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Economia
Def,Fmi e Bruxelles attaccano l'Italia. Juncker: "Non rispetta la parola data"
LaPresse

di Andrea Deugeni
twitter11@andreadeugeni

La prossima legge di bilancio del governo Conte che prevede la deviazione del rapporto deficit/Pil dal percorso di riduzione concordato con Bruxelles nel 2017 torna nel mirino delle critiche degli organismi internazionali.

Davos Christine Lagarde

Christine Lagarde, direttore operativo del Fmi


 

La manovra in discussione "va in direzione opposta rispetto ai suggerimenti del Fmi. Credo seriamente che per diverso tempo non sia stato seguito il consolidamento di bilancio che ha portato l'Italia a crescere sotto il suo potenziale", ha affermato infatti da Bali in Indonesia Poul Thomsen, capo del dipartimento europeo dell'Fmi, parlando ai giornalisti agli incontri annuali dell'organismo di Washington guidato da Christine Lagarde

"Non è il momento di allentare le politiche" di bilancio, ha aggiunto Thomsen, per il quale un gruppo di Paesi, tra cui l'Italia, ha "margini limitati".

Invece di aumentare il deficit, ha aggiunto infatti l'economista, "l'Italia deve rispettare le regole dell'Unione europea e costruire un buffer di liquidità per attutire la prossima crisi economica".

Draghi

Il presidente della Bce Mario Draghi

Di "buffer fiscali" ha parlato anche il presidente della Bce Mario Draghi, anch'egli presente al summit nel Sudest asiatico che, senza citare esplicitamente il nostro Paese, ha sottolineato come sia necessario accelerare le riforme strutturali e che "l’ampia espansione in corso invita anche alla ricostruzione di cuscinetti fiscali" particolarmente "importante nei Paesi in cui il debito pubblico è elevato e per i quali la piena adesione al Patto di stabilità e crescita è fondamentale per salvaguardare sane posizioni di bilancio". Azioni necessarie "ad alzare la potenziale crescita sul lungo e ridurre le vulnerabilità".

Se dunque il Fmi e il numero uno dell'Eurotower bocciano la manovra del governo Conte per il ricorso a indebitamento maggiore, anche l'Unione europea toglie gli alibi a Roma, che invocava il paragone con Parigi (che ha previsto per quest'anno un aumento del deficit dal 2,6% di quest'anno al 2,8 del Pil l'anno prossimo per finanziare parte della propria manovra da  24,8 miliardi) per giustificare le proprie scelte di finanza pubblica. 

juncker ape
Il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker

I deficit di Francia e Italia non sono paragonabili, "c'è più di qualche leggera sfumatura tra il caso italiano e quello che viene chiamato il precedente francese", ovvero il deficit di Parigi che è stato superiore al 3% per nove anni, ha fatto notare infatti il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, intervistato da Le Monde.

"Il livello di indebitamento dell'Italia è molto più elevato di quello della Francia", ha detto Juncker.

"Da quando ho preso la guida della Commisione, la Francia non ha fatto nulla che avrebbe accresciuto il suo deficit. Ha sempre rispettato la sua parola, anche se non è stato semplice. L'Italia, invece non la rispetta", ha accusato il presidente della Commissione europea. 

Juncker ha aggiunto che "l'Italia ha potuto investire molto negli ultimi anni perchè ho reso più flessibile l'interpretazione del patto di stabilità e di crescita, cosa che mi ha provocato dei problemi con un buon numero di Stati membri. Ho voluto che si prendessero in considerazione i cicli economici e le spese straordinarie come quelle legate alla crisi dei rifugiati. Abbiamo attivato una clausola per gli investimenti e un'altra parte le riforme strutturali. L'Italia ha così potuto spendere 30 miliardi di euro di più rispetto a quelli che avrebbe potuto se avessimo applicato meccanicamente le regole".

Quanto alla scelta del governo italiano di usare il bilancio pubblico per contrastare la povertà, il presidente della Commissione ha ricordato che gli italiani "sono liberi di scegliere in questo ambito, come su quelli del reddito minimo o della fiscalità d'impresa. Tuttavia devono rispettare le regole per non mettere in pericolo la solidarietà europea". 
 

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