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Economia
Disoccupazione scende al 10,3% a dicembre. M5S: "Effetti positivi del Dl Digni

L'economia italiana e' entrata ufficialmente in recessione tecnica. L'Istat ha certificato che nel quarto trimestre del 2018 il Pil e' diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente ed e' aumentato dello 0,1% in termini tendenziali. Si tratta del secondo calo congiunturale consecutivo dopo il -0,1% segnato nel terzo trimestre dell'anno scorso, primo segno negativo dal secondo trimestre 2014. Nel 2018 il Pil e' aumentato e' pari all'1%, in frenata rispetto al +1,6% dell'anno precedente. La variazione acquisita per il 2019 e' -0,2%. Il leader di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha lanciato subito un allarme: a gennaio "avremo un rallentamento ancora superiore" rispetto al quarto trimestre, a seguito della frenata dell'economia globale e della Germania. Bisogna "reagire" subito attivando investimenti pubblici e privati e riaprendo immediatamente i cantieri". Anche i sindacati e le altre parti sociali hanno sollecitato interventi. "Sono dati molto preoccupanti con rischi per l'occupazione", ha detto la leader della Cisl, Annamaria Furlan. Il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ha sottolineato che "bisogna cambiare le regole e rilanciare l'economia: servono investimenti pubblici e privati nelle infrastrutture, per il riassetto urbanistico delle citta' e per la messa in sicurezza del territorio". Sulla stessa linea la presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise, che ha chiesto piu' risorse per investimenti e consumi. Mentre Confcommercio si e' detta "preoccupata per il futuro" e ha chiesto di "evitare l'aumento dell'Iva". Infine Confedilizia ha rinnovato l'invito "a far ripartire il mercato immobiliare".

Italia in recessione. Boccia: gennaio andra' peggio

Il dato dell'Istat era gia' stato anticipato in qualche modo da Bankitalia che nell'ultimo bollettino economico ha previsto per l'ultimo trimestre del 2018 un calo dello 0,1%, all'interno di una forchetta che va da 0 a -0,2%. Sulla base di queste valutazioni, nel complesso del 2018 la crescita del Pil sarebbe stata dell'1% sulla base dei dati annuali e dello 0,9% sulla base dei dati trimestrali destagionalizzati e tenendo conto degli effetti del calendario. Via Nazionale ha previsto anche un 2019 in grigio, con una crescita stimata dello 0,6% contro l'1% programmato dal governo. Dopo la Banca d'Italia e' stato il Fondo monetario internazionale a tagliare le stime sulla crescita del nostro Paese: anche per i tecnici dell'istituto di Washington quest'anno il Pil salira' soltanto dello 0,6%, 0,4 punti in meno rispetto alle previsioni pubblicate a ottobre scorso. A giustificare la revisione, si legge nell'aggiornamento del World economic outlook, sono "la debole domanda domestica e i maggiori costi di finanziamento dovuti ai rendimenti elevati sui titoli di Stato". Ma dall'Fmi e' arrivato arriva anche un avvertimento: "il costoso intreccio tra rischi sovrani e rischi finanziari in Italia rimane una minaccia" per l'economia globale, insieme alla Brexit e alla disputa commerciale Cina-Usa. Infine anche l'Ocse potrebbe rivedere al ribasso a marzo le stime del Pil italiano, dopo averlo gia' fatto lo scorso novembre, come ha annunciato il segretario generale, Angel Gurria, a margine dei lavori del Wef.

 

ISTAT, M5S: DECRETO DISOCCUPAZIONE? SMENTITA ENNESIMA FAKE NEWS

“La disoccupazione scende al 10,3% nel mese di dicembre mentre sale il numero degli occupati: 200mila in più nell’ultimo anno, con un saldo positivo nell’ultimo trimestre sia per i contratti a termine che per quelli stabili, che continuano a crescere. Sono dati che nel nostro Paese non si vedevano da tempo. Ma cosa starà succedendo? Semplice: finalmente gli effetti devastanti del Jobs Act iniziano a sfumare e si vedono quelli positivi del Decreto Dignità. Gli italiani se ne sono accorti: adesso c’è un Governo lungimirante che pensa al futuro dei suoi cittadini e lavora per dare dignità al loro lavoro e migliorare le loro vite”. Lo dicono i portavoce M5S della commissione lavoro alla Camera dei deputati.

“Non possiamo dimenticare però gli attacchi vergognosi di questi ultimi mesi con Renzi che definiva Luigi Di Maio ‘ministro della disoccupazione’ e tutte le opposizioni che si divertivano a definire il Decreto Dignità come ‘Decreto Disoccupazione’. Che vergogna! Queste persone dimostrano di non avere a cuore gli interessi delle persone ma solo i propri: dopo aver devastato il mondo del lavoro con il Jobs Act, creando eserciti di disoccupati e di precari, attaccano strumentalmente una misura che combatte concretamente il precariato selvaggio, incentiva le assunzioni dei giovani e combatte licenziamenti e delocalizzazioni. Ma ora i nodi stanno arrivando al pettine: anche i dati ci dicono che da quando è entrato in vigore stabilmente il Decreto Dignità, è iniziata un’inversione di tendenza e dopo anni di politiche fallimentari, gli italiani cominciano a vedere un futuro migliore”, concludono i deputati del MoVimento 5 Stelle.

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