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Economia
Scandalo Facebook, il ceo di Cambridge Analytica: nessun trucco
Foto LaPresse


Il presidente Usa Donald Trump “ritiene che i diritti alla privacy degli americani dovrebbero essere tutelati”. Lo ha detto alla Fox il vice portavoce della Casa Bianca, Raj Shah. La Casa Bianca sostiene le indagini federali: “siamo

A metà seduta crollano a Wall Street dopo la tempesta che si sta abbattendo su Facebook (-4,55% a 164,70 dollari), i titoli 'social'. Twitter cede il 9,15% a 31,77 dollari, Snapchat arretra del 3,87% a 15,78 dollari.

lieti se il Congresso o altre agenzie vogliono esaminare il caso”, ha aggiunto.
E dopo che l’Autorità britannica per la protezione dei dati ha chiesto e ottenuto da Facebook di togliere i suoi revisori dalla sede di Cambridge Analytica, c’è attesa per l’assemblea dei dipendenti con i vertici di Facebook in programma venerdì. Mark Zuckerberg, secondo l’Ansa, potrebbe non presentarsi, mentre ci sarebbero i legali della società per rispondere alle domande sulla vendita dei dati di 50 milioni di utenti a Cambridge Analytica. Oggi in collegamento streaming col quartier generale di Menlo Park il primo incontro con lo staff, presieduto dal vicedirettore generale Paul Grewal. Si tratta della prima volta che i dipendenti possono chiedere spiegazioni sulla vicenda ai loro dirigenti.
Intanto è arrivata la critica di Sandy Parakilas, ex manager di Facebook dal 2011 al 2012 massimo responsabile per le indagini sulle violazioni dei dati. Parakilas accusa i vertici del social di “gestione lassista” per quanto riguarda i dati e i rapporti con i programmatori. E’ quello che sarebbe successo, secondo l’ex manager, con la società Global Science Research, che attraverso un’app ha potuto raccogliere oltre 50 milioni di informazioni private e venderle alla Cambridge Analytica.
“Zero, non c’era assolutamente nessun controllo sui programmatori esterni”, racconta al Guardian Parakilas. “Una volta che i dati lasciavano i server di Facebook non c’era alcun tipo di controllo – insiste – e nessun tipo di conoscenza su che fine facessero”.

Facebook, Agcom chiede informazioni sullʼimpiego dei dati

Anche dall'Italia arrivano richieste di chiarimento in seguito allo scandalo dei Cambridge Analytica: per l'Autorita' per le Garanzie nelle Comunicazioni, "tali tecniche di profilazione degli utenti e di comunicazione elettorale selettiva sembrerebbero essere state utilizzate nel 2012 anche su commissione di soggetti politici operanti in Italia". Per questo motivo, l'Agcom ha inviato a Facebook una specifica richiesta di informazioni circa l'impiego di data analytics per finalita' di comunicazione politica da parte di soggetti terz In particolare, spiega un comunicato dell'Agcom, dal comunicato del 19 marzo pubblicato da Facebook, e' emerso che la societa' mette a disposizione degli utenti applicazioni sviluppate da soggetti diversi dalla piattaforma. Queste app permettono la raccolta di dati degli utenti tali da consentire la realizzazione di campagne mirate di comunicazione pubblicitaria a carattere politico-elettorale, in grado cioe' di raggiungere audience profilate in base alle caratteristiche psico-sociali e di orientamento politico. Tali tecniche di profilazione degli utenti e di comunicazione elettorale "selettiva", peraltro, sembrerebbero essere state utilizzate nel 2012 anche su commissione di soggetti politici operanti in Italia. Nell'ambito del Tavolo tecnico istituito dall'Autorita', e' stato sviluppato un filone specifico di attivita' riguardante il monitoraggio sulla parita' di accesso all'informazione e la comunicazione politica per le elezioni del 4 marzo (per cui l'Autorita' ha adottato specifiche linee guida) e l'istituzione di gruppi di lavoro sulla tematica dell'utilizzo di dati e informazioni per finalita' di comunicazione politica. Con una precedente comunicazione, sono state gia' richieste informazioni circa l'acquisizione di dati relativi a servizi e strumenti messi a disposizione da Facebook, sia per gli utenti sia per i soggetti politici, durante la campagna elettorale italiana per le scorse elezioni politiche 2018. Questa seconda richiesta si inserisce pertanto in continuita' con le iniziative intraprese.

Il ceo di Cambridge Analytica si difende: da parte nostra nessun trucco

“Le apparenze possono ingannare”. Con questa risposta Alexander Nix, ceo di Cambridge Analytica, ha replicato alle accuse secondo le quali, nell’ambito del datagate che fa tremare Facebook, la società di consulenza anglo-americana avrebbe favorito i propri clienti e sfavorito i loro avversari nelle campagne elettorali gestite in giro per il mondo.

