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Economia
Dazi: cellulari, pc, giocattoli e consolle. Trump prepara il nuovo colpo a Xi

Telefoni cellulari per 44,8 miliardi dollari, laptop per 38,7 miliardi giocattoli per quasi 12 miliardi. E ancora: consolle per video-game per 5,4 miliardi, televisori, schermi Lcd e monitori per i computer per oltre 9 miliardi di dollari di importazioni cinesi. Se Xi Jinping al G20 di Osaka, i prossimi 28 e 29 giugno, non tornerà al tavolo con Donald Trump per riaprire la trattativa sul fronte commerciale fra le due prime economie al mondo, il presidente americano potrebbe far scattare una nuova ondata di dazi "con effetto immediato" su beni di largo consumo che milioni di americani usano ogni giorno. Barriere tariffarie del 25% che riguarderanno complessivamente 300 miliardi di dollari di merci cinesi che servono il ricco mercato statunitense.

xijinping ape
 

In questa maniera, il tycoon newyorkese è sicuro di riuscire a convincere Pechino a riprendere il dialogo dopo che nell'ultimo mese si è interrotto bruscamente facendo finire il negoziato ad un punto morto, con che Washington ha accusato il Dragone di aver fatto marcia indietro su impegni già presi. Un pressing che se non andrà a buon fine permetterà a Trump, secondo gli osservatori, di incolpare la Cina per aver rinunciato al meeting

Per raggiungere il suo scopo, The Donald è tornato ad usare anche il colosso cinese delle tlc Huawei che, sebbene rappresenti "una minaccia per la sicurezza nazionale" a stelle e strisce (è stato messo al bando), allo stesso tempo "potrebbe fare parte di un accordo con la Cina".

Trump
 

Così, in una intervista telefonica con Cnbc, ieri il leader statunitense ha detto che sarebbe sorpreso se Xi non partecipasse al summit nipponico dove oltre a un faccia a faccia con il presidente cinese, dovrebbe avere un colloquio riservato anche con Vladimir Putin. Trump ha ribadito di avere una "bella relazione" con Xi, definito un "uomo incredibile".

Il 10 maggio, fallite le trattative a Washington sull'ultimo miglio di una potenziale intesa commerciale, la Casa Bianca ha optato per un rialzo al 25% dei dazi (dal 10%) adottati nel settembre 2018 contro 200 miliardi di dollari di importazioni cinesi. Trump ha espresso ottimismo sul fatto che alla fine un accordo commerciale verrà siglato. "Ci sarà un accordo. Sapete perche'? Per via dei dazi... la Cina è totalmente decimata dal fatto che le aziende stanno lasciando la nazione, trasferendosi in altri Paesi, incluso il nostro, perché non vogliono pagare dazi".

Cina
 

Infine, nell'ennesimo attacco contro la Federal Reserve, "colpevole" di non avere tagliato i tassi, Trump ha aggiunto: "Non dimenticatevi che il capo della Fed cinese è il presidente Xi... può fare quello che vuole". Come a dire che la Cina ha un vantaggio competitivo che la sua America non ha per colpa della banca centrale, "che non abbassa i tassi. Abbiamo il diritto di avere condizioni di gioco alla pari, ma anche senza di esse - per via del fatto che la Fed è molto, molto distruttiva - stiamo vincendo”. Gli occhi ora sono tutti su Pechino e sull'agenda di Xi Jinping. 

Intanto, nonostante la minaccia, i listini asiatici e Shanghai e Shezen in particolare hanno imboccato la via dei rialzi questa mattina. Il timore di nuove barriere tariffarie è stato compensato dalla promessa di Pechino di nuove misure di stimolo a sostegno dell’economia. In una dichiarazione rilasciata ad altre agenzie governative, la People's Bank of China ha fatto sapere infatti che sosterrà le emissioni di obbligazioni speciali dei governi locali, la maggior parte delle quali andrà a finanziare investimenti in infrastrutture.

twitter11@andreadeugeni

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