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Economia
EY Energy Forum 2019, come affrontare il mutamento del paradigma energetico

Inizia oggi presso il Palazzo Varignana di Castel San Pietro l'EY Energy Forum 2019, la due giorni dedicata all'energia: un momento di confronto tra i maggiori player che operano nelle Utilities e nell’Oil & Gas.

Cambia l’energia, cambiamo noi. Quello che scegliamo oggi avrà un grande impatto sul mondo di domani: la transizione energetica è stata definita a ragione la vera sfida della nostra epoca che, al pari di altre rivoluzioni, cambierà radicalmente il nostro immediato futuro.  Non si tratta solo del passaggio dall’utilizzo di fonti energetiche non rinnovabili a fonti rinnovabili, ma di un vero e proprio processo evolutivo che coinvolge l’intero “sistema”: un cambiamento delle fonti, dei sistemi di generazione, di stoccaggio, di trasporto dell’energia e del suo uso finale, rispondendo alla profonda e inarrestabile evoluzione dei bisogni umani e del modo di soddisfarli. Un tale cambio di paradigma non può che attrare tematiche eterogenee e contingenti quali il cambiamento climatico, l’energia circolare, l’efficienza energetica, la decarbonizzazione, la mobilità sostenibile, le tecnologie digitali e i nuovi modelli di business, nonché le competenze e i nuovi ruoli che saranno richiesti per affrontare al meglio un tale cambiamento. Se n’è parlato in occasione del' EY Energy Forum, dove i principali player si sono riuniti per fare il punto della situazione e interrogarsi sui temi portanti.  Il panorama all’interno del quale operano gli stakeholders  sta cambiando velocemente, dal punto di vista geopolitico, normativo e di business e nel “convegno si parlerà di infrastrutture, si parlerà di reti ma soprattutto si parlerà dei trend del settore” ha sottolineato ad Affaritaliani.it  Paola Testa, Med Energy Leader di EY: ”Si farà anche un focus sulla digital transformation, sull’ intelligenza artificiale e sul tema delle competenze, perché bisogna capire come evolvere il management in tal senso”

Testa, EY:"EY Energy Forum 2019, le tematiche affrontate"

Innovazione e sostenibilità sono le chiavi sulle quali basare la svolta, entro la quale la domanda più rilevante non sembra ormai essere “quando” compiremo il processo di transizione, ma piuttosto “come “la compiremo.

Cambiamento climatico e sostenibilità

Il cambiamento climatico è un fenomeno ormai diffuso e sempre più presente ai nostri occhi di abitanti del pianeta Terra, pur restando ancora un argomento di forte dibattito nell’opinione pubblica: un tema che divide, nonostante la sua imminenza. Così, anche se aumentano gli scioperi per il clima, non vi è ancora un’azione collettiva e anche se l’elettrificazione è ormai acclarata come la vera strada per contrastare il surriscaldamento globale, occorre ancora accelerare il passo.  57 sono i Paesi che hanno ad oggi un piano per la decarbonizzazione del proprio settore elettrico, ma solo la Gran Bretagna ha dichiarato l’emergenza nazionale.Ma cosa stiamo facendo per contrastare il cambiamento climatico? Il punto della situazione è stato fornito da Francesco Gattei , Executive Vice President Investor Relations di Eni, che ha messo in evidenza le complessità della transizione energetica: “Se ci spostiamo lungo la scala umana troviamo quattro macro economie e non tutte sono entrate nel mondo energetico. La transizione energetica difficilmente sarà omogenea, rapida e l’uso finale non può essere interamente elettrificato. Il mix energetico deve essere denso, pulito continuo ed economico e le società di energia dovranno ampliare il loro portafoglio di opzioni, sia sulle rinnovabili che sulle fonti fossili”. In un’era in cui l’energia è più sostenibile, digitale, diffusa e condivisa è richiesta una politica industriale basata sulla sostenibilità, ridisegnata in chiave strategica grazie all’innovazione.

