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Economia
Spread sfonda quota 290. Borsa ko. Tria: "Mercati nervosi? Ingiustificato"

Titoli di stato, Tria: "Sui mercati nervosismo ingiustificato"

"Il nervosismo dei mercati, che si legge nelle oscillazioni dello spread, è ingiustificato ma comprensibile alla vigilia di queste importanti elezioni europee". Lo afferma il ministro dell'Economia e delle Finanze Giovanni Tria, commentando l'andamento del differenziale dei nostri titoli di Stato, definendo il nervosismo "ingiustificato perché gli obiettivi di finanza pubblica del governo sono quelli proposti dal governo stesso e approvati dal parlamento con il Documento di economia e finanza". "Il governo - conclude il ministro - è al lavoro perché questi obiettivi siano raggiunti nel quadro di una politica di sostegno alla crescita e all'occupazione".

Salvini bastonato da Berlino e mercati. Lo spread sfonda quota 290. Borsa ko

Dopo la soglia dei 280 punti raggiunta ieri, è alta la tensione sullo spread tra Btp e Bund tedesco: sul mercato secondario dei titoli di Stato, tra l'apertura a 284 e la chiusura a 283, durante la giornata ha sforato quota 290 (con un rendimento del 2,77%), su livelli che non si vedevano da oltre cinque mesi, prima dell'accordo con la Commissione Ue che ha evitato la procedura di infrazione contro l'Italia, anche per effetto dei dati sulla crescita del'economia tedesca nel primo trimestre dell'anno Risulta impietoso il confronto tra i rendimenti: vicino il decennale greco, che rende il 3,58%, quello spagnolo sotto l’1%, 0,33% per il francese. 

Secondo quanto ha fatto sapere l'Ufficio federale di statistica Destatis, la Germania è tornata infatti a crescere nel primo trimestre. Il Pil destagionalizzato, come atteso dagli analisti, ha registrato una crescita dello 0,4% nel primo trimestre (la crescita su base annua è dello 0,7%) nel confronto con il quarto trimestre dello scorso anno: l'economia tedesca era risultata in stagnazione sia nel terzo che nel quarto trimestre. Il dato ha spinto al ribasso il rendimento sul decennale tedesco, sceso  stamani a -0,094%, ai minimi dal 2016. Un movimento che ha fatto allargare però il differenziale con i Btp di pari durata, a dimostrazione dei timori degli investitori, che tendono a rifugiarsi nell'acquisto di titoli sicuri. 

di maio
 

Ieri a innescare la salita dello spread, che già nelle ultime settimane era salito (fra quota 260 e 270) anche per effetto delle previsioni della Commissione europea sulla crescita italiana nel 2019, stime che portano il conto di partenza della prossima manovra a circa 45 miliardi, sono state le parole del vicepremier Matteo Salvini che ieri è tornato nuovamente a sfidare l'Europa, sostenendo che "si può sforare il 3%". Oggi, Salvini ha rincarato la dose: "Se per ridare lavoro agli italiani bisogna ridiscutere dei vincoli europei che non funzionano è mio dovere farlo", ha aggiunto. "Con tutto il rispetto per lo spread viene prima il lavoro", ha continuato il vicepremier leghista. 

Oltre ad alimentare le preoccupazioni degli investitori circa la sostenibilità del debito pubblico italiano che non ha ancora invertito la propria rotta di crescita rispetto al Pil, la dichiarazione ha fatto anche salire lo scontro nella maggioranza, con Luigi Di Maio, che le ha definita una "sparata irresponsabile". Uno scontro che fa apparire agli occhi dei mercati il governo diviso, ne fiacca dunque l'azione e quindi la capacità d'incidere sulla crescita economica futura del Paese. 

borsa
 

Borsa: unica in rosso in Ue, Ftse Mib -0,14%; vola Ferragamo

Piazza Affari chiude la giornata in rosso, unico fra i principali listini europei. Mentre le altre borse del vecchio continente, complice la spinta di Wall Street e le indiscrezioni su un allegerimento delle posizioni statunitensi su nuovi dazi per il settore automobistico, hanno ritrovato al via dei guadagni nel pomeriggio (a Londra l'indice Ftse 100 guadagna lo 0,76% a 7.296,95 punti, a Parigi il Cac 40 avanza dello 0,62% a 5.374,26 punti e a Francoforte il Dax dello 0,90% a 12.099,57 punti),  a Milano il Ftse Mib ha segnato un ribasso dello 0,14%. A pesare sull'andamento degli indici le preoccupazioni per la crescita del Paese e per i conti pubblici, con lo spread che ha chiuso in rialzo a circa 284 punti base dopo aver sfondato in giornata anche quota 290. Anche a causa di questa volatilità soffre il settore bancario, con Ubi che perde il 2,83% mentre i big Intesa Sanpaolo e Unicredit lasciano sul terreno rispettivamente lo 0,86% e lo 0,67%; sale, in controtendenza, Banco Bpm. Le voci sui dazi per il settore auto sostengono il comparto, con Fca in rialzo dell'1,5% e Pirelli che sale del 2,88%. Fra le utilities A2A guadagna il 2,9%, sostenuta dai conti del trimestre; la presentazione della trimestrale, arrivata ieri a mercati chiusi, spinge anche Ferragamo, che balza del 9,85%. Fra i tecnologici in spolvero Stm (+3,31%) grazie alle indicazioni arrivate dal management, mentre soffre ancora Tim (-1,79%) di nuovo vicina ai minimi degli ultimi anni. 

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