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Economia
Dazi, Xi tende la mano a Trump. Borse su. Ma sull'acciaio Cina davanti al Wto

Il presidente cinese Xi Jinping ha promesso alle imprese estere un maggiore accesso ai settori finanziario e manifatturiero di Pechino, ribadendo l'impegno a favore di un'ulteriore liberalizzazione dell'economia in un momento di alta tensione commerciale con gli Stati Uniti. Xi ha affermato che sono in fase di implementazione piani per accelerare l'accesso al settore assicurativo, per ampliare il campo d'azione consentito alle istituzioni finanziarie straniere e per ridurre i dazi sulle automobili importate.

Il presidente cinese non e' sceso nei dettagli e non ha mai menzionato il presidente Usa Donald Trump ne', direttamente, gli Stati Uniti e le dispute commerciali in corso con Washington, nel suo discorso al forum di Boao, ma ha promesso in generale nuove aperture del sistema cinese, definendo "fuori posto" la mentalita' da guerra fredda nel mondo contemporaneo. "Solo lo sviluppo pacifico e la cooperazione porteranno risultati win-win.

L'apertura porta al progresso, mentre la chiusura porta alla reclusione", ha affermato Xi. L'apertura del sistema, che ha definito "una scelta strategica" compiuta dalla Cina negli ultimi quaranta anni, e' stato il punto centrale del discorso del presidente cinese. "La porta non si chiudera' e sara' sempre piu' aperta", ha confermato Xi, ribadendo una promessa fatta gia' a ottobre scorso, all'apertura dei lavori del diciannovesimo Congresso del Partito Comunista Cinese.

"Le dichiarazioni" del presidente "sembrano offrire una sponda agli Stati Uniti per riaprire un dialogo sulle politiche commerciali", commentano gli economisti di Intesa Sanpaolo. Inoltre sono arrivare rassicurazioni anche sul fronte valutario.

Le indicazioni secondo cui Pechino avrebbe pronto un piano per utilizzare la svalutazione dello yuan come arma nella guerra commerciale con gli Stati Uniti sono "voci create da speculatori che puntano a confondere l'opinione pubblica", ha infatti detto Guan Tao, ex rappresentante dell'Amministrazione Statale Cinese del Foreign Exchange. "Speriamo i mercati possano migliorare la loro visione", ha detto Guan, "in modo da non essere fuorviati" da queste indiscrezioni.

E infatti le aperture del presidente Xi Jinping infondono ottimismo al mercato. A Piazza Affari, il Ftse Mib staziona sulla parita' con un +0,31% a 23.126 punti, sottoperformando il Dax (+1,16%), il Cac-40 (+0,78%) e il Ftse-100 (+0,42%). Gli operatori puntano l'attenzione sui toni concilianti usati dal presidente cinese Xin Jinping, che hanno ridotto i timori degli investitori su una possibile escalation dello scontro commerciale tra Usa e Pechino.

Le parole del presidente cinese su un'ulteriore apertura della seconda maggior economia del mondo alimentano la propensione al rischio, sottolinea Hussein Sayed, Chief Market Strategist di FXTM. Per l'esperto, comunque, "i nuovi rischi geopolitici" sulla situazione in Siria "non possono essere ignorati". "Il tema della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti, market driver delle ultime sedute, ha fatto oscillare su e giu' i mercati, senza gonfiare piu' che tanto l'indice della paura: operatori all'erta, preoccupati ma non troppo.

L'indice di volatilita' VIX si e' mantenuto tra 13,31 e 26,22 a marzo e oggi oscilla intorno a 20, livelli molto piu' elevati rispetto a un anno fa, quando il VIX oscillava intorno a 10, ma decisamente piu' contenuti rispetto a febbraio, dove il VIX ha raggiunto il picco di 50", afferma Andrea De Gaetano, Senior Analyst di Olympia Wealth Management.

Sul fronte dell'operativita' sui mercati, evidenzia l'esperto, "nella settimana corrente i dati sull'inflazione Usa" in pubblicazione domani, oltre alle "prime trimestrali americane importanti, da venerdi', potrebbero essere il catalizzatore del movimento. Finche' le aziende fanno utili e i tassi restano bassi, i battibecchi tra Stati Uniti e Cina non basteranno a far uscire il toro dall'arena. Viceversa, l'orso potrebbe svegliarsi davvero dal lungo letargo", parafrasa l'analista. 

Intanto, pero, la Cina ha fatto ricorso al Wto contro i dazi imposti dagli Stati Uniti sull'importazione di acciaio e alluminio. Pechino ha chiesto che la questione dei dazi sia discussa con gli Stati Uniti davanti al Wto. Il ricorso e' stato presentato il 5 aprile.

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