Nel panel dedicato a cambiamento climatico e sostenibilità si discute intorno al concetto di integrazione della sostenibilità del business, ovvero di ripensare la strategia e l’operatività delle aziende al fine di cogliere i cambiamenti che vengono dal mondo esterno, dalla società e dal contesto che ci circonda.  Il cambiamento climatico infatti non coinvolge solo le azioni di “mitigazione”, per ridurre le emissioni in atmosfera, ma anche quelle di “adattamento” al fenomeno come il progettare argini, invasi e impianti per fronteggiare la scarsità idrica, ristrutturare le infrastrutture nelle zone a rischio, ideare coltivazioni diversificate e flessibili ecc. con il fine di affrontare le conseguenze prevenendone gli effetti. Luca Moroni, CFO di Hera, ha messo in evidenza:” Abbiamo sempre lavorato sul territorio investendo in progetti sostenibili e green. La strategia del gruppo è sempre stata sensibile alla sostenibilità, che per noi non è uno slogan ma è incorporata negli obiettivi del management. Ci siamo così affacciati in maniera pionieristica alla finanza verde. Biometano e riciclo della plastica: stiamo facendo qualcosa di molto concreto”. Ai microfoni di Affaritaliani.it Moroni ha altresì sottolineato: “Fin dalla fondazione della società sostenibilità è stata la parola chiave di sviluppo. Parallelamente abbiamo finanziato tutti i nostri progetti green, che sono la maggior parte, con linee finanziari coerenti: prima con un green bond che abbiamo fatto nel 2012, che verosimilmente faremo ancora, e poi con delle linnee finanziarie bancarie legate alla sostenibilità”

Moroni, Hera:" Sostenibilità, per noi da sempre chiave di sviluppo"

Angelica Orlando, Direttore Affari Legali, Regolatori e Istituzionali di Sorgenia ha messo in luce: “La sostenibilità è il senso della nostra presenza sul mercato, parte integrante del business. Solo in questo modo si può essere credibili: partendo dalla cultura della sostenibilità”, aggiungendo ad Affaritaliani.it: ”La sostenibilità è un valore che va perseguito pensando ai nostri figli. Dobbiamo diffondere questa cultura attraverso i nostri comportamenti che diventano un esempio: se io come azienda concepisco la sostenibilità come valore intrinseco divento credibile e creo un esempio per chi mi sceglie e per chi intorno a me vive e cresce. Avere un comportamento sostenibile vuol dire pensare continuamente a chi viene dopo di noi, compiere delle scelte per soddisfare i nostri bisogni e creare valore economico ma non facendo terra bruciata intorno a noi, pensando a chi dopo di noi su quel mondo dovrà soddisfare gli stessi bisogni”.

Orlando, Sorgenia:"Sostenibilità é pensare continuamente a chi verrà dopo di noi"

 Decarbonizzazione, quali le sfide?

La grande sfida lanciata dall’Europa è ormai chiara e il quadro per il clima e l’energia 2030 fissa tre obiettivi principali da conseguire entro l'anno indicato: una riduzione almeno del 40% delle emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai livelli del 1990), una quota almeno del 27% di energia rinnovabile e un miglioramento almeno del 27% dell'efficienza energetica. Ma questo cosa comporta? E quali sono le “vere sfide” implicate secondo gli esperti del settore? 

In occasione del panel dedicato a questo tema cruciale, Il Presidente di Snam Luca Dal Fabbro individua il gas come “lo strumento per la decarbonizzazione” per eccellenza, “non c’è infatti un altro modo per convertire una centrale a carbone, e l’impatto economico e di inquinanti è senz’altro molto più ridotto rispetto ad altri fonti”. Un altro ruolo chiave potrà essere giocato dall’idrogeno, che tra l’altro ha proprio il grande vantaggio di poter essere combinato con il gas: “Un giorno la rete idrogeno e il gas saranno usati insieme “anticipa il Presidente.L’idrogeno è infatti un prodotto con zero carbon footprint e può aiutare a decarbonizzare l’economia, può essere usato per trasportare energia e può essere gestito alla stessa maniera del gas, implicando limitati investimenti e razionalizzando le infrastrutture esistenti. A questo proposito Dal Fabbro ha spiegato ad Affaritaliani.it:” Crediamo che l’idrogeno possa essere un vettore energetico chiave. Stiamo facendo delle sperimentazioni che sono andate andando bene: l’idea è quella di usare sempre di più questa tecnologia per produrre energia pulita. L’idrogeno può essere prodotto dalle rinnovabili quando c’è una sovrabbondanza di energia che non viene consumata, l’idrogeno viene stoccato e utilizzato quando serve. Si tratta di una commodity energetica più sostenibile rispetto al petrolio e al carbone, quindi assolutamente da considerare in un programma di decarbonizzazione”.

Dal Fabbro, Snam:"Idrogeno, vettore energetico chiave"

Il Presidente di Snam ha poi concluso: “Il mondo si sta muovendo verso questa direzione, alla quale si aggiunge la digitalizzazione. È chiaro che lo scenario richiede competenze nuove e di advisors che siano in grado di seguire il cambiamento: queste sono sfide ma anche opportunità che Snam è pronta ad accogliere”.

