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Economia
Energie rinnovabili. Decarbonizzare le nostre economie

La luce elettrica ci ha affrancato dal buio, creando di fatto una lunga dipendenza dal petrolio con tutte le tensioni socio economiche derivanti. Dal 1970 sono stati adottati parecchi provvedimenti politici in tema energetico con il coinvolgimento dei principali produttori e distributori del settore energia. Siamo ora nella fase in cui la tecnologia sta facendo passi da gigante in termini di efficacia ed efficienza. EY, lo scorso febbraio, ha ospitato la seconda edizione del Mediterranean Strategic GrowthForum dove si sono svolte ben due tavole rotonde dedicate alle energie rinnovabili e alla efficienza energetica. Importanti esponenti del mondo economico, finanziario ed istituzionale si sono confrontati sulle sfide energetiche che potrebbero favorire la posizione strategica dei principali paesi affacciati al bacino del mediterraneo. 

Decarbonizzare le nostre economie è ormai una sfida tecnologicamente possibile e socialmente desiderabile, che potrebbe supportare tanto il rilancio delle economie mature quanto contribuire a una migliore e più efficace organizzazione delle economie emergenti. 

Chiediamo a Davide Bergami, Mediterranean Energy Leader di EY, qual'è la situazione oggi.

"A titolo esemplificativo rammento che secondo le proiezioni fatte dal US Energy Department nel 1999, si sarebbero dovuti raggiungere 10 gigawatt di Wind PowerCapacity entro il 2010, cosa che invece è avvenuta già nel 2006 grazie agli enormi passi da gigante fatti dalla tecnologia di settore. È una sfida epocale ma anche una imperdibile opportunità per un millennio che si è aperto con importanti prese di posizione politiche ed istituzionali (dal cosiddetto accordo COP21 di Parigi alle dichiarazioni in sede di COP22 di Marrakech). Conoscenza e tecnologia supportano ormai da tempo un nuovo concetto di energia: più sicura, più sostenibile e maggiormente accessibile. Ciò con l'ambizione di sviluppare un nuovo ecosistema economico in chiave di green economy e circolarità".

Quindi abbiamo buone speranze per il futuro?

"Gli investimenti in energie rinnovabili sono decuplicati tra il 2004 ed il 2015 passando da 20 a 147 gigawatt (da 62 a 329 miliardi di dollari), con +635% di nuove istallazioni e +431% di investimenti (fonte: Bloomberg New Energy Finance). In Italia la produzione di energia da fonti rinnovabili nel 2016 è arrivata al 21% della produzione totale con una previsione del 24% al 2025. L’energia solare, grazie alle ottime condizioni ambientali, è quella che registra un incremento maggiore (13%) ma potenziali di crescita sono presenti in generale in tutte le fonti non idroelettriche (fonte: Business Monitor International)". 

Quanto è importante l'innovazione digitale?

"Anche l'innovazione digitale si manifesta come una sfida e, al contempo, come un'opportunità per il settore energetico. Come se ciò non bastasse megatrends e digital agenda lasciano intravvedere una inedita ed entusiasmante convergenza di settori. Ne sono un esempio la transizione del settore automotive verso la mobility (con l'avvento delle auto elettriche) e le recenti acquisizioni di fibra ottica fatte dalle utilities. Tutto punta nella direzione di incidere profondamente su meccanismi di domanda e offerta che hanno governato il settore per decenni".

Quali sono i principali risultati del Mediterranean Strategic Growth Forum?

"Secondo l’ultimo BaroMed, lo studio di EY dedicato all’attrattività degli investimenti esteri nel bacino del Mediterraneo, presentato in occasione dello Strategic GrowthForum, lo sviluppo energetico da fonti rinnovabili risulta uno dei sei driver principali per aumentare l’attrattività di questa area. Questo concetto è stato rafforzato delle ultime dichiarazioni sia del Ministro degli Esteri, Angelino Alfano, che del Ministro tunisino per lo Sviluppo, Investimenti e Cooperazione Internazionale, Mr Fadhel Abdelkéfi.

Il Marocco è stato definito la “porta dell’Africa” per lo sviluppo di energia rinnovabile, con investimenti pari a 12 miliardi di dollari al 2020, e l’Italia considerata un "key partner" del Paese. Qui i programmi nazionali per il solare e l'eolico hanno un target del 42% di energia da fonti rinnovabili entro il 2020 e del 52% al 2030: attualmente il Marocco ha toccato i 2 GW di potenza rinnovabile installata (solare, eolico e idroelettrico). Il modello marocchino per lo sviluppo delle rinnovabili si basa su processi competitivi attraverso i quali operatori privati e internazionali offrono ribassi record (fonte: Res4Med)".

Possiamo ipotizzare che nascano nuove collaborazioni?

"Solo una chiara e coraggiosa visione del futuro supportata da un forte partenariato tra istituzioni, finanza e industria potrà ridisegnare il volto del settore energetico. Già si intravvedono alleanze tra produttori che marcano trend discendenti nel costo di produzione dei moduli e nelle rese degli stessi una volta installati, così come modelli finanziari finalizzati a sostenere piani di sviluppo a lungo termine.

I paesi del Mediterraneo hanno l'energia a portata di mano e l'opportunità di fungere da laboratorio per sperimentazioni avanzate. Ora lo sforzo deve essere quello di creare un ambiente di regole stabili e un contesto di business favorevole tale da intercettare investimenti sostenibili e dare nuovo impulso alle economie locali.

Tags:
energie rinnovabilidecarbonizzazione. intervista a davide bergami





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