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Economia
Lavoro, Jobs Act: oltre 800mila posti stabili in più

Gli sgravi per le aziende che assumono a tempo indeterminato, introdotte a inizio 2015, e le misure del Jobs Act, che è attivo dal marzo scorso, hanno portato oltre 2,4 milioni di assunzioni 'stabili' durante l'anno scorso. Il dato comprende anche le trasformazioni di rapporti a termine e apprendisti in contratti a tempo indeterminato. Se si considera che, sempre nel 2015, le chiusure di contratti a tempo indeterminato sono state 1,68 milioni, ne deriva un saldo positivo di 764mila posti stabili creati. E' quanto si legge nell'Osservatorio sul precariato dell'Inps. I numeri dell'Istituto permettono un raffronto sull'intero 2014: allora, il saldo dei posti stabili era stato negativo per 52.137 unità. Il confronto tra i due anni, dunque, è di oltre 800mila nuovi posti stabili in più nel 2015 rispetto ai dodici mesi precedenti.

 Se si guarda al solo dicembre 2015, si è registrato un vero e proprio boom per le assunzioni a tempo indeterminato: sono state 272.512, oltre il doppio di novembre. L'andamento si può spiegare anche con il fatto che dall'inizio del 2016, come ha disposto l'ultima Finanziaria, gli sconti sui versamenti contributivi a carico del datore di lavoro si sono dimezzati: gli imprenditori hanno accelerato i piani di assunzione per cogliere al 100% lo sgravio. Nell'intero 2015, le assunzioni con l'agevolazione sono state 1.442.725 e hanno superato le attese del Governo. Si ricorda che lo sgravio completo sui contributi Inps per le assunzioni e le trasformazioni a tempo indeterminato è triennale e ha un limite annuo di 8.060 euro.

 I dati Inps permettono di tratteggiare anche un quadro complessivo, considerando cioè anche le forme contrattuali determinate e gli apprendisti, che parla di un saldo a fine 2015 di 606.000 nuove posizioni di lavoro (tra assunzioni e cessazioni), rispetto alla fine del 2014. "E’ presumibile che a questo incremento nel numero di posti di lavoro corrisponda un analogo incremento nel numero di occupati dipendenti regolari", dice l'Inps.

 Se si guarda alla composizione dei nuovi rapporti di lavoro in base alla retribuzione mensile, si registra per le assunzioni a tempo indeterminato una crescita delle retribuzioni intermedie (tra 1.250 euro e 2.250) con una diminuzione della quota sia di quelle inferiori che di quelle superiori. Per i contratti a termine si evidenzia un leggero slittamento verso retribuzioni maggiori, con una riduzione della quota di quelle inferiori a 1.500 euro.

 Resta preoccupante la dinamica dei voucher, i buoni lavoro dal valore nominale di 10 euro che a detta di sempre più osservatori sono la nuova forma di lavoro precario e irregolare (il Ministero del Lavoro non a caso ha avviato un tavolo sul tema). Nel 2015 ne risultano venduti 114.921.574, "con un incremento medionazionale, rispetto al corrispondente periodo del 2014 (69.172.879), pari al 66%. In presenza di un utilizzo corretto dello strumento, se ad ogni voucher corrisponde effettivamente un’ora di lavoro, il volume di ore remunerate dai voucher venduti nel 2015 corrisponde a circa 57.000 unità di lavoro equivalenti", sottolinea l'Inps.

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