“La decorbanizzazione è già in corso e ha raggiunto il suo punto di non ritorno” ha chiosato Agostino Scornajenchi, CFO di Terna ad Affaritaliani.it:” L’Italia è molto ben posizionata e abbiamo raggiunti i target posti dall’UE per il 2020. Decarbonizzare, democratizzare la generazione, avere sempre una maggiore ingresso di fonti rinnovabili sul sistema elettrico è una sfida importante, che ha delle implicazioni tecniche: bisogna investire sulle reti per rendere la crescita delle fonti rinnovabili sostenibile dal punto di vista elettrotecnico. Terna quest’anno ha presentato il piano d’investimento più alto di sempre: 6,2 miliardi sulla rete elettrica nazione, il 50% in più di quello che avevamo previsto di spendere due anni fa. Questo richiede un grandissimo sforzo organizzativo, anche perché dobbiamo far fronte a una rete che sarà sempre più distribuita e digitalizzata. Il 2018 è stato molto incoraggiante e per il 2019 siamo già a buon punto.”

Scornajenchi, Terna:"Decarbonizzazione, siamo già a un punto di non ritorno"

Digital Transformation e Transizione energetica: le sfide che ridisegneranno il nostro futuro

Sta ormai nascendo un nuovo ecosistema energetico guidato da tecnologie digitali. Si stima che, entro il 2020, l’85% di tutte le interazioni tra azienda e cliente saranno gestite da macchine, mentre entro il 2022 l’80% dei ricavi delle società europee sarà generato da offerte e operation digitali. Nel mondo delle utilities, in particolare del retail, l'interfaccia digitale è una leva competitiva fondamentale per ingaggiare i clienti e migliorare la percezione del servizio offerto (customer journey), ma anche per aumentare l’efficienza operativa. A tal proposito Donato Iacovone, Amministratore Delegato di EY in Italia e Managing Partner dell’area Mediterranea, ha dichiarato: Le tecnologie digitali sono fondamentali per lo sviluppo del settore dell’energia e rappresentano un pilastro imprescindibile nella strategia degli operatori su tutta la catena del valore: dalla gestione delle reti, che può essere resa sempre più efficiente e flessibile, alla produzione distribuita dei prosumer che, attraverso la blockchain, per esempio, può entrare in un nuovo mercato distribuito dell’energia. Con il digitale il consumatore diventa produttore, avvicinando domanda e offerta e rendendo più efficiente il sistema. Inoltre, le tecnologie digitali permettono un incremento dell’efficienza operativa degli operatori con impatti positivi sui costi e rendono possibile lo sviluppo di nuove strategie di vendita basate su modelli innovativi, in grado di rivoluzionare l’attuale paradigma commerciale e creare nuove opportunità di crescita. Infatti, entro il 2022 si prevede che l’80% dei ricavi delle società europee sarà generato da offerte e operation digitali”.

Il punto della situazione è stato offerto da Luigi Lusuriello, Chief Digital Officer di Eni, che ha posto l’accento sul rapporto imprescindibile tra tecnologia e persone: “È trasformazione digitale perché tecnologia e persona devono interagire per liberare il potenziale delle soluzioni digitali, le quali “potenziano” le persone e ne cambiano il modo di lavorare e le loro performance sono strettamente correlate”. Lusuriello ha altresì aggiunto ad Affaritaliani.it: “Eni ha attivato un’agenda digitale molto ambiziosa con delle aeree di intervento molto precise: asset integrity, sicurezza delle persone, efficienza operativa e riduzione dell’impatto ambientale. È una trasformazione capace di liberare il potenziale insito nelle tecnologie digitale solo se queste si integrano con le persone. Questa è l’esperienza che stiamo facendo sul campo e confermiamo ogni giorno questo paradigma”.

Lusuriello, Eni:"Trasformazione digitale tra tecnologia e persone" 

Giuseppe Amoroso, Head of Digital Strategy&Governance di Enel , ad Affaritaliani.it ha detto: “La digitalizzazione è uno dei pillar del nostro piano di sviluppo strategico: riteniamo davvero che sia la grande occasione da non perdere per trasformare la modalità con la quale le grandi aziende come Enel operano i propri asset, con la quale interagiscono con i propri clienti e ingaggiare sempre più le persone che lavorano all’interno delle aziende facendo vivere loro questo percorso di digitalizzazione”.

