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Economia
Dazi, Trump muove il cavallo e dà scacco all’Europa
Foto LaPresse


Discutibile, controverso ed egocentrico ma un difetto proprio non lo si può attribuire al presidente americano : quello di essere incoerente.

Con una puntualità quasi svizzera, incurante dei giudizi del mondo, sta portando avanti il programma che lo ha portato a vincere le elezioni. ‘ America first’ è il leit motiv della sua azione di Governo per raggiungere gli obiettivi promessi tra cui : riportare 20 milioni di posti di lavoro nel paese e provare ad abbassare la stratosferica cifra di deficit americano, qualcosa come 810 trilioni di dollari.

Il Dazio è tratto. Una politica coerente per l’America first'

Primo passo di questa azione ‘ chirurgica' è stata la politica fiscale rivoluzionaria che ha abbassato le tasse, poi si è agito sul cambio ( solo qualche mese fa il dollaro era quasi alla pari dell’euro) e ora la firma sui decreti per dazi su acciaio e alluminio.
Primo paese nel mirino di questa dichiarazione di guerra commerciale la Cina che con le sue pratiche di dumping ha causato la perdita di quasi 100000 posti di lavoro americani. Ma nel mirino ci sono tutte le nazioni, in primis l’Europa. Il Tycoon americano intende far capire, soprattutto alla Cina, l’importanza della reciprocità.

‘Le guerre commerciali si vincono rapidamente e dovranno mettersi in fila per evitare questi costi’ ha detto un convinto Trump alla firma dei decreti. 
Misure che, al momento, hanno salvato solo Messico, Canada e Australia.
Ma ormai il ‘dazio è tratto’ e la mossa ha provocato, come confermato dal Segretario al Tesoro americano una fila di telefonate di Paesi che chiedono di rientrare nella lista dei paesi amici.
 
Il dazio è tratto. L’Europa rispettosa delle regole commerciali.

E in Europa?

In fondo il Vecchio Continente ha sempre rispettato le regole commerciali e gli accordi internazionali, ma ora questa mossa rischia di spaccarla. Alcuni paesi potrebbero fare accordi direttamente con l’America, indebolendo tutto il sistema europeo. 
Uno di questi, che per il momento è ancora in Europa, è la Gran Bretagna. 

L’export dall’Europa vale quasi 6 miliardi di euro ( 5 milioni di tonnellate di acciaio). Insomma , per i numeri in campo, una partita importante e delicata.

Per il momento Bruxelles si è mossa con grande cautela, nella convinzione che una guerra di questo tipo farebbe male a tutti. ‘Una posizione,quella di Trump che svantaggia tutti’ ha affermato Angela Merkel, posizione condivisa pure dal nostro premier Paolo Gentiloni.

Si vuole rientrare tra i paesi amici ma, se questo non avverrà, sono pronte contromisure su acciaio , alluminio, cereali, jeans e motociclette.

Il dazio è tratto. I rischi del nostro paese

E l’Italia cosa rischia?
Il nostro export verso gli Usa è stato, nel 2017, di 40,5 miliardi di euro. L’import di soli 15 miliardi con un saldo commerciale positivo di 25,5 miliardi.

Per l’acciaio in particolare l’export è stato di 200 mila tonnellate per un valore di 600 milioni di euro. 

Altra voce pesante è rappresentata dall’agroalimentare. Gli Stati Uniti sono , per il food italiano, il terzo mercato di riferimento, dopo Germania e Francia. E non è un caso se la Coldiretti indichi ‘ in un tavolo internazionale di discussione’ la strada maestra per risolvere pacificamente la crisi innescata.

La speranza è comunque di poter rientrare nella short list di paesi graditi ed evitare una guerra commerciale con importanti danni collaterali su occupazione e conti.

Ma il Presidente americano è tosto e lo ha dimostrato anche nella crisi nordcoreana. Non ha mollato di un centimetro sulle posizioni dure contro il leader Kim e ora ha incassato la richiesta , improvvisa e inaspettata, di un prossimo incontro di chiarificazione e speriamo di pace.
La diplomazia europea si spera possa far breccia nella granitica compattezza di Trump, capace di tutto pur di rispettare, nel bene e nel male, gli uomini e le donne che lo hanno votato.
Una coerenza che , di questi tempi e pure da noi, è merce rara.
 
 





 

 

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dazi acciaio cina europatrumprischio italia mercati





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