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Economia
Enrico Meacci, VP Strategy di Alkemy: "Perchè abilitarsi al digitale"

Enrico Meacci, VP Strategy di Alkemy, risponde ad alcune domande sulla Digital Transformation

Alkemy, digital enabler, un’azienda quotata che si propone di ridefinire i modelli di business dei propri clienti tramite le opportunità che il digitale ed in generale i nuovi trend dell’innovazione portano con sé. Forse nel 2019 questa domanda potrebbe sembrare un po’ superata: perché un’azienda dovrebbe “abilitarsi al digitale”?

Un’azienda che si “abilita” al digitale è un’azienda pronta a cogliere nuove possibilità di sviluppo. Solo per citarne alcune, il digitale consente nuovi paradigmi d’interazione tra aziende e clienti proponendo nuovi canali e momenti d’incontro, assicura una migliore comprensione dei fenomeni che influenzano il business e una maggiore tempestività nel gestirli attraverso la raccolta e l’utilizzo di un’inedita quantità e qualità d’informazioni, consegna alle aziende nuovi strumenti per aprire i propri modelli di business all’innovazione. Questo tipo di opportunità ha un potenziale di impatto così dirompente che ci porta ormai a parlare diffusamente di “Digital Transformation”

Digital Transformation è un termine utilizzato da diversi tipi di attori in riferimento a scenari e concetti molto eterogenei. Qual è la ricetta di Alkemy per la Digital Transformation?

Dalla nostra prospettiva la Digital Transformation nasce dal business e si chiude nel business. Per questo motivo indirizziamo il processo di trasformazione digitale partendo da una profonda comprensione del business model dell’azienda e dei suoi KPI fondamentali a cui uniamo l’individuazione di trend emergenti nelle abitudini di fruizione/consumo e nuovi pattern comportamentali dei clienti e lo scouting delle tecnologie più adatte a garantire un salto di qualità in fase implementativa. A livello strategico è fondamentale setacciare attentamente le opportunità per individuare quali siano le priorità su cui il processo di Digital Transformation si deve focalizzare anche in relazione agli asset preesistenti ed ai bisogni e alle aspettative degli stakeholders. Conseguentemente diviene fondamentale il coinvolgimento di tutte le unità di business e l’eventuale iniezione di nuove competenze e skill. Infine, l’allineamento tra strategia ed esecuzione improntato alla generazione di risultati tangibili deve avvenire già nel breve-medio periodo per creare un volano al cambiamento, avallato dall’intrinseca caratteristica delle nuove tecnologie di facilitare il tracciamento dei ritorni sull’investimento delle iniziative implementate.

Ma in definitiva quali sono le principali sfide che la Digital Transformation deve affrontare?

Nella fase di disegno del percorso di Digital Transformation è essenziale tenere a fuoco tutte le attività dell’azienda per poter massimizzare l’impatto lungo tutta la catena del valore: è necessario superare vecchi silos organizzativi e creare nuovi path trasversali. In effetti la più importante sfida per raggiungere con successo la trasformazione digitale è abbracciare un profondo cambiamento culturale volto a mettere continuamente in discussione lo status quo attraverso una rinnovata attitudine alla sperimentazione e alla capacità di gestire in tempo gli eventuali fallimenti a cui ogni percorso di innovazione ci mette di fronte.

A che punto sono le aziende italiane rispetto alla Digital Trasformation?

In Italia, il grado di maturità digitale delle aziende è piuttosto eterogeneo. In alcuni comparti, e penso ai Financial Services ed alle Telco per esempio, il livello di digitalizzazione di molti player è allineato agli omologhi di mercati tradizionalmente più avanzati sul fronte tecnologico come US e UK. In altri esistono importanti gap da colmare con i benchmark di riferimento, ma è interessante notare come in quasi tutti questi casi la domanda di servizi digitali sia già presente e in linea con gli altri mercati Europei mentre sia l’offerta ad essere deficitaria.

 

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