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Economia
Ex-Ilva, Urso a Taranto con gli operai. La Procura di Milano indaga sui conti

Ex Ilva, Urso a Taranto per visitare gli impianti e parlare con gli operai

“L’ultimo stipendio lo abbiamo percepito a novembre”. É l’alba quando il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, arriva davanti a una delle portinerie di Acciaierie d’Italia, l’ex Ilva di Taranto, da dove ha inaugurato la sua giornata nel capoluogo pugliese incontrando gli operai della fabbrica che cominciano il turno di lavoro del mattino. Quello delle retribuzioni in ritardo è il primo problema che i lavoratori dell’indotto pongono a Urso. “Dicembre senza stipendio, senza tredicesima e oggi ancora niente”, prosegue il lavoratore.   

Poi dal gruppo di operai che si assiepa attorno a Urso, accompagnato da esponenti locali di FdI (il deputato Dario Iaia e il consigliere regionale Renato Perrini), si alzano altre voci preoccupate: “Siamo senza un euro ministro, ci viene da piangere, siamo tutti padri si famiglia, che cosa diciamo ai nostri figli? Cerchiamo una soluzione”. “Ragazzi diciamo che otto governi non hanno fatto niente, sono venuti a fare le passerelle - afferma un altro operaio rivolto ai colleghi - già che ci ha cacciato la Morselli ci ha fatto un grande favore, siamo fiduciosi” e il riferimento è all’uscita di scena dell’amministratore delegato di Acciaierie, Lucia Morselli, in conseguenza dell’entrata della società in amministrazione straordinaria decisa dal Governo con la nomina del commissario Giancarlo Quaranta. “Diamo risposte ai lavoratori di Taranto” ha chiesto un altro operaio.    

Urso, che ha ascoltato tutte le preoccupazioni dei lavoratori, ha risposto: “Capisco bene, so cosa significa”. Il ministro ha incontrato, nella sala del cosiddetto “parlamentino”, altri lavoratori di Acciaierie e delegati sindacali, e poi è stato in Prefettura per presiedere un vertice insieme alle parti sociali, sindacati e imprese, presenti anche i commissari delle due amministrazioni straordinarie, quella di Ilva, società proprietaria degli impianti siderurgici, e quella di Acciaierie d’Italia, società che gestisce gli impianti. Urso ha incontrato anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

Nella sua visita il ministro è stato accompagnato dal commissario di Acciaierie in amministrazione straordinaria, Giancarlo Quaranta, da lui stesso nominato la scorsa settimana, e dal prefetto di Taranto, Paola Dessì.    Tra le tappe della visita ci sono stati i parchi minerali. Il commissario Quaranta ieri ha incontrato i sindacati, dai quali ha ricevuto attestazioni di fiducia per il percorso di rilancio che attende la fabbrica, e venerdì scorso aveva incontrato le associazioni delle imprese per l’indotto.

Non abbiamo nessuna intenzione di rinunciare a questo sito siderurgico, ma abbiamo l’assoluta volontà di rilanciarlo in sicurezza ambientale”. Così Adolfo Urso, parlando a lavoratori e delegati sindacali in fabbrica. “Ho visitato i capannoni, che sono i più all’avanguardia in Europa, per tutelare, come è giusto che sia, chi vive nell’azienda e chi vive ai margini dell’azienda e mi riferisco al quartiere Tamburi e ai cittadini di Taranto che devono essere in condizione di poter vivere al meglio per fare della loro città, e può diventarlo, un sito turistico importante in Puglia".   

"La sicurezza ambientale per noi è fondamentale e con essa, la sicurezza del lavoro”, ha sottolineato Urso riferendosi alle grandi coperture dei parchi minerali, che ha visitato, dove sono stoccate le materie prime per la produzione, oggi però ridotte al lumicino. “Metteremo in condizioni il commissario di avere da subito con l’amministrazione straordinaria quelle risorse finanziarie che servono alla manutenzione degli impianti che vanno fatte” ha rilevato Urso sottolineando che col recente decreto legge “è obbligatorio mantenere al lavoro i manutentori”.

“Ci sarà un tavolo che monitorerà in tempi reali, in maniera continuativa, tutta questa nuova strumentazione che é stata fatta e che proprio in queste ore sarà in Parlamento perché inizieranno le votazioni agli emendamenti”. Dice il ministro delle Imprese. Urso, nello specifico, ha parlato delle misure inserite nel dl per l’indotto, sia imprese che lavoratori.   Si tratta, ha detto Urso, di un progetto “che deve mettere in sicurezza anche le tante piccole imprese che vivono e producono intorno a quello che io spero possa tornare ad essere il più grande e comunque il più significativo sul piano della tecnologia ambientale, sito siderurgico italiano. Vogliamo fare di Taranto un esempio e un modello dell’industria sostenibile sul piano della salute dei cittadini e certamente anche sul piano ambientale” ha sostenuto Urso riferendosi alla costituzione del Tecnopolo a Taranto. Sarà “un polo tecnologico sulla transizione ambientale e Taranto sarà la sede nazionale” ha specificato Urso.

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A giorni, ha annunciato il ministro delle Imprese e del Made in Italy "completeremo la terna commissariale con le altre professionalità che servono. Il commissario Quaranta è stato accolto con un consenso unanime. É l’uomo che meglio conosce la vita, la storia, le fortune e anche i drammi di questo sito siderurgico e il suo impatto sulla città". Urso ha sottolineato: "Credo che questo dimostri come il Governo intenda scommettere sulle forze migliori. Tutti insieme questa sfida la possiamo vincere”. 

La Procura di Milano apre un fascicolo: in caso d'insolvenza, ipotesi bancarotta

La procura di Milano ha aperto un fascicolo sul caso dell'ex Ilva al centro di una battaglia tra soci che dovrà essere 'risolta' dal tribunale che si occupa delle crisi imprenditoriali e che dovrà decidere se accogliere la richiesta di insolvenza - premessa per l'amministrazione straordinaria -, oppure concedere il concordato in bianco e "misure protettive" estese a tutte le società del gruppo (Acciaierie d'Italia spa, AdI Energia srl, AdI Servizi Marittimi srl e AdI Tubiforma srl).

Laddove prevalesse la prima ipotesi, ossia venisse dichiarata l'insolvenza, si potrebbe aprire un fronte penale, ossia il fascicolo esplorativo potrebbe diventare un'inchiesta con l'ipotesi di reato di bancarotta. Il fascicolo, al momento, è un modello 45, ossia senza ipotesi di reato né indagati, ed è nelle mani dell'aggiunto Laura Pedio e del pm Pasquale Addesso.

I contrasti tra soci non sono recenti, ma hanno determinato nell'ultimo periodo un'escalation che ha visto una richiesta di composizione negoziata della crisi, superata però dall'istanza di amministrazione straordinaria e dalla nomina di un commissario. Procedura che ha portato in campo anche la procura di Milano con l'aggiunta Laura Pedio che oggi ha preso parte all'udienza sulla richiesta di concordato in bianco e si è associata alla richiesta di estendere l'amministrazione straordinaria e quindi le misure protettive all'intero gruppo, con l'obiettivo di mettere in sicurezza il patrimonio del gruppo siderurgico.

La decisione della giudice Laura De Simone, presidente della sezione Crisi d'impresa, è attesa entro la settimana e se, come possibile, verrà dichiarata l'insolvenza di Acciaierie d'Italia spa, a quel punto scatterà, un'inchiesta con l'ipotesi di reato di bancarotta con accertamenti e analisi sulla gestione negli ultimi anni del complesso industriale di Taranto.






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