Replicando ai video carpiti da Channel 4 che sembrerebbero incastrarlo con altri manager, Nix ha preso le distanze da ogni sorta di “trucchi sporchi” e il profilo twitter di Cambridge Analytica ha cominciato a twittare contro le illazioni e le “bufale” di tutta questa vicenda.

Nix, riferisce l’Ansa, intercettato dai giornalisti all’uscita del suo ufficio di New Oxford Street, parla di filmati tagliati e montati ad arte, mentre nega di aver mentito al parlamento britannico o alle autorità americane sull’utilizzo dei dati di 50 milioni di utenti Facebook ottenuti dalla sua azienda. La base londinese di Cambridge Analytica, che ha sedi anche a Washington e New York, resta intanto in attesa di una possibile perquisizione chiesta da Elizabeth Denham, capo dell’authority britannica per la protezione dei dati personali.

Nix, in una precedente intervista alla Bbc, si è detto convinto che dietro i filmati di Channel 4 vi sia “l’intenzione deliberata di imbarazzarci”. “Secondo noi – ha aggiunto – si tratta di una attacco coordinato di vari media in atto da molti, molti mesi allo scopo di danneggiare un’azienda che ha avuto un qualche coinvolgimento nell’elezione di Donald Trump”.

“Ci dispiace enormemente – ha proseguito l’amministratore delegato – che negli incontri filmati abbiamo usato una certa dose d’iperbole sulle cose che facciamo… Mentre come chief executive mi assumo la responsabilità per l’aria di mistero e di negatività che, in modo infondato, circonda l’attività di Cambridge Analytica”.

La società di consulenza finita nella bufera ha una doppia anima, ricorda l’Ansa: britannica per il quartier generale legale, americana come principale area d’influenza e d’azione. Creata e foraggiata dal finanziere statunitense Robert Mercer, noto per i suoi legami con Steve Bannon, è stata accreditata di un ruolo in varie campagne elettorali negli ultimi anni, oltre che in quella referendaria per la Brexit.

Cambridge Analytica, che tra i suoi clienti conta anche un editore globale di periodici e un autorevole quotidiano è stata attiva in vari Paesi, ma soprattutto negli Usa, dove ha lavorato fra gli altri a sostegno delle ambizioni politiche del falco ‘neoconservatore’ John Bolton, poi nelle campagne presidenziali dei repubblicani Ted Cruz e Ben Carter, prima di passare a svolgere compiti di consulenza per lo staff di Trump.
Intanto, il parlamento britannico convoca Zuckerberg. La Commissione parlamentare britannica sulla Cultura, i Media e il Digitale ha chiesto a Mark Zuckerberg di comparire per un’audizione sullo scandalo relativo all’abuso dei dati di milioni di utenti che coinvolge Facebook e la società di consulenza politica Cambridge Analytica. Lo ha reso noto il presidente della commissione, Damian Collins, citando una sua lettera al patron del colosso Usa del web in cui si accusa il management dell’azienda di aver “ingannato” l’organismo in precedenti audizioni.
Indagine anche da parte delle autorità Usa su uso dati personali. La Federal Trade Commission, l’antitrust americana, avrebbe avviato un’indagine su Facebook sull’uso dei dati personali. L’indagine – riportano i media americani citando alcune fonti – riguarda i profili sui quali Cambridge Analytica e’ riuscita a mettere le mani e sulla possibilità che Facebook abbia in qualche modo favorito Cambridge nel ricevere i dati.
Anche il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani, in un tweet ha “invitato Mark Zuckerberg al Parlamento europeo. Facebook chiarisca davanti ai rappresentanti di 500 milioni di europei che i dati personali non vengono utilizzati per manipolare la democrazia”.

Anche un editore globale di periodici e un autorevole quotidiano tra i clienti di Cambridge Analytica

Ci sono anche un editore internazionale di testate periodiche e un autorevole quotidiano in lingua inglese tra i clienti di Cambridge Analytica, la società dati britannica al centro del datagate che fa tremare Facebook. L’editore, rende noto la company sul sito, ha commissionato un progetto per profilare gli abbonati e stabilire l’audience di riferimento negli Stati Uniti. Progetto simile per il quotidiano.

Ciò che è emerso dallo studio relativamente all’editore dei periodici è che dei 450mila abbonati solo 85mila presentavano le caratteristiche del mercato di riferimento. La cartina mostra le località dove Cambridge Analytica ha individuato le più interessanti opportunità commerciali per l’editore cliente.

fonte www.primaonline.it

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Facebook, Zuckerberg convocato da Ue e Uk