Amoroso, Enel:"Digitalizzazione, uno dei nostri pillar"

 

Economia circolare

Per il mondo dell’energia, l’economia circolare rappresenta un’opportunità di sviluppo di nuove filiere, come ad esempio quella del biometano, che riveste un ruolo fondamentale per il rispetto degli obblighi sui biocombustibili avanzati, il cui utilizzo dovrà raggiungere il 2% nel 2022. Stefano Verde, strategic planning an policy making manager di Hera ad Affaritaliani.it ha sottolineato:” L’economia circolare è uno dei trend di questo momento e come tale rischia di essere percepito come una moda ed è un rischio da evitare perché è veramente una risposta concreta alle sfide del futuro. Allo stato attuale abbiamo uno stile di consumo che ogni anno utilizza il 70% in più del budget delle risorse che si rigenerano ogni anno nel pianeta, questo non è sostenibile ovviamente. L’economia circolare dovrebbe aiutarci a ridurre il sovra sfruttamento delle risorse. Servono azioni, esempi, e progettualità. Sicuramente anche un interesse da parte di altre industrie nella centralità dell’economia circolare non può che aumentare le attese e i benefici”.

Verde, Hera:"Economia Circolare, servono azioni, esempi e progettualitá"

 

Efficienza energetica

Quello dell’efficienza energetica è un mercato significativo, che vale 8 miliardi di euro, cresce al ritmo del 10% all’anno e vede nella Pubblica Amministrazione uno degli ambiti con il maggior potenziale di sviluppo: in base a uno studio EY, questo settore vale nella PA 1-2 miliardi di euro con possibilità di raddoppiare entro il 2030. 

Giacomo Chiavari, Med Power and Utilities Transaction Advisory Services Leder di EY, ha commentato ad Affaritaliani.it : “L’Efficienza energetica è un’opportunità che ha una convergenza di interessi da aziende dalle caratteristiche molto diverse. La sfida è trovare la formula giusta, perché è un mercato che sta evolvendo, che ha clienti e tipologie di servizi richiesti molto diversi tra di loro e le aziende stanno cercando di capire quale sia il modello operativo sottostante efficace e allo stesso tempo in grado di avere tutte le competenze che la clientela chiederà”.

Chiavari,EY:"Efficienza energetica, occorre trovare la giusta formula"

Eliano Russo, Head of e-industries di Enel X ha dichiarato ad Affaritaliani.it: “In ambito di efficienza energetica ci sono tante opportunità da cogliere: noi lavoriamo su venti geografie distinte e quattro continenti, la sfida è catturare il valore disponibile e che per vari motivi ancora non si è materializzato”.

Russo, Enel X:"Efficienza energetica, tante opportunità"

 Mobilità sostenibile

Paolo Meneghini, Presidente e CEO di A2A, ha dichiarato ad Affaritaliani.it: “La mobilità elettrica è per noi un punto molto importante nel nostro piano di sostenibilità e di crescita all’interno di una società che ha due energy solutions che abbiamo dedicato all’efficienza energetica, dell’energy transition e della sostenibilità. In questa società ci occupiamo di realizzare infrastrutture di ricarica a supporto della mobilità elettrica. Da pochi mesi ci stiamo anche occupando di promuovere soluzioni di ricarica dedicati ai clienti finali, industriali e residenziali con un’offerta completa a tutto tondo”.

Meneghini, A2A:"Mobilità Elettrica, al centro del nostro piano di crescita"

 

Nuove competenze

Tutti questi aspetti discussi non possono infine che influire con forza sulle persone e sulle skills ricercate.  Il 73% dei CEO riporta la mancanza di competenze anche digitali come una minaccia al loro business e l’81% sostiene che nel processo di selezione si ricerca uno spettro di competenze più ampio e variegato rispetto al passato. Così il settore Energy ricerca più che mai specialisti in digital tranformation, data analyst &scientist o ingegneri specializzati in energia rinnovabile.

Massimiliano Bianco, amministratore delegato di Iren, intervistato da Affaritaliani.it ha messo in evidenza“Il gruppo Iren ha un piano di investimenti molto significativo al 2023: tre migliaia di euro di cui diversi centinaia di milioni dedicati al progetto di trasformazione digitale. Noi crediamo fermamente che l’efficacia di questi investimenti sia direttamente correlate alla nostra capacità di intervenire sulle persone, sulle nostre competenze e sul loro coinvolgimento in questo processo, quindi su un cambiamento culturale dell’azienda. Per fare questo stiamo associando a investimenti massici interventi molteplici razionalizzati in un programma organico sulle persone: interventi che vanno dal rafforzamento delle competenze che sono già presenti in azienda ma che devono essere rafforzate e diffuse ma anche innesti di nuove competenze grazie a un importante piano di integrazione del personale e in particolare l’ingresso di tanti giovani che portano skills, ma anche entusiasmo. Da ultimo un processo culturale che sarà la vera sfida del top management di qualsiasi azienda: la velocità con cui la trasformazione digitale impatta sull’azienda può essere assorbita solo se si fa un lavoro profondo e duraturo negli anni sulla cultura aziendale che deve essere in grado di recepire e non respingere questa trasformazione”.

Bianco, Iren:"Trasformazione digitale, agire sulla cultura aziendale"

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