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Economia
Ex Ilva, sindacati da Mattarella. Focus dei Pm anche sui reati tributari

In attesa di vedere se gli indiani di Arcelor-Mittal torneranno al tavolo non confermando il loro disimpegno, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella come fatto immediatamente dopo l’annuncio del colosso dell’acciaio in cui ha ricevuto il premier Giuseppe Conte, torna ad occuparsi della crisi dell’ex Ilva di Taranto. Secondo quanto filtra infatti da fonti sindacali, questa sera, alle ore 19,30, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Landini, Furlan e Barbagallo, saliranno al Colle per incontrare Mattarella. Un incontro sollecitato dagli stessi sindacati nei giorni scorsi per poter confrontarsi con il Capo dello Stato sulla vicenda dell'ex Ilva e anche sulle altre crisi aziendali.

Intanto, il Governo fa sapere come potrebbe muoversi in caso di adieu dei Mittal. Dovesse essere confermato il disimpegno, ha chiarito il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia a "Circo Massimo", su Radio Capitalscatterà "l'amministrazione straordinaria, con un prestito ponte" da parte dello Stato, e quindi con l'incarico a dei commissari, in modo da riportare l'azienda sul mercato entro un paio d'anni. "Mittal - ha aggiunto Boccia - ha posto un ricatto occupazionale inaccettabile, che il governo ha già respinto. E dunque deve assumersi le proprie responsabilità e rispettare le leggi della Repubblica italiana".

Se non lo facesse "c'è l'amministrazione straordinaria che ha salvato l'Ilva dal crack dei Riva, con un prestito ponte e con l'obiettivo di riportare entro uno-due anni, come previsto dalla legge, l'azienda sul mercato". Se fosse necessario lo rifaremo senza alcun problema. Alternativa non c'è". Solo una volta stabilita l'amministrazione straordinaria "si deciderà se ci sono altre aziende dello Stato che possono entrare nella cordata. Io - ha concluso Boccia - penso che abbia assolutamente fondamento la possibilità che entrino altre aziende, tra cui Cdp, ma è un tema che si porranno i commissari”.

Sul fronte giudiziario, è stata fissata per il 27 novembre l'udienza civile relativa al ricorso cautelare presentato dai commissari straordinari contro l'atto di citazione con cui ArcelorMittal ha chiesto di recedere dal contratto d'affitto degli stabilimenti del polo siderurgico. Nel fissare l'udienza, il giudice Claudio Marangoni ha invitato ArcelorMittal a "non porre in essere ulteriori iniziative e condotte in ipotesi pregiudizievoli per la piena operatività e funzionalità degli impianti".

Inoltre, la Procura di Milano indaga anche su eventuali illeciti tributari e su presunti reati pre-fallimentari, con un focus sul mancato pagamento dei creditori dell'indotto, nel fascicolo esplorativo aperto sull'addio di ArcelorMittal all'ex Ilva, ancora formalmente a carico di ignoti e senza ipotesi di reato. Filoni questi che si aggiungono a verifiche su presunte appropriazioni indebite di materiale relativo al magazzino di materie prime, su false comunicazioni societarie e al mercato.

EX ILVA, MACINA (M5S): DA TRIBUNALE SEGNALE CHIARISSIMO, AZIENDA DESISTA E TORNI AL TAVOLO

“C’è una data, il 27 novembre, e c’è un richiamo del Tribunale che per Arcelor Mittal è molto più di un avvertimento, direi un monito: l’azienda interrompa immediatamente qualsiasi azione che possa ‘pregiudicare la funzionalità degli impianti’ dell’acciaieria di Taranto. Nel fissare l’udienza cautelare, il presidente del Tribunale di Milano ha già mandato un segnale chiarissimo, che conferma quanto ripetiamo da giorni: se il gruppo franco-indiano vuole intraprendere la via giudiziaria ha solo da perdere. Desista e torni al tavolo”. Così in una nota Anna Macina, deputata M5s, commentando la decisione del Tribunale di Milano che oggi ha fissato l’udienza cautelare sul ricorso presentato dai commissari.

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