fare questo è necessario dotarsi di ruoli specialistici in ambito digitale e portare a bordo i giovani per la loro visione innovativa”.

Lovaglio si è detto soddisfatto delle partnership in essere (con Crédit Agricole, Anima SGR e Compass): “Sono tutte partnership importanti che ci danno la possibilità di essere supportati da eccellenze”; tuttavia, sui rumor di eventuali operazioni di M&A, l’AD ha commentato: “In questo momento la priorità è crescere organicamente, diventare più forti ed efficienti. Vogliamo essere presenti nel territorio e portare la produttività della banca sopra la media. In questo modo saremo più attrattivi e potremo sederci al tavolo con chiunque per discutere di eventuali partnership. Sicuramente non accadrà da qui ai prossimi due anni dove pensiamo solo a crescere con i nostri clienti. Nel 2021 vogliamo raggiungere i 100 milioni di utile e fino ad allora ci concentreremo solo su questo target”. Lovaglio ha poi lasciato intendere che non c’è interesse a una possibile operazione su Carige.

Sugli NPL Lovaglio ha infine fatto sapere che aspira a vendere la totalità entro il 2020, ma ha anche precisato: “Non volgiamo vendere in fretta e a tutti i costi. Certo è che, prima liberiamo il bilancio da questa eredità, meglio è, perché potremo concentrarci sugli obiettivi di crescita a partire da un mindset diverso per tutti”.

Piano strategico Creval 2019-2023: risultati attesi

Le strategie messe in atto con questo Piano permetteranno al gruppo lombardo di realizzare 138 milioni di euro di profitti a fine piano, (con Roe del 6% circa al 2021 e superiore dell'8% al 2023) e di ritornare a distribuire il dividendo (con un payout ratio superiore al 50%) dal 2021. 
Il nuovo assetto organizzativo prevede la separazione delle attività della piattaforma commerciale dal portafoglio legacy di crediti deteriorati del gruppo (pari a 1,9 miliardi al 31 marzo 2019) che confluirà in una divisione non-core.

 L’obiettivo è la riduzione dello stock dei lordi pari a circa l'80% nell'arco di piano (da 1,9 miliardi a 0,4 miliardi al 2023). Tale portafoglio sarà gestito da una struttura dedicata alla quale saranno allocate 50 risorse. Ci sarà anche una rivisitazione del portafoglio titoli che passerà da 8 miliardi a circa 4 miliardi al 2013. 

Con il rilancio della piattaforma commerciale ci sarà anche un'allocazione di circa 240 risorse verso ruoli a maggiore valore aggiunto e programmi di formazione volta a sviluppare ulteriormente le competenze, unitamente a una riqualificazione importante delle risorse verso attività di tipo commerciale. Dall'implementazione delle iniziative di piano, è atteso un contributo incrementale al risultato netto operativo pari a circa 105 milioni euro al 2021 e circa 160 milioni al 2023.

Attesa una riduzione del costo del rischio a circa 55 punti base al 2021 e circa 50 punti base al 2023 "grazie al focus sulla riduzione delle attività non-core e a un ripensamento delle politiche di concessione e di monitoraggio del credito". Il piano prevede infine il mantenimento di una robusta posizione di capitale con un CET 1 ratio fully loaded superiore al 14% sia al 2021 che al 2023, tenendo conto delle cessioni di NPE.

Piano strategico Creval 2019-2023: la governance

Per raggiungere i target, l'ex banchiere di UniCredit ha deciso di mettere mano anche alla struttura della banca, una governance che prevede che le due principali aree (retail e small business) vengono organizzate in due direzioni a riporto diretto del Ceo. Il gruppo, da cui usciranno l'attuale chief financial officer Ugo Colombo e il chief commercial officer Roberto Tarricone, prevede che la responsabilità delle aree - alle quali competerà anche il coordinamento del network territoriale - sia affidata a due senior manager interni con una forte connotazione commerciale.
L'area retail farà capo a Stefano Aquilino, attualmente alla guida della direzione territoriale Nord-Ovest, mentre Roberto Dossi, attualmente a capo della direzione territoriale Milano, guiderà l'area small business. Al fine di garantire un adeguato focus sulla riduzione delle attività finanziarie e la dismissione dei non-core asset, viene riorganizzata l'area chief financial officer con lo scorporo in due direzioni: l'area Finanza e Partecipazioni e il Capital Management vengono allocate alla direzione financial stakes & non core assets, affidata al vice direttore vicario Umberto Colli e posta a diretto riporto del Ceo e la direzione Accounting, Planning & Control viene affidata a Simona Orietti, a cui faranno capo le funzioni di pianificazione e controllo, amministrazione e bilancio e cost management, quest'ultima con riporto al Ceo.
A capo delle risorse umane andrà Raffaella Cristini, attualmente responsabile della direzione marketing strategico e prodotti e verrà costituita una direzione ICT, Operations & Services affidata ad Alberto Fiorino, attualmente capo dell'Ict. 

Piano strategico Creval 2019-2023: bene il titolo a Piazza Affari

Le strategie di Lovaglio sono state accolte bene da Piazza Affari che ha fatto scattare gli acquisti sul titolo Creval dopo il varo del piano. Le quotazioni guadagnano il 3,5% a 0,0591 euro con volumi pari a 17 milioni di pezzi passati di mano, a metà mattina, già sostanzialmente in linea con la media di un'intera giornata dell'ultimo mese. 

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