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Disney, crisi senza fine: lo streaming è un buco nero e il botteghino fa flop
Walt Disney

Disney, crisi senza fine: lo streaming è un buco nero e il botteghino fa flop

La situazione negativa di Disney emerge chiaramente dalla perdita del simbolo stesso dell'azienda: da gennaio di quest'anno Topolino non è più di proprietà dell'azienda. Dopo 95 anni, il copyright di questo iconico personaggio è scaduto, come riportato da Affari&Finanza. Questo fatto, insieme alle perdite catastrofiche in Borsa, ai conflitti politici senza precedenti, agli attacchi dell'attivista Nelson Peltz e alle critiche riguardo a questioni di conservatorismo e permessivismo, sta colpendo duramente Disney. La sorpresa per l'azienda è stata il lancio di film indipendenti su Topolino, trasformando il "Magic Kingdom" in un Regno dell'Orrore. Registi come Steven LaMorte stanno creando rifacimenti come "Steamboat Willie", in cui Topolino a figura naturale terrorizza i passeggeri della nave con coltellate mortali. Un'altra produzione, "Micky Mouse Trap", diretta da Jamie Bailey, presenta un Topolino che costringe i personaggi a un gioco mortale in un parco divertimenti.

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Nelson Peltz, investitore che ha messo 3 miliardi di dollari in Disney, sostiene che i problemi derivano da scelte di gestione errate e ha chiesto l'aggiunta di due persone al consiglio di amministrazione: lui stesso e James Rasulo, ex direttore finanziario di Disney. Peltz ha evidenziato criticità attraverso un sito dedicato, mostrando come gli ultimi cinque film prodotti da Disney siano stati un fiasco e come l'acquisto di Fox dai Murdoch a 71 miliardi di dollari abbia comportato un sovrapprezzo inaccettabile. Mostra anche che, mentre la concorrenza nel settore ha registrato aumenti di valore del 300%, Disney ha perso 11 miliardi di dollari solo nello streaming. Peltz sottolinea che le misure adottate, come l'acquisto del 33% di Hulu da Comcast per 8 miliardi, non sono sufficienti a recuperare il terreno perduto. ESPN, la rete che trasmette programmi sportivi via cavo, è un altro patrimonio in sofferenza. La capitalizzazione di Borsa di Disney è crollata a circa 94 dollari per azione, equivalente a 173 miliardi, la metà rispetto ai massimi del 2021 quando il titolo valeva 189 dollari.

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La mossa di Disney verso la cultura "woke" ha generato tensioni, adattandosi al politically correct ma ricevendo critiche da entrambe le parti dello spettro politico. Le tensioni si sono acuite quando Disney ha attaccato il governatore DeSantis per la legge "antigay" in Florida. Questo ha portato all'estromissione di Bob Chapek e al ritorno di Bob Iger. La polarizzazione all'interno e all'esterno di Disney riflette la divisione generale nella società americana. L'attacco di Nelson Peltz tramite il fondo Trian, denunciando la cattiva gestione e cercando un posto nel consiglio, aggiunge ulteriori incertezze al futuro dell'azienda. La polarizzazione sembra essere diventata un elemento centrale, e non è chiaro se le elezioni del 2024 cambieranno questa dinamica.

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