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Economia
Elezioni 2018, De Benedetti riparte con il Pd. I conti in tasca all'Ingegnere
Foto La Presse


La sinistra di governo porta bene, anche se non benissimo, a Carlo De Benedetti. Il gruppo che fa capo all'"Ingegnere" e ai suoi figli tra il 2013 e il 2017, quando alla guida del paese si sono alternati tre esponenti del Pd come Enrico Letta, Matteo Renzi (definito da Carlo De Benedetti "un fuoriclasse" a fine 2014, salvo poi dichiararsene "deluso" pochi mesi fa) e Paolo Gentiloni ha infatti visto i ricavi frenare, ma gli utili risalire, in particolare dopo alcune operazioni straordinarie come la cessione, a inizio 2015, di Sorgenia a 19 istituti creditori tra cui Mps.

Il gruppo De Benedetti in borsa è rappresentato da Cofide, holding che controlla il 45,8% di Cir, pure quotata, che a sua volta controlla il 57,1% di un'altra società quotata, Sogefi (componentistica auto), il 43,4% del gruppo editoriale Gedi (nato lo scorso anno dalla fusione tra la quotata Gruppo Editoriale L'Espresso con La Stampa e il Secolo XIX) ed il 59,5% di Kos (sanità privata).

Cofide, presieduta come Cir da Rodolfo De Benedetti, chiuse il 2013 con ricavi consolidati pari a 4.752 milioni di euro (in calo del 4,7% rispetto ai 4.988,1 milioni dell'anno precedente), un risultato operativo lordo (Ebitda) ante componenti non ricorrenti (alcune svalutazioni effettuate da Cir) positivo per 345,3 milioni, in linea con l'anno precedente, e una perdita netta consolidata di 130,4 milioni, più che doppia rispetto ai 56,3 milioni di perdita del 2012.

Nel 2016 i ricavi consolidati si erano ridotti a 2,62 miliardi, ma l'Ebitda era risalito a 258 milioni (+19,6% rispetto al 2015) e l'utile netto è salito a 21,2 milioni di euro. Nei primi nove mesi del 2017, inoltre, Cofide ha visto i ricavi risalire a 2.056,6 milioni (+5,6% rispetto ai 9 mesi 2016), l'Ebitda portarsi sui 191,4 milioni (+12,6%) e il risultato netto chiudere in utile per 24,2 milioni (contro la perdita di 14,9 milioni di un anno prima). Da parte sua Cir nel 2013 vide ricavi per circa 2.403 milioni di euro, un  Ebitda consolidato di 189 milioni e un risultato netto di pertinenza del gruppo negativo per oltre 269 milioni.

Dopo la ristrutturazione del debito da 1,8 miliardi di euro di Sorgenia avvenuta nel 2015 e la conseguente cessione dell'ex genco agli istituti creditori (che a fine 2017 si erano già visti rimborsare 340 milioni, 110 milioni dei quali a Mps), a fine 2016 i ricavi di Cir erano già saliti a quasi 2.621 milioni, l'Ebitda a poco meno di 260 milioni e il risultato netto tornato positivo per 33,8 milioni. Nei primi nove mesi del 2017, i ricavi erano in ulteriore crescita a 2.056 milioni, l'utile operativo superava i 216 milioni e il risultato netto era negativo per 26 milioni solo a causa di un onere fiscale straordinario, senza il quale sarebbe stato positivo per 44 milioni.

Sogefi (che vede Monica Mondardini come presidente e Laurent Hebenstreit come Ceo) chiuse il 2013 con 1,33 miliardi di ricavi, un Ebitda di 129,5 milioni e un utile netto 21,1 milioni, mentre a fine 2016 i ricavi erano saliti a 1,57 miliardi, l'Ebitda a 152,7 milioni e l'utile netto si era ridotto a 9,3 milioni. Nei primi 9 mesi dello scorso anno i ricavi sono ulteriormente cresciuti ad oltre 1.256 milioni (+6,3% sullo stesso periodo del 2016), l'Ebitda a 131 milioni (+14,4%) e l'utile netto è risalito a 28 milioni.

Pur non essendo possibile un raffronto omogeneo per Gedi (presieduta da Marco De Benedetti, mentre Monica Mondardini è amministratore delegato), anche dai conti del gruppo editoriale sono emersi segnali positivi al termine dei primi nove mesi del 2017, con ricavi pari a 440 milioni di euro, in aumento del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2016 su base comparabile, un Ebitda di oltre 34 milioni (stabile) e un risultato netto in rosso per quasi 144 milioni (contro un utile di 11,5 milioni dodici mesi prima a perimetro omogeneo), a causa della contabilizzazione di un onere fiscale straordinario di 154,5 milioni.

Infine Kos, creata nel 2002, ha superato nel 2016 i 461 milioni di ricavi (risultato che le ha consentito di classificarsi al quarto posto in Italia nel settore della sanità privata per giro d'affari) rispetto ai 372,5 milioni del 2013, mentre il risultato netto è stato positivo per 23,4 milioni (fu positivo per 11,8 milioni nel 2013). Fin qui le cifre dei bilanci, ma come ha reagito le borsa all'andamento del business dei De Benedetti? Il 29 aprile 2013, ossia il lunedì successivo al giuramento del governo Letta, Cofide valeva 0,4278 euro per azione, questa sera ha chiuso a 0,526 euro, con un guadagno del 23% circa; Cir valeva 0,872 euro, oggi vale 1,132 euro (+30% circa), Sogefi infine è passata da 2,12 euro a 3,754 euro (+77%).

Come dire che più che la sintonia politica coi governi di centrosinistra in carica in questi quattro anni, i titoli del gruppo De Benedetti sono stati premiati dal mercato per aver deciso di uscire da una scommessa in perdita, quella dell'energia, e aver saputo rilanciare le attività nei settori industriale, editoriale e della sanità privata.

 

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