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Economia
Dazi in vigore, Cina: "Da Trump bullismo economico". Si va verso un'escalation
Donald Trump e Xi Jinping (foto Lapresse)

La guerra commerciale tra Usa e Cina è iniziata. Dalla mezzanotte di Washington sono infatti entrati in vigore i dazi del 25% sulle importazioni di 34 miliardi di dollari di beni, prima tranche di un'azione preliminare da 50 miliardi. Il Ministero del Commercio cinese ha replicato, spiegando come le contromisure di risposta siano gia' entrate in azione, immediatamente dopo quelle Usa. Pechino ha definito l'atteggiamento della Casa Bianca "bullismo commerciale" e indicando come gli Stati Uniti "hanno lanciato la maggior guerra commerciale della storia e ci hanno obbligato a rispondere".

Il Ministero ha ricordato di non voler sparare il primo colpo, ma "per salvaguardare gli interessi del nostro Paese e del suo popolo, siamo obbligati a rispondere come necessario". Il ministero ha inoltre riportato come fara' ricorso al Wto e lavorera' con altri Paesi per proteggere il libero commercio internazionale. Inoltre il governo prendera' iniziative per aiutare le societa' piu' colpite dal conflitto. La risposta di Pechino ha avuto un effetto positivo sui mercati azionari cinesi: Shanghai ha chiuso in rialzo dello 0,49%.

La risposta cinese ha suscitato nuove minacce da parte di Donald Trump, che ha rilanciato sulle tariffe, ipotizzando dazi su un totale di altri 500 mld usd di merci cinesi.

Le Borse europee, appesantite dal comparto energia e finanza, sono piatte in terreno negativo. Poco mossa anche Francoforte (+0,08%) nonostante i dati sul debito pubblico che nel 2019, per la prima volta da 17 anni, scendera' al 58,25% del Pil. Sul fronte monetario e' stabile l'euro sul dollaro a 1,1717 a Londra. In calo Londra e Milano (-0,2%) mentre sono piatte Parigi e Madrid. 

La Cina rispondera' alle tariffe Usa con misure analoghe in dimensione ed entita', colpendo importazioni dagli Usa per 34 mld di dollari, in prevalenza beni di consumo (fra cui le auto) e beni agricoli (di particolare importanza la soia) e per circa due/terzi prodotti da multinazionali. La guerra commerciale iniziata dagli Usa si sta allargando: secondo il Peterson Institute of International Economics, da inizio anno sono stati imposti nuovi dazi a livello internazionale su 165 mld di dollari di importazioni.

Per quanto riguarda le importazioni americane, dopo le lavatrici e i pannelli solari, e' stato il turno di acciaio e alluminio, con l'aggiunta dei dazi contro la Cina entrati in vigore oggi, a cui si sommeranno quelli su altri 16 miliardi di dollari. A questi si aggiungono le ritorsioni dei partner commerciali su importazioni dagli Usa: 2,8 miliardi di euro per l'Ue, 12,5 miliardi di dollari per il Canada, 3 miliardi di dollari per il Messico.

L'escalation della guerra commerciale potrebbe poi proseguire con dazi sulle importazioni americane di auto e parti, pari a circa 290 miliardi di dollari nel 2017. "Per ora gli effetti dei dazi si riverberano piu' che altro sul grado di incertezza: eventuali conseguenze sull'economia si sentiranno fra fine 2018 e il 2019", commentano gli economisti di Intesa Sanpaolo. Tuttavia, una guerra commerciale con gli Stati Uniti potrebbe avere un impatto limitato sull'economia cinese e potrebbe non colpire in modo pesante il mercato azionario e valutario locale.

Lo sostiene l'ex capo economista della People's Bank of China, Ma Jun, secondo cui le tariffe su 50 mld usd di merci cinesi, se implementate al 100%, potrebbero abbassare il Pil cinese di 0,2 punti percentuali. Ma indica inoltre come i mercati stiano studiando il tema dazi da oltre due mesi e hanno ormai prezzao i suoi effetti su economia e singole societa'. L'impatto potrebbe addirittura essere stato "eccessivamente interpretato", ha proseguito l'economista. "Saranno inoltre messe in campo contromisure dirette a diminuire l'impatto sulle industrie piu' colpite", conclude Ma.

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