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Economia
EY, Digital Talk tra istituzioni e imprese. Conte:"occorre sforzo corale”

Si è tenuto oggi l’EY Digital Talk “Italia Riparte", in occasione del quale interlocutori del mondo istituzionale, economico e imprenditoriale italiano si sono confrontati per tracciare le linee strategiche per guidare la ripartenza del Paese. 

L’incontro rappresenta il punto di partenza per le analisi che Cassa Depositi e Prestiti, EY e Luiss Business School stanno elaborando per definire azioni concrete, policy e strumenti per una ripartenza il più efficace e veloce possibile di alcuni settori strategici dell’economia italiana: turismo, automotive, infrastrutture, manifattura, sanità e Made in Italy.

Oltre a Giuseppe CONTE, Presidente del Consiglio dei Ministri, e Roberto GUALTIERI, Ministro dell’Economia e delle Finanze, sono intervenuti Massimo ANTONELLI (EY), Sonia BONFIGLIOLI (Gruppo Bonfiglioli Riduttori), Massimo D’ALEMA (Fondazione Italianieuropei), Donato IACOVONE (Webuild), Giuseppe LAVAZZA (Lavazza Group), Mariana MAZZUCATO (University College London), Carlo MESSINA (Intesa Sanpaolo), Fabrizio PALERMO (Cassa Depositi e Prestiti), Francesco STARACE (Enel), Antonio TAJANI (Forza Italia), Nicola ZINGARETTI (Regione Lazio).

La rotta per la ripartenza, Antonelli: “Nuova collaborazione tra pubblico e privato e investimenti in infrastrutture”. Conte: “PIL tornerà ai livelli del 2000. Occorre sforzo corale”.

“Il nostro obiettivo è riunire allo stesso tavolo gli attori chiave del Paese e mettere a fattor comune capacità di analisi e operative, per trovare insieme strategie e soluzioni nuove e utili a incrementare efficienza, produttività e resilienza delle aziende italiane e a costruire il futuro del Paese” - commenta Massimo Antonelli, CEO di EY in Italia e MED Regional Managing Partner.

Antonelli sceglie come metafora introduttiva per designare la ripartenza del nostro Paese quella di un cargo che riparte dalla tempesta. Ma quale la spinta appropriata per ripartire dopo un’emergenza economica che ha impattato in modo massiccio sul PIL, con una caduta superiore al 9%?

“Quale sia il porto sicuro e la rotta da seguire non è ancora chiaro” sottolinea il CEO, che ha però chiarito da dove partire: da un nuovo rapporto tra pubblico e privato, tra istituzioni e imprese.

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è infatti intervenuto per sottolineare: “Questo seminario rappresenta un laboratorio d’idee che può essere prezioso in vista della sfida più ardua che attende la politica, abbiamo infatti la necessità di progettare la rinascita economica e sociale del nostro paese.  La convivenza con le restrizioni ha modificato anche radicalmente alcune nostre abitudini di vivere e di intendere la vita sociale. Non può esaurirsi tutto a un ritorno della normalità: abbiamo il dovere di uno sforzo corale e dobbiamo basare la ripartenza sulla coesione sociale, sulla sanità, sul welfare, sulla connettività digitale e sulle infrastrutture. Occorre sostenere le filiere produttive, le catene di lavoro. Favorire l’innovazione con incentivi fiscali. Inoltre ci siamo resi conto che sia necessaria una drastica riduzione della burocrazia, una riforma della PA e la riconversione ecologico della nostra economia attraverso un green deal europeo”.

Il CEO di EY commenta: “la lista di interventi non si può realizzare senza che lo Stato abbia un ruolo attivo nelle linee strategiche. Fondamentale sarà il nuovo rapporto tra pubblico e privato, istituzione e imprese”

 “Quello che abbiamo cercato di fare è ascoltare gli imprenditori. Non si può avere un intervento efficace sul PIL se non agiamo sulle infrastrutture. Il sostegno al reddito ci vuole ma dobbiamo sicuramente investire in infrastrutture che hanno un vantaggio: hanno effetto immediato sull’occupazione. Oggi parlare di investimenti è difficile con questi livelli di burocrazia”.

