Draghi: l'Europa schiva la Brexit, ripresa economica moderata continua
Il presidente della Bce Mario Draghi è intervenuto al Parlamento europeo
La ripresa nell'eurozona procede "a un ritmo moderato e costante, ma con un po' meno di slancio di quanto previsto a giugno" e anche se l'area della moneta unica mostra di essere "resistente all'incertezza globale e politica, in particolare dopo l'esito del referendum britannico". Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, intervenendo di fronte alla commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo. Draghi ha messo in guardia dai "rischi al ribasso per le prospettive di crescita della zona euro", soprattutto per il rallentamento dell'export. Per quanto riguarda la Brexit, il presidente della Bce sottolinea che l'effetto è stato per ora "limitato", e "il crollo dei titoli azionari è stato recuperato".
Sulla politica monetaria, il numero uno dell'Eurotower ha ribadito che "se giustificato agiremo usando tutti gli strumenti disponibili nel quadro del nostro mandato". Draghi ha insistito molto sui frutti che sta dando la politica monetaria espansiva, cercando di fornire una serie di argomenti per smentire l'idea che l'azione della banca centrale (e forse piu' in generale delle banche centrali) non porti ad alcun risultato. "Le nostre misure continuano a filtrare nell'economia reale, le condizioni di prestito per famiglie e imprese si sono facilitate considerevolmente e la creazione di credito si e' rafforzata sostenendo la spesa aggregata nella zona euro".
Persistono in ogni caso problemi di frammentazione del mercato finanziario della zona euro, pero' si notano dei miglioramenti: "La riduzione dei tassi di interesse chiave della Bce si e' trasmessa nei paesi vulnerabili della zona euro in larga misura e la frammentazione (cioe' la diversita' - ndr) nei costi di finanziamento e nelle condizioni di prestito e' diminuita".
Draghi ha fatto l'esempio del Portogallo e dell'Italia: da ottobre 2012 a luglio 2016 l'indicatore composto del costo dei prestiti per nuovi prestiti alle societa' non finanziarie e' calato di circa 287 punti base in Portogallo e di 200 punti base in Italia rispetto a 117 punti base per la zona euro nel suo complesso. Un fenomeno simile si osserva per le piccole e medie imprese che hanno "beneficiato in misura sostanziale delle condizioni finanziarie e della ridotta frammentazione". Lo spread tra tassi di prestito per le pmi e grandi prestiti lo scorso luglio risultava simile nei paesi della zona euro vulnerabile e in quelli non vulnerabili, a 135 e 120 punti base rispettivamente. E' una situazione che non si verificava dalla primavera 2001.