Dopo 8 anni sale il potere d'acquisto
Dopo 8 anni, nel 2015, torna a salire il potere d'acquisto delle famiglie italiane. Secondo i dati diffusi dall'Istat lo scorso anno e' aumentato dell
Dopo 8 anni, nel 2015, torna a salire il potere d'acquisto delle famiglie italiane. Secondo i dati diffusi dall'Istat lo scorso anno e' aumentato dello 0,8%: si tratta del primo rialzo dal 2007 quando segno' l'1,3%. Dal 2008 in poi e' stato sempre negativo e pari a zero nel 2014. Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici in valori correnti e' aumentato invece dello 0,9%, mentre la propensione al risparmio e' risultata pari all'8,3%, invariata rispetto al 2014. Ancora stagnanti i profitti delle societa' non finanziarie: la quota e' stata del 40,6%, inferiore di 0,1 punti percentuali rispetto al 2014.
La pressione fiscale lo scorso anno e' risultata pari nel 2015 al 43,5%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali rispetto all'anno precedente, ma risulta rivista al rialzo di 0,2 punti percentuali sulla stima precedente. A pesare e' stato infatti il Fondo salva banche. Nel complesso del 2015, le uscite totali sono aumentate dello 0,1% rispetto all'anno precedente e il corrispondente rapporto rispetto al Pil e' stato pari a 50,5% (51,2% nel 2014); le entrate totali sono aumentate dell'1,0%, con un'incidenza sul Pil del 47,9% (-0,3 punti percentuali rispetto al 2014).
Complessivamente, nel 2015 il rapporto tra indebitamento netto e Pil e' stato pari al 2,6%, in diminuzione di 0,4 punti percentuali rispetto a quello del 2014. Il debito pubblico e' "un mostro" che "iniziamo a domare", ha affermato il ministro dell'economia, Pier Carlo Padoan, intervenendo al Workshop sulle buone pratiche di finanza pubblica della Regione Lazio. "Abbiamo questo mostro, il debito, che iniziamo a domare: ha smesso di crescere, comincera' a scendere da quest'anno", ha sottolineato Padoan rivendicando gli sforzi compiuti dall'Italia.
"Bisogna avere un quadro di compatibilita' della finanza pubblica estremamente rigoroso - ha osservato il ministro - l'Italia e' tra i Paesi che piu' di molti altri, se non di tutti i membri dell'Ue e della zona euro, ha fatto e continua fare uno sforzo di aggiustamento delle finanza pubblica in misura maggiore". Padoan ha ricordato che i pilastri della politica di finanza pubblica sono la riduzione delle imposte, la revisione della spesa e lo stimolo agli investimenti pubblici e privati "che e' uno degli strumenti piu' importanti che il governo ha a disposizione per continuare a sostenere la crescita". L'altro pilastro "fondamentale", ha osservato, "sono le riforme strutturali che gia' stanno dando e sono convinto che con il tempo continueranno dare i loro frutti".