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Economia
"Embraco, accuse false. Tutto regolare". Slovacchia contro Calenda
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di Andrea Deugeni
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L'Embraco? Quasi un caso diplomatico. Con tanto di telefonata all'ambasciatore italiano a Bratislava per esprimere il disappunto per le "false accuse" del ministro Carlo Calenda. Il ministro dell'Economia slovacco Peter Ziga non ci sta a finire sul banco degli imputati per la decisione della controllata del gruppo Whirlpool di sbaraccare lo stabilimento torinese di Riva di Chieri, lasciando per strada 497 lavoratori (oltre 2.000 negli anni '90) e potenziando la fabbrica Spisska Nova Ves (già 2.392 addetti), nella periferia di Bratislava. Una decisione che per Calenda potrebbe essere il frutto di "uso illegittimo dei fondi europei per creare condizioni migliori per attrarre le imprese dagli altri Paesi membri". Una pratica stigmatizzata anche dalla Commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager, secondo cui "i fondi strutturali non devono essere usati per distruggere posti di lavoro in uno Stato e crearne in altri".

embraco ape 2Foto LaPresse
 

"In questo caso, la Repubblica Slovacca non ha messo in pratica nessun supporto agli investimenti per Embraco. Ogni sostegno garantito finora è sempre stato in linea con le regole europee, adeguatamente negoziato e reso noto", ha chiarito Ziga al quotidiano Repubblica. "Sono pronto a dimostrare la bontà delle nostre azioni in qualsiasi momento" e "considero le affermazioni fatte in Italia come frutto della campagna elettorale. Se Calenda mi avesse telefonato gli avrei volentieri dato le informazioni su come stanno le cose", ha aggiunto, sgombrando dunque il campo dal minimo sospetto di trattative sottobanco del governo slovacco con la multinazionale del gruppo Whirlpool che produce compressori per i frigoriferi. Elettrodomestici che gli americani poi smerciano in tutta l'area Emea.

Il titolare del dicastero dell'Economia poi respinge anche le accuse italiane di dumping fiscale e sociale, assicurando che la stessa Slovacchia è vittima del differenziale di condizioni strutturali fra diversi Paesi dell'area dell'Europa Centrale. Gap che spinge "aziende a trasferirsi all’estero, spesso in nazioni confinanti". In più, "l’ammontare degli aiuti di Stato slovacchi in relazione al Pil è il più basso nell’Europa centrale ed orientale". 

embraco ape
 

Intanto, mentre ieri l'incontro fra i sindacati e l'azienda si è chiuso ancora con un nulla di fatto con il gruppo Embraco che ha confermato i licenziamenti, a Invitalia, l'agenzia del Tesoro per l'attrazione degli investimenti, i tecnici di Domenico Arcuri stanno vagliando i piani per lo sviluppo dello stabilimento torinese di due gruppi (uno italiana e l'altro straniera) che si sono offerti di subentrare alla multinazionale brasiliana. Uno scouting a cui dovrebbe seguire in una seconda fase anche il coinvolgimento della Regione Piemonte per una quota parte degli incentivi pubblici che l'Italia (sulla falsariga del dossier Alcoa e Lamborghini) dovrebbe mettere in campo per favorire lo sviluppo dell'area. Proprio come vuole Calenda.

"Stiamo lavorando su due livelli, uno è la la reindustrializzazione, mantenendo la stessa produzione o diversificando, dall'altro la Commissaria alla concorrenza Ue, Vestager a cui abbiano fatto ricorso, è al lavoro per verificare se la Slovacchia in merito a Embraco e Honeywell, vicenda simile di cui si parla meno, abbia usato degli aiuti di Stato o addirittura fondi europei per creare condizioni migliori che potessero attrarre le due imprese. Facendone quindi un uso illegittimo", ha spiegato infatti stamane il numero uno del Mise a Rtl 102.5. "Ora nell'immediato, mi incontrerò con i potenziali investitori, anche se non posso ancora dire nulla su di loro e continuerò a seguire la vicenda in Commissione Ue", ha concluso Calenda.

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