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Economia
Def,da manovra 0,3 punti di Pil. Pensioni,altolà di BankItalia-Corte dei Conti

Altolà della Banca d'Italia e della Corte dei Conti sulle pensioni: non si torna indietro dalla Fornero. Le audizioni in Senato sulla Nota di aggiornamento al Def sono l'occasione per le istituzioni di mettere dei paletti all'azione futura del governo per preservare il corretto percorso di risanamento della finanza pubblica, dato l'alto livello di debito pubblico.

"Le ultime proiezioni sulla spesa pensionistica mettono in evidenza l'importanza di garantire la piena attuazione delle riforme approvate in passato, senza tornare indietro", sottolinea il vice direttore generale della Banca d'Italia, Luigi Federico Signorini, davanti alle commissioni Bilancio congiunte a Palazzo Madama. Perché, gli fa eco poi Arturo Martucci, il presidente della Corte dei Conti, "ogni arretramento su questo fronte esporrebbe il comparto e quindi la finanza pubblica in generale a rischi di sostenibilità". Anche perché, conclude, "quella che si sta aprendo sarà una fase straordinariamente favorevole per la correzione del debito nonostante la risalita dei tassi incorporata nelle previsioni. E' una occasione che non può essere persa".

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"Il difficile percorso che ci attende" nel processo di risanamento della finanza pubblica "non consente cedimenti o rallentamenti", spega ancora Martucci. E' necessario quindi, riguardo alla riforma Fornero, "confermarne i caratteri strutturali, a partire dai meccanismi di adeguamento automatico alcuni parametri, come i requisiti anagrafici di accesso alla evoluzione della speranza di vita e la revisione dei coefficienti di trasformazione".

Anche per Banca d'Italia, il momento congiunturale èì di quelli da non sprecare. Trend che accomuna le economie del nostro Paese, di Francia e Spagna. 

"Le proiezioni che abbiamo pubblicato nel Bollettino economico in luglio prefigurano una crescita del Pil dell'1,4% nel 2017 e di poco meno nei due anni successivi. Le informazioni resesi disponibili nelle ultime settimane suggeriscono che il risultato per l'anno in corso potrebbe anche essere leggermente migliore", ha rilevato infatti Signorini.

Da parte sua, il Governo Gentiloni spiega nella Nota di aggiornamento al Def che la manovra  per il prossimo anno avrà un "impatto positivo sul tasso di crescita del Pil in termini di differenziale tra lo scenario programmatico e il tendenziale pari a 0,3 punti percentuali in ciascuno degli anni 2018 e 2019". La spinta più importante alla crescita del Pil tra le voci della prossima legge di Stabilità è assicurata dalla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia (aumento dell'Iva) per 0,3 punti percentuali nel 2018 e altrettanto nel 2019 (0,33 punti) per un totale di 15,743 miliardi il primo anno e 11,438 miliardi il secondo.

Seguono le politiche invariate per 0,11 punti percentuali nel 2018 (0,02 nel 2019) che prevedono uno stanziamento di 2,6 miliardi il prossimo anno e 3 miliardi nel 2019. Le politiche invariate includono gli interventi non inclusi nel tendenziale che tengono conto della legislazione vigente: tra queste rientra il rinnovo contrattuale del pubblico impiego.

La Nota alza il velo poi sulle risorse destinate alle politiche per la coesione sociale che avranno in dotazione 600 milioni dalla manovra, milioni che saliranno a 900 milioni nel 2019 con un impatto sul Pil di 0,05 punti percentuali nel biennio e quelle per sviluppo e competitività, incluse le misure per sostenere l'occupazione giovanile. Fini a cui la legge di Stabilità riserverà 638 milioni nel 2018: 300 milioni al primo capitolo e 338 a competitivà e innovazione. 

 

 

 

 

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