Sul nuovo ruolo di stato e imprese e della necessità centrale delle infrastrutture hanno anche discusso Carlo MESSINA, CEO di Intesa Sanpaolo, Fabrizio PALERMO, CEO di Cassa Depositi e Prestiti e Francesco STARACE, CEO di Enel in occasione del panel "La risposta italiana alla crisi", moderato da Lucia ANNUNZIATA

Francesco Starace ha dichiarato: "Enel proseguira' quello che stava facendo e aveva senso fare: continuare a lavorare per ammodernare le infrastrutture dell'Italia. La differenza che fa la pandemia e' solo nei tempi e le modalita': c'e' una accelerazione negli investimenti perché' c’è bisogno ed è una leva potente per il rilancio dell'economia. I nostri investimenti sono in tutto quello che è infrastruttura di rete, la transizione energetica e tutto quello che il nuovo fronte è lanciato con la buona idea dell'ecobonus, che e' l'efficientamento energetico del patrimonio immobiliare". In termini di ricaduta abbiamo stimato che "si potrebbe accelerare un investimento di circa 40 miliardi da adesso al 2023 su vari fronti tra cui l'efficientamento energetico e noi potremmo farci carico di circa metà e lo Stato potrebbe aver un gettito fiscale di circa 15 miliardi e occupazione di circa 300 mila persone. È una leva moto importante, se vogliamo far ripartire l'economia e' giusto cogliere questa opportunita' gia' necessaria".

Sulla banda larga e su Open Fiber di cui Enel è azionista con Cdp al 50% e quindi sull’ ipotesi di una rete unica con Tim l’AD di Enel: “L'importante è continuare a cablare e fare presto. sono tante le reti in Italia non c'è solo Open Fiber, c'è Fastweb, c'è Tim. Intanto che si discute l'importante è che si continui a cablare. Sono asettico su questo tema. Bisogna continuare a cablare e fare presto. L'importante è che sia una infrastruttura terza, indipendente, di Stato perché no, ma non verticalmente integrata con chi opera nei servizi e contenuti della telefonia”.

Carlo Messina è intervenuto per sottolineare: “Gli interventi da parte dello Stato in particolare sulle infrastrutture, sono necessarie.   Assolutamente positivo che ci possa essere l’intervento dello Stato per uscire dalla fase negativa del PIL. Non vedo alternative.”

Sulla responsabilità sociale delle banche: “L’architettura finanziaria del paese è intimamente connessa a Intesa Sanpaolo, che è la banca dell’economia reale e del sociale. In questa Fase 2 l’emergenza più stringente è proprio quella sociale.  Sosteniamo il tessuto sociale con finanziamenti d’impatto per uscire dalla fase più difficile della crisi”.

Sul finanziamento di Intesa Sanpaolo ad Fca con garanzia Sace Messina ha invece sottolineato: “Mi faccio il vanto di considerare Intesa Sanpaolo la bandiera dell'Italia all'estero nel settore finanziario. C'è stata una grande attenzione mediatica su questo finanziamento. quando si è in difficoltò si può chiedere di erogare credito a tante aziende o sostenere l’azienda capofiliera, come FCA, e sostenere quindi tutta la filiera”

"Noi abbiamo assunto la delibera che deve essere completata da Sace e abbiamo deciso di costruire una struttura che avesse dei vincoli di destinazione per pagare stipendi e il pagamento dei fornitori con 400mila occupati. Si tratta di un settore che rappresenta il 6% del Pil e che versa allo Stato 70 mld tra imposte dirette e indirette. Stiamo sostenendo una parte del Pil e della filiera. Questa destinazione di fondi viene garantita attraverso l'apertura di conti correnti presso di noi con precise destinazioni".

Fabrizio Palermo ha detto: "Quella di CDP e' la storia di un investitore paziente, che sostiene le imprese: tante si sono avvicinate a noi e ne siamo diventati azionisti, con una logica sempre di grande rispetto dell'azienda e di autonomia. Siamo azionisti di aziende quotate e credo che tutte queste abbiano beneficiato della nostra presenza in termini di sostegno".

Nella ripresa "la nuova frontiera è la sostenibilità" e "l'Italia può essere protagonista di una nuova fase di crescita" sostiene altresì Fabrizio Palermo, che sottolinea: “Oggi il Paese ha l’opportunità di indirizzare forti investimenti nello sviluppo infrastrutturale del territorio e nella riconversione progressiva del tessuto produttivo italiano, ponendo al centro la sostenibilità- In CDP lavoriamo ogni giorno con impegno proprio in questa direzione, con la consapevolezza che la grande capacità di innovazione dell'Italia possa generare una nuova fase di crescita".

CDP, inoltre, "ha fatto anche un importante intervento a sostegno degli enti locali, perche' a questo punto occorre ripensare progressivamente alla scuola, di ripensare alle infrastrutture, ai trasporti, di ripensare all'energia”

 

 

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