Dl banche, via libera anche della Camera. Cosa cambia per i risparmiatori
Più tempo per chiedere gli indennizzi alle quattro banche salvate
Via libera definitivo della Camera al decreto legge sulla tutela del risparmio nel settore creditizio. I voti favorevoli sono stati 246, i contrari 147 e 22 gli astenuti. Sul provvedimento e' stata approvata ieri la fiducia posta dal Governo sullo stesso testo votato dal Senato. Con il voto di oggi il Parlamento ha dato il via libera definitivo al sistema di garanzia pubblica a sostegno delle banche, finanziato con un fondo da 20 miliardi, messo a punto per fronteggiare in prima battuta la crisi Mps.
Tra le principali modifiche introdotte dal Senato e confermate da Montecitorio figurano le cosiddette 'liste di debitori anonime', il tetto facoltativo al compenso dei manager e il piano di educazione finanziaria presentato nei mesi scorsi alla Camera e 'recuperato' da Palazzo Madama del decreto legge 'salva risparmio'. Viene quindi riaperto il termine, fino al prossimo 31 maggio, per ottenere i rimborsi previsti per gli obbligazionisti subordinati delle quattro banche poste in risoluzione.
Un indennizzo che potra' essere sollecitato, ed e' un'altra delle modifiche introdotte in prima lettura, anche dal coniuge, dal convivente e dai parenti entro il secondo grado. Sulla questione della lista dei principali debitori nei confronti delle banche che chiedono l'intervento dello Stato e' prevista una relazione quadrimestrale del ministero dell'Economia al Parlamento contenente i profili di rischio, ma non i nomi, per le situazioni che presentano un ammontare pari o superiore all'1% per cento del patrimonio netto.
Via XX Settembre potra' porre i paletti alle retribuzioni dei manager e dei vertici degli Istituti nei quali interviene attraverso la garanzia pubblica. Portato inoltre da due a tre anni l'arco temporale entro il quale gli aspiranti esperti indipendenti non devono aver avuto rapporti professionali con gli istituti soggetti a ricapitalizzazione pubblica. Sempre dal Senato e' arrivata la precisazione, per quanto riguarda il cosiddetto 'misselling', che gli strumenti che possono essere portati in 'conversione' con i titoli garantiti dallo Stato, sono esclusivamente quelli negoziati prima dell'entrata in vigore delle norme sul 'bail-in' (2016).
In tutti i casi i rimborsi non potranno essere superiori al prezzo di acquisto degli strumenti finanziari. In prima lettura e' stato sciolto anche il nodo del credito cooperativo di fronte al recupero fiscale delle deferred tax asset, ostacolato dal particolare regime fiscale previsto per le imprese cooperative. E' stata cosi' concessa anche alle Bcc la piena trasformabilita', mentre per tutti gli istituti l'esercizio dell'opzione e' spostato dal 2015 al primo gennaio 2016 (con il termine di utilizzo che slitta al 2030 dal 2029).
Novita' riguardano anche l'ordine di applicazione delle norme sul 'burden sharing' e i prestiti rimborsati entro due mesi dalla concessione delle garanzie (in questo caso salta l'obbligo di piano di ristrutturazione). Sono stati infine definiti i criteri di valutazione delle azioni delle banche non quotate che chiedono la garanzia pubblica.