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Economia
Ex Ilva, Conte contro Arcelor Mittal: "Il piano così non va, lo respingiamo"

Il nuovo progetto sull'ex Ilva "non va assolutamente bene, perché è simile all'originario, lo respingiamo". Lo ha detto Giuseppe Conte a Palazzo Chigi, a margine della Giornata internazionale del Volontariato all’Università Roma Tre, organizzata dal Forum del Terzo settore.    "Continueremo a lavorare per gli obiettivi che ci siamo prefissati con il signor Mittal e sui quali il signor Mittal si è impegnato con me personalmente. Ci riusciremo”, ha aggiunto il presidente del Consiglio. 

ArcelorMittal: Emiliano, azienda dimostra scarsa volontà accordo

"La prudenza è d’obbligo. Per rispetto al presidente del Consiglio Conte e al Governo non voglio entrare in maniera inopportuna in questa vicenda. Credo però di poter dire, senza timore di contraddire la posizione del Governo, che il fatto che ArcelorMittal mantenga alcune posizioni con riferimento agli esuberi dimostra una scarsa volontà di trovare un accordo". Lo ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. "È inimmaginabile che Taranto, dopo i sacrifici immensi fatti in questi anni, possa alla fine accettare di proseguire l’attività dell’acciaieria ma con una ricaduta sull’occupazione così scarsa e soprattutto con lo Stato che si deve sobbarcare costi di ogni tipo per gestire esuberi, situazioni di bonifica, probabilmente adesso diranno anche che non sono in grado di pagare i canoni". "Suggerirei ad ArcelorMittal - prosegue Emiliano- di ricordare che hanno un contratto firmato e che da un contratto firmato che è diventato non più gradito da chi ha preso questo impegni non si esce gratis o pretendendo dagli altri il sacrificio. È esattamente il contrario: è Mittal che se non ci sta più deve evidentemente risarcire lo Stato, Taranto e la Puglia per i danni che ha arrecato sbagliando, almeno dal suo punto di vista, a firmare quel contratto". 

ArcelorMittal: Bonelli, fiume di denaro che non ha tutelato salute

“I responsabili del disastro dell’Ilva sono quelli che hanno approvato in questi 7 anni e mezzo  ben 12 decreti emergenziali senza risolvere il problema occupazionale: Renzi, Calenda, Bellanova, Conte e Di Maio sono il simbolo di questo fallimento”. Lo dichiara il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli.

“Immaginiamo una famiglia che parte con la propria autovettura per un viaggio ed improvvisamente l’abitacolo si riempie di fumo, una buona madre o buon padre di famiglia si ferma e la consegna al meccanico il quale dirà se l’auto è riparabile e in quanto tempo. A Taranto il governo non si è comportato da buona madre o padre di famiglia perché ha autorizzato la produzione sapendo che l’impianto continuava ad inquinare il contrario di quanto accaduto in Germania a Duisburg dove l’acciaieria l’hanno fermata e ricostruita”, aggiunge Bonelli. 

"In questi anni - continua l’esponente dei Verdi - un fiume di denaro pubblico è stato messo dallo stato nelle casse dell’amministrazione straordinaria Ilva per un totale di 1,656 miliardi di euro cosi suddivisi:  300 milioni di euro - concesso ai sensi dell’articolo 1, comma 3 del D.L. n. 191/2015, 800 milioni di euro ai sensi dall’ art. 2, comma 1, D.L. n. 98/2016 e dall’articolo 1, comma 609, lett. a) e b) della legge n. 232/2016, 400 milioni di euro dati in garanzia dallo stato ai sensi dell’articolo 3, comma 1-ter, del D.L. n.1/2015, infine Fintecna S.p.A., società totalmente partecipata da Cassa depositi e prestiti S.p.A., ha proceduto alla liquidazione di 156 milioni di euro ad ILVA S.p.A.“.

“ A queste somme - spiega ancora Bonelli - vanno aggiunti 1,1 miliardi di euro confiscati ai Riva per evasione fiscale, quindi soldi pubblici a tutti gli effetti, di cui 635 milioni sono stati allocati e spesi mentre 450 non sono stati utilizzati: si arriva ad una cifra complessiva di denaro pubblico di 2,756 miliardi di euro senza che si sia risolto minimamente il dramma ambientale, sanitario né quello occupazionale a cui si aggiunge il peso della cassa integrazione prevista dall’accordo con Mittal oltre ai 4900 esuberi annunciati ieri”.    “L’unica salvezza per Taranto e l’economia italiana è che si avvii un piano di conversione come accaduto a Bilbao, Ruhr o Pittsburgh dove oggi l’occupazione ha raggiunto livelli altissimi risolvendo la questione ambientale e sanitaria, purtroppo abbiamo una classe politica che non risponde dei gravi errori fatti e continua a salire in cattedra e dare lezioni anche dopo questo sperpero di denaro pubblico”, conclude Bonelli.

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