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Economia
Def, Tria: supereremo ancora l'esame Ue. Ma lo spread torna a salire sopra 252

"Ho buoni motivi per credere che, grazie agli ultimi provvedimenti, alle proiezioni contenute nel Def e all'aggiustamento del deficit strutturale, l'esame sarà superato anche questa volta". Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, si mostra fiducioso che il Def superera' la verifica della Commissione europea sul nodo del debito pubblico.

Ma intanto sul mercato secondario dei titoli di Stato, dopo un'iniziale discesa del differenziale Btp-Bund post approvazione del Documento di economia e finanza (i mercati hanno apprezzato l'operazione verità sui conti e appreso del doppio rimbalzo della produzione industriale nei primi due mesi dell'anno), lo spread torna a salire: in apertura di negoziazioni il differenziale segna 252 punti contro i 237 punti della chiusura di ieri, andamento che corrisponde a un rendimento pari al 2,51%.

L'andamento orierno sembra smentire Tria che nell'intervista rilasciata al Messaggero, ha sottolineato l'importanza della discesa dello spread sotto la soglia dei 240 punti: "Poi magari risalirà, però è la prima volta da mesi che lo spread rompe quota 240". "I mercati hanno capito che stiamo facendo un buon lavoro, non canto vittoria perchè la salita e' lunga ma il sentiero e' quello giusto", ha aggiunto.

Tria passa in rassegna poi tutti gli argomenti sul tavolo della maggioranza che sono oggetto di discussione in vista della futura preparazione della legge di bilancio per il 2020. "Il taglio dell'Irpef e' un atto di giustizia necessario, soprattutto per i ceti medi che per anni hanno subito gli effetti di un fiscal drag da tutti contestato ma che nessuno ha mai provveduto ad attenuare. E avremo 87 miliardi dallo sblocca-cantieri", ha spiegato il ministro.

"Dobbiamo riparare i danni che ha fatto il fiscal drag sul ceto medio", ribadisce dunque Tria che sull'Iva spiega: "Da tempo sostengo la virtu' di un'imposta piu' spostata sui consumi. Sara' la politica a decidere". "Ribadisco che non sara' necessaria alcuna manovra correttiva nel senso tradizionale del termine - chiarisce poi il ministro -. Semmai ci saranno aggiustamenti quantitativi, ma senza modificare la struttura della legge di Bilancio. Con il Def che il governo ha approvato, siamo infatti in grado di soddisfare in pieno gli impegni con Bruxelles. Anzi, non escludo un miglioramento del deficit strutturale, se anche fosse dello 0,1 per cento".

"Con il decreto crescita - aggiunge - abbiamo introdotto il superammortamento, la mini-Ires semplificata, l'Imu sui capannoni industriali deducibile, l'aumento del finanziamento del Fondo garanzia per le imprese, altri 500 milioni per i comuni destinati all'efficientamento energetico e molto altro. Di piu' non potevamo fare. Del resto, se le imprese hanno apprezzato vuol dire che la strada e' giusta. Per non parlare dello sblocco degli appalti".

"Il provvedimento - fa sapere - e' ormai pronto al 98%: abbiamo modificato molto del Codice degli appalti per semplificare una procedura che era, quella si', di ostacolo a qualunque progetto di sviluppo. Di piu', abbiamo gia' individuato 87 miliardi nelle pieghe della contabilita' pubblica che potrebbero essere usati subito ma che sono bloccati da lacci burocratici che abbiamo cominciato a snodare".

"Quota 100 - rivendica infine - era necessaria, perche' corregge i problemi di transizione creati dalla legge Fornero. Peraltro, soprattutto nel settore pubblico dove il turn over e' ancora al 100%, consentira' un utile aggiornamento delle competenze contribuendo a svecchiare un organico con la piu' alta eta' media fra i Paesi Ocse". 

 

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