A- A+
Economia
Ex Ilva,Sapelli ad Affari:"La soluzione? Modello not for profit o Cdp tedesca"

"Come si esce dalla crisi dell'ex Ilva? Serve un intervento pubblico nell’economia”. Lo spiega ad Affaritaliani.it lo storico dell'economia Giulio Sapelli, intervistato sulla difficile situazione dello stabilimento dell'acciaio di Taranto che dà lavoro a 8.200 operai che salgono a oltre 15 mila con l'indotto e da cui il gruppo franco-indiano ArcelorMittal ha appena annunciato il disimpegno. "Bisogna cambiare lo statuto di Cdp e farla agire sulla falsariga della Kbw tedesca o utilizzare il modello ‘not for profit’ facendo della fabrica un common good, un bene comune".

IPA IPA15066107 pr
Il Ceo di ArcelorMittal Lakshmi Mittal

L'Intervista

In fumo 4,2 miliardi di investimento complessivi, a rischio oltre 15 mila lavoratori e l’Italia che potrebbe dire addio alla produzione dell’acciaio. Dopo il disimpegno di ArcelorMittal, come si esce dalla crisi dell’ex-Ilva?
“Se ne esce comprendendo che ormai siamo arrivati nel ciclo Giustino Fortunato (politico e storico italiano, fra i più importanti rappresentanti del Meridionalismo, ndr) che identificava il Sud come uno ‘sfasciume pendulo’. Ci sono tante cose da riformare”. 

Quali?
“In primis, la magistratura, insegnandole cos’è la corporate law e la responsabilità giuridica delle corporation che si è tradotta in Italiano nella legge 231. La magistratura ha chiuso un altoforno e prima ancora ha sequestrato la proprietà a una famiglia, i Riva. Poi, bisogna riformare la politica: i politici avevano indetto una gara per aggiudicare l’Ilva e l’unico che era in possesso di una tecnologia per limitare i danni all’ambiente era Arvedi, gruppo che produceva acciai piani ad ossigeno. Però, l'Ilva è stata assegnato ad ArcelorMittal che questa tecnologia non la usa. All'aggiudicazione, poi, è seguito un balletto sull’immunità penale che ha stufato gli indiani”.

giulio sapelli ape 2
 

E quindi, cosa si può fare ora?
L’Italia è arrivata a un punto in cui, dopo la guerra commerciale che ci stanno muovendo Francia, che vuole le nostre banche e assicurazioni e Germania, che punta invece alla nostra industria, non sarà più l'oggetto dei desideri di alcuno. Fra il caso dell’ex Ilva e la crisi della Banca Popolare di Bari che non riesce a trovare una soluzione alla propria crisi, siamo entrati in una situazione di ‘sfasciume pendulo’, in cui il governo fa danni. Siamo una nazione che ha i migliori imprenditori e operai specializzati del mondo, i giovani più intelligenti del globo ma allo stesso tempo ha un’amministrazione pubblica che è stata distrutta dalla legge Bassanini e dall’articolo V. L’Ilva? E’ il ritratto dell’Italia".

LP 10595973
 

Restiamo con le mani in mano? 
"Se ArcelorMittal se ne va, bisognerà trovare una non facile alternativa. Bisogna farlo, perché il 70% dell’acciaio che viene fornito alle piccole e medie imprese delle industrie metallurgiche e meccaniche italiane arriva da Taranto”.

Facciamo intervenire lo Stato?
“Certo, ma la nazionalizzazione non va bene. Serve un intervento pubblico nell’economia”. 

In che modo?
“Si crea una società di scopo, si cambia lo statuto della Cassa depositi e prestiti per consentire al gruppo di agire sulla falsariga della Kwb (la Cdp tedesca, ndr) e si fanno investimenti di lungo periodo, con lo Stato che coordina il rilancio. Questa è una soluzione. Io, però, sono a favore del modello ‘not for profit’ che bisognerebbe introdurre anche per la gestione di tutte le autostrade”.  

ilva
 

E cioè?
“Non privatizzerei l’ex Ilva, ma la trasformerei in un’associazione senza fini di lucro gestita industrialmente dagli amministratori e con un officer. Un'associazione dove tutti gli utili realizzati non vanno agli azionisti, ma destinati agli operai e al miglioramento tecnico. In Germania, la Volkswagen è in parte una fondazione. Non c’è bisogno di nazionalizzare, ma fare in modo che questa grande industria diventi un common good, un bene pubblico”. 

twitter11@andreadeugeni

Commenti
    Tags:
    ilvaex ilvaarcelormittalgiulio sapellicrisi industriali




    
    in evidenza
    Al via le riprese del primo docufilm sulla vita privata di Alberto Sordi

    Guarda le immagini

    Al via le riprese del primo docufilm sulla vita privata di Alberto Sordi


    motori
    Citroën inaugura a Parigi “Le Chëvron” per presentate la nuova e-C3

    Citroën inaugura a Parigi “Le Chëvron” per presentate la nuova e-C3

    Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

    © 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

    Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

    Contatti

    Cookie Policy Privacy Policy

    Cambia il consenso

    Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.