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Economia
Deutsche Bank: indagati Ackermann, Fitschen e Jain

Sono cinque gli indagati per manipolazione di mercato nell'indagine della procura di Trani per la vendita nel primo semestre 2011 di circa 7 miliardi di euro di titoli del debito pubblico italiani decisa dalla Deutsche Bank. Si tratta dell'ex presidente Josef Ackermann, degli ex co-amministratori delegati Anshuman Jain e Jurgen Fitschen (quest'ultimo è attualmente co-amministratore delegato uscente della Banca), dell'ex capo dell'ufficio rischi Hugo Banziger, e di Stefan Krause, ex direttore finanziario ed ex membro del board di Deutsche Bank.

L'ex management del gruppo Deutsche Bank di Francoforte è accusato di manipolazione del mercato perché, - si è appreso - mentre comunicava ai mercati finanziari la sostenibilità del debito sovrano dell'Italia, nascondeva agli stessi mercati e al Ministero dell'Economia italiano (Mef) la reale intenzione della banca di ridurre drasticamente e nel brevissimo termine (nel primo semestre 2011) il possesso di titoli del debito italiano in portafoglio che a fine 2010 ammontava a otto miliardi di euro. La vendita massiccia dei titoli di Stato italiani per oltre sette miliardi di euro entro giugno 2011 - secondo il pm di Trani Michele Ruggiero - ha alterato il valore di mercato dei titoli stessi perché è stata fatta violando la normativa in vigore.

Nei giorni scorsi - si apprende oggi a quanto riporta l'Ansa - militari della Guardia di Finanza di Bari, assieme al pm Michele Ruggiero, hanno compiuto sequestri di atti e mail nella sede milanese dell'istituto tedesco, in piazza del Calendario, e avrebbero ascoltato testimoni.

Nello stesso periodo, Deutsche Bank acquistò circa 1,4 miliardi di Credit Default Swap (Cds) di copertura sull'esposizione al rischio Italia. Questi acquisti - secondo l'accusa - non furono comunicati dal gruppo bancario né ai mercati finanziari né al Mef. Quindi, è il ragionamento accusatorio, Deutsche Bank autorizzando la vendita dei titoli di Stato italiani, acquistando contestualmente Cds e comunicando allo stesso tempo ai mercati finanziari la sostenibilità del debito pubblico italiano, ha compiuto condotte manipolative del mercato di tipo informativo-operativo.

Queste manovre sono ritenute idonee ad alterare la regolare formazione del prezzo di mercato dei titoli di Stato italiani sia nel primo semestre 2011 (quando il mercato ignorava le dismissioni di titoli) sia successivamente alla pubblicazione periodica del giugno 2011. In quest'ultima occasione il mercato e gli operatori - sostiene il pm Ruggiero - seppero della massiccia e repentina riduzione dell'esposizione della Banca al rischio Italia interpretandola come un "chiaro segnale di sfiducia del gruppo nei confronti della tenuta del debito sovrano italiano".

Intanto, in una nota, la banca tedesca che in Borsa non ha accusato il colpo, ha fatto sapere che "sta collaborando con le Autorità. Nel 2011 la banca aveva risposto a una richiesta fatta da Consob in relazione a questa vicenda e aveva fornito le informazioni e i documenti relativi".

 

 

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