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Economia
Etruria, la telenovela dei rimborsi. I soldi stanziati sono insufficienti

Mentre a Bruxelles nel corso dell'Eurogruppo si continua a parlare anche di Unione bancaria, tema su cui l'Italia è pronta ad accelerare, ma su cui le posizioni dei Paesi membri sono tutt'altro che univoche, il viceministro dell'Economia, Enrico Zanetti cerca di correggere il tiro sul tema dei rimborsi dei 12.459 possessori di obbligazioni subordinate delle quattro banche salvate con decreto: Etruria, Marche, CariFerrara e CariChieti. In più alza il velo su un altro dettaglio di quella che ormai inizia a diventare una telenovela: i soldi stanziati con molta probabilità sono insufficienti.

"L'impegno con il Parlamento è di presentare il decreto entro il 31 marzo, quindi siamo ancora nei tempi previsti. Dal punto di vista tecnico il lavoro è stato fatto, ma ora sarebbe il caso di portare il testo in Consiglio dei ministri", ha affermato Zanetti durante "La Telefonata di Belpietro" su Canale 5 a proposito del decreto per gli indennizzi ai risparmiatori. Il numero due di Pier Carlo Padoan invece domenica, durante la trasmissione "In mezz'ora", aveva stressato il fatto di non saper spiegarsi il perché del ritardo dei provvedimenti per procedere ai rimborsi. Una posizione che aveva creato qualche perplessità e su cui a stretto giro era, anche per tranquillizzare gli animi, era intervenuto il presidente del Consiglio Matteo Renzi ("chi è stato truffato avrà i soldi fino all'ultimo centesimo").

Proseguendo il suo intervento, Zanetti ha alzato il velo su un altro problema degli indennizzi e cioè che "i soldi stanziati, cento milioni" sono "insufficienti" a soddisfare tutte le richieste. Cifra che con molta probabilità "sarà necessario integrare". La scarsità di risorse è solo l'ultimo episodio di una vicenda che non è assolutamente vicina alla risoluzione.

Nonostante le promesse del governo di fare presto anche prima del previsto, fatte sull'onda della protesta e dello slancio emotivo scatenato dal suicidio del pensionato di Civitavecchia all'indomani della risoluzione di CariFerrara, Banca Etruria, Banca Marche e CariChieti, i tempi cominciano infatti a stringere. Come ricordato da Zanetti, la scadenza fissata dalla Legge di stabilità per l'emanazione dei due decreti è fine marzo (90 giorni dall'entrata in vigore della manovra), ma i due decreti sono appunto consequenziali l'uno all'altro e perché il provvedimento ministeriale possa essere effettivo serve il preventivo parere del Consiglio di Stato.

Il nodo da sciogliere sarebbe innanzitutto quello di identificare i requisiti per poter essere nominati arbitri delle Camere arbitrali istituite presso l'Autorità anticorruzione. Ma la vera patata bollente starebbe nell'individuazione dei criteri presuntivi di non adeguata informazione. Con la consapevolezza che ogni decisione creerà scontento, in un clima già particolarmente caldo per banche e risparmiatori, reso incandescente anche dal caso mutui e da quello della Popolare di Vicenza, non si è ancora scelto cioè quali e quanti di quelli presi in esame dai tecnici mettere nel testo. Una delle ipotesi sarebbe addirittura quella di lasciare tutto alla discrezionalità degli arbitri e quindi all'esame caso per caso. In pubblico Renzi distingue nettamente tra chi è stato truffato e chi invece ha speculato, tra chi non sapeva e chi invece ha scelto consapevolmente un investimento "al 7% quando sul conto corrente prendeva l'1%". Parole che però nella pratica non sembra così facile tradurre in provvedimento concreto.

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