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Economia
Effetto Fed, Borse ko. Milano -1,3%. Eni miglior titolo. Stabile lo spread

Le Borse europee hanno chiuso l'ultima seduta della settimana in calo (Madrid -0,69%, Londra -1,15% circa, Francoforte -1,08% e Parigi -0,95%), a causa delle vendite generalizzate sui titoli di Stato, che risentono della possibilità di un'accelerazione della stretta sui tassi americani paventata dal presidente della Federal Reserve Jerome Powell. L'ipotesi prende ulteriore corpo dopo il dato sul lavoro di settembre: sono stati creati meno posti di lavoro del previsto, ma il tasso di disoccupazione è calato al minimo dal 1969.

Nel Vecchio Continente, la Borsa di Milano è stata la peggiore (-1,3%) all'indomani dell'invio alle Camere del Documento di Economia e Finanza da parte del Governo. Gli operatori osservano le evoluzioni della situazione italiana soprattutto dopo le indiscrezioni sulla visita del presidente Bce Mario Draghi al presidente della Repubblica Mattarella per discutere dei rischi legati alla manovra stessa. Tutto questo ha portato a un nuovo allargamento dello spread tra i rendimenti di BTp decennali e Bund di pari scadenza: dopo l'avvio in calo, è arrivato fino a 286 punti, per chiudere a 284.

A settembre le aziende americane hanno continuato ad assumere ma lo hanno fatto a un passo meno veloce delle stime. Il tasso di disoccupazione è pero sceso più del previsto sui minimi del 1969. Negli Stati Uniti sono stati creati 134.000 posti di lavoro, mentre gli analisti attendevano un aumento di 180.000 unità dopo il +270.000 di agosto (dato rivisto da 201.000). Il rialzo segna il 96esimo mese di fila in cui i datori di lavoro americani hanno reclutato personale, un nuovo record. Il tasso di disoccupazione è sceso al 3,7% dal 3,9% del mese precedente (che era equivalente ai minimi dell'aprile 2000); le stime erano per un calo al 3,8%.

I salari orari sono cresciuti dello 0,29%. Su base annuale sono saliti del 2,8%, sopra il range tra 1,9 e 2,2% segnato dal 2012 in poi e oltre la media del 2% degli ultimi sei anni. Bene anche il dato sul deficit commerciale di agosto: il dato è salito del 6,4% a 53,24 miliardi di dollari, ma l'aumento è stato inferiore alle previsioni. Le esportazioni sono calate dello 0,8% su luglio a 209,4 miliardi, le importazioni sono salite dello 0,6% a 262,7 miliardi.

Si distingue a Piazza Affari il settore petrolio ed esibisce un +1,04% sul precedente. Tra i peggiori della lista di Piazza Affari, in maggior calo i comparti viaggi e intrattenimento (-2,34%), bancario (-2,25%) e sanitario (-1,81%).

Tra le migliori azioni italiane a grande capitalizzazione, bilancio decisamente positivo per ENI, che vanta un progresso dell'1,63% sostenuta da un upgrade.

Resistente anche Telecom Italia, +0,73%.

Le peggiori performance, invece, si registrano su STMicroelectronics, che ottiene -4,38% sulla scia della performance negativa registrata dai tech nella seduta ieri di Wall Street.

Tra le banche, in apnea Unicredit, che arretra del 2,73%. Tonfo di Intesa Sanpaolo, che mostra una caduta del 2,59%.

Tra i protagonisti del FTSE MidCap, Brunello Cucinelli (+2,77%) forte di una promozione da parte degli analisti. Carel Industries (+0,56%) e Parmalat (+0,53%). I più forti ribassi, invece, si verificano su Juventus, che continua la seduta con -5,90%.

Sul mercato dei titoli sovrani europei, il movimento di vendita riguarda sia i Paesi "core" (Germania, Francia, Olanda) sia la periferia. Non fa eccezione l'Italia. Lo spread BTp/Bund ha chiuso in rialzo, all'indomani della presentazione della Nota di aggiornamento al Def trasmessa nella notte in Parlamento. Il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark italiano (Isin IT0005340929) e il Bund benchmark ha terminato gli scambi a 284 punti base, in lieve rialzo dai 279 punti base della chiusura di ieri. In rialzo anche il rendimento del BTp decennale benchmark italiano che ha chiuso al 3,41% dal 3,33% del closing precedente.

"La reazione della Ue alla manovra italiana è stata più dura delle attese, facendo crescere le probabilità di una procedura per deficit eccessivo, che potrebbe far salire lo spread Btp-Bund a 350 punti base", affermano gli analisti di Citigroup, citati da Bloomberg. In ogni caso i rendimenti dei nostri decennali dovrebbe rimanere sotto il 4%, un "punto critico" oltre il quale preoccuparsi.

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