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Economia
Effetto Mediobanca per Del Vecchio. Quanto guadagna Mr EssilorLuxottica

L’annuncio a sorpresa con cui ieri sera Delfin, holding di Leonardo Del Vecchio, ha concesso che il piano di Mediobanca presentato dall’amministratore delegato Alberto Nagel “presenta obiettivi sfidanti che vanno nella direzione auspicata” dal  patron di EssilorLuxottica (che pure aveva fino al giorno prima auspicato una discontinuità col recente passato e una rifocalizzazione di Piazzetta Cuccia sull’attività di investment banking) assomiglia alle telefonate con cui negli Stati Uniti un candidato concede la vittoria al suo avversario al termine della conta dei voti, anche se in questo caso alla conta non si è neppure dovuti arrivare.

Ma quella di Del Vecchio non può certo dirsi una sconfitta, visto che l’investimento in Mediobanca si sta rivelando da subito redditizio. Del Vecchio, che è anche azionista al 4,86% di Generali (colosso assicurativo in cui Piazzetta Cuccia è primo azionista col 13%), è entrato nel capitale di Mediobanca a inizio settembre rivelando di aver acquistato tramite Natixis un 6,94% con un investimento di circa 586 milioni di euro.

Poi al 23 ottobre ha depositato, in vista dell’assemblea di bilancio, titoli per l’equivalente del 7,5% del patrimonio rastrellati sul mercato sempre dal broker francese per suo conto. Visto che i titoli nella quarantina di giorni che hanno separato il primo dal secondo annuncio (durante i quali è stato dunque acquistato lo 0,56%) hanno visto le quotazioni salire da 9,51 a 10,56 euro, l’investimento dovrebbe essere avvenuto ad un prezzo medio di circa 9,83 euro, per un totale complessivo attorno ai 49-50 milioni di euro, portando l’investimento a circa 635 milioni di euro.

Infine Delfin ha partecipato all’accelerated bookbuilding con cui Unicredit ha liquidato la propria partecipazione in Mediobanca, rilevando un ultimo 2,5% circa a 10,53 euro per azione (con un piccolo sconto del 2,3% rispetto alle quotazioni di borsa di quel momento). Quest’ultimo “colpo” è costato circa 230-233 milioni: in tutto il 9,889% di Piazzetta Cuccia è costato all’imprenditore 84enne meno di 870 milioni, ma ne vale al momento oltre 926, con una plusvalenza latente di una sessantina di milioni ovvero del 6,7%.

Non male per una posizione costruita in poco più di due mesi e a fronte della quale Del Vecchio incasserà quest’anno 41,2 milioni di euro, cifra che come da indicazioni del nuovo piano di Mediobanca è destinata a salire del 10% l’anno prossimo e del 5% nei successivi tre anni di piano, il che significa mettere in preventivo per il prossimo quadriennio altri 195 milioni di dividendi (pari ad un ulteriore 22,4% rispetto all’investimento finora effettuato).

Non solo: visto che si è detto e si è scritto che Del Vecchio in Mediobanca è entrato per cercare non solo di imprimere una svolta alla gestione di Alberto Nagel, ma anche per favorire l’eventuale aggregazione di Generali con altri soggetti esteri come ad esempio Axa, le quotazioni dell’assicuratore triestino sono parallelamente salite di valore dai 17,5 euro del 18 settembre, prima che fosse reso noto l’ingresso di Delfin nel capitale della banca d’affari milanese, ai 19,25 euro di stamane, col che la partecipazione di Del Vecchio si è rivalutata passando da circa 1340 milioni agli attuali 1475 milioni.

Sono altri 135 milioni di guadagni virtuali per l’uomo più ricco d’Italia, che così finora vede la sua decisione di entrare nell’azionariato di Mediobanca fruttifera, virtualmente, di quasi 200 milioni di euro. Poca cosa, certo, rispetto al suo patrimonio complessivo (stimato pari a oltre 22,6 miliardi di euro): appena uno 0,86% in effetti. Ma visto che al momento per ottenere un rendimento equivalente occorre puntare almeno su un Btp a 6 anni, difficilmente Del Vecchio poteva trovare un investimento migliore in così poco tempo.

 

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