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Economia
Deutsche Bank, maxi-riassetto: a casa 18 mila bancari entro il 2022

Deutsche Bank vara il piano di ristrutturazione 'lacrime e sangue' piu' grande della sua storia e muta pelle per cercare di lasciarsi definitivamente alle spalle i problemi, le maxi sanzioni e le perdite di questi anni. E a Berlino il governo tedesco tira un sospiro di sollievo sperando che il gruppo cessi di essere uno dei malati d'Europa nel comparto bancario. Non saranno toccate le attivita' italiane, gia' impegnate su famiglie e aziende, i comparti dove si concentrera' la 'nuova' Deutsche Bank tornando cosi' a un modello piu' classico di banca.

Il consiglio di sorveglianza, riunito in sede straordinaria in una domenica di luglio, ha approvato una profonda ristrutturazione che fara' dimagrire Deutsche in termini di attivi e dipendenti, rinunciando appunto ad alcune attivita' bandiera, ma rischiose, della banca di investimento come il trading azionario e il reddito fisso. Si concentrera' su altri settori come la banca corporate, la consulenza, le fusioni e acquisizioni e i servizi a famiglie e pmi, con fortissimi investimenti sul digitale. Saltano anche nomi eccellenti nelle prime linee dei vertici e del consiglio come i responsabili della divisione regolatoria Sylvie Matherat e quello delle attivita' retail Frank Strauss.

E il governo tedesco spera cosi' che il gruppo volti pagina e resti "nella massima divisione" come ha detto il ministro dell'economia Peter Altmaier, anche se e' chiaro come la mossa rappresenti una ritirata da un comparto oramai dominato dai colossi anglosassoni come Jp Morgan e Goldman Sachs. L'esecutivo di Angela Merkel aveva escluso un impegno pubblico per la banca, una linea che Berlino ha portato avanti anche in Europa dopo i salvataggi statali, possibili prima dell'approvazione del bail in (ma che la Germania ha supportato in realta' soprattutto sotto forma di garanzie e non di cash).

La soluzione interna e' arrivata infatti dopo mesi di trattative, poi tramontate, per una fusione con Commerzbank (il cui 15% e' ancora in mano pubblica) che era stata caldeggiata dalla componente Spd del governo per creare un campione nazionale ma che aveva lasciato perplessa la Cdu oltre che la banca centrale europea. Imponenti saranno quindi i sacrifici che il gruppo dovra' sopportare: il piano prevede l'uscita di 18mila dipendenti in tutto il mondo ma che si concentreranno soprattutto a New York e in Asia e che l'ad Christian Sewing si impegna a gestire "nel modo piu' responsabile possibile".

Non verranno toccate le attivita' in Italia dove non sono presenti i business che il gruppo dismettera'. Inoltre e' prevista la cessione di 74 miliardi di euro di attivita' ponderate per il rischio (rwa) e di 288 miliardi di esposizioni a leva a una societa', una 'bad bank', chiamata Capital Release Unit che ne dovra' gestire la dismissione. L'impatto sul bilancio di gruppo sara' di 5,1 miliardi di euro, la gran parte (3 miliardi) spesato nel secondo trimestre che finira' quindi in rosso di 2,8 miliardi anche se i conti saranno approvati il 24 luglio. Da qui al 2022 i costi di ristrutturazione ammonteranno a 7,4 miliardi. Il board non chiedera' ai soci un aumento di capitale che dovranno pero' rinunciare ai dividendi per due anni.

Il capitale di buona qualita' Cet1 e' infatti al 13,7% e subira' una riduzione ma le attivita' su cui si concentrera' la banca saranno meno rischiose e ne assorbiranno meno. D'accordo con le autorita' di vigilanza, per il board, il livello del 12,5% cui scendera' il gruppo dopo la ristrutturazione sara' adeguato alla 'nuova' Deutsche Bank. Ora la parola spetta ai mercati che dovranno giudicare se le misure sono sufficienti a riportare il gruppo sul sentiero della redditivita'.

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