Mark Zuckerberg e' stato convocato a Londra dalla commissione della Camera dei Comuni britannica per il Digitale per chiarire il caso dei dati personali incamerati da Cambridge Analytica. E in Usa l'Agenzia di tutela dei consumatori apre un'inchiesta. Il social network e' sempre piu' nella bufera, e va a picco in Borsa: dopo aver perso quasi il 7% ieri, il titolo Facebook a Wall Street cede un altro 5,08%. 'Zuck', nell'abbreviazione del 'Guardian', dovra' dare una risposta al Parlamento britannico entro il 26 marzo. Damian Collins, il presidente della Commissione, vuole che spieghi "come le aziende acquisiscono i dati" e se lo fanno senza il consenso di Facebook. L'Autorita' britannica per la protezione dei dati ha intanto ottenuto l'allontanamento dei revisori di Facebook dalla sede di Cambridge Analytica, perche' potrebbero danneggiare l'"integrita'" della perquisizione disposta dalla stessa Authority. Mentre il Garante Ue della privacy, Giovanni Buttarelli, segnala che e' "stata minata la democrazia" e lancia l'allarme sul rischio di interferenze nelle elezioni europee del 2019, il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani invita Zuckerberg a presentarsi in aula perche' "chiarisca alla platea dei rappresentanti di 500 milioni di europei che i dati personali non sono stati utilizzati per manipolare la democrazia". A Washington, la Federal Trade Commission, l'agenzia governativa per la tutela dei consumatori, ha aperto un'indagine per verificare se Facebook abbia permesso alla Cambridge Analytica di ricevere alcuni dati degli utenti in violazione delle sue politiche.

E la Casa Bianca si e' affrettata a far sapere che Trump appoggia questa indagine: il presidente "ritiene che il diritti alla privacy degli americani dovrebbero essere tutelati", ha detto il vice portavoce della Casa Bianca, Raj Shah."Siamo lieti se il Congresso o altre agenzie vogliono esaminare il caso", ha aggiunto. Lo stesso social network ha avviato indagini, affidate alla societa' Stroz Friedberg per verificare se la Cambridge Analytica abbia effettivamente cancellato i dati carpiti. Il capo della sicurezza di Facebook, Alex Stamos, e' dato in uscita, anche se su Twitter nega e spiega: "E' vero che il mio ruolo e' cambiato. Sto attualmente passando piu' tempo a valutare i rischi di sicurezza emergenti e a lavorare sulla sicurezza nelle elezioni". Nella tempesta, Zuckerberg finora tace, ignorando tanto la campagna virala on line #DeleteFacebook, ovvero 'cancella Facebook', quanto il crollo in Borsa. Ieri Facebook ha bruciato 5 miliardi di dollari di capitalizzazione, ma per Zuckerberg il danno personale e' contenuto, visto che mesi fa ha venduto 5 milioni di azioni della societa' e ha cosi' risparmiato 855 milioni di dollari.

Cresce il pressing delle autorità giudiziarie statunitensi, britanniche ed europee nei confronti di Zuckerberg, perchè il miliardario faccia chiarezza sull’attività della sua azienda, nell’ambito delle indagini in corso. 

infografica come sono arrivati 50 milioni profili facebook
 

Autorizzate nel Regno Unito perquisizioni sulle attività di Cambridge Analytica, la commissione Cultura della Camera dei Comuni britannica ha convocato Zuckerberg per riferire sulla vicenda delle decine di profili utilizzati dalla società di consulenza Cambridge Analytica a scopi elettorali. Zuckerberg dovrà comparire davanti al Parlamento per spiegare il "catastrofico fallimento" del social network riguardo alla sicurezza dei dati personali dei suoi utenti, si legge nella lettera inviatagli dal presidente della commissione, il parlamentare conservatore Damian Collins

"Stiamo cercando di capire se Facebook ha protetto e salvaguardato le informazioni personali sulla piattaforma. Se e come hanno gestito la situazione, una volta scoperta, tutelando o meno le persone coinvolte”, ha detto alla BBC Radio la commissaria  per la protezione dei dati inglese Elizabeth Denham.  Negli Stati Uniti i membri del Congresso di entrambi i partiti hanno chiesto ai leader dei big del digitale, compreso Zuckerberg, di rispondere in aula per spiegare come proteggono i dati che condividono con terze parti, per quanto riguarda la pubblicità e altre iniziative targhettizzate e, secondo le indiscrezioni, la Federal Trade Commission, l'antitrust americana, avrebbe appena avviato un'indagine su Facebook sull'uso dei dati personali. L'indagine - riportano i media americani citando alcune fonti - riguarda i profili sui quali Cambridge Analytica è riuscita a mettere le mani e sulla possibilità che Facebook abbia in qualche modo favorito Cambridge nel ricevere i dati.

Anche l'Unione europea fa sentire la propria voce verso quello che potrebbe essere lo "lo scandalo del secolo". Secondo  il Garante Ue per la privacy, Giovanni Buttarelli, infatti il caso dei dati Facebook sfruttati da Cambridge Analytica "è solo la punta dell'iceberg" e la soluzione al problema dello sfruttamento dei big data "è globale ed è legata al modo in cui funziona l'ecosistema digitale". Il garante Ue ha rilevato che task force "che includono forze di polizia" sono state introdotte in diversi Stati europei, inclusa l'Italia, ma "non sono certo che questa soluzione colpisca il vero problema, che è legato all'uso massiccio e inesplorato dei dati".

Intanto, Alex Stamos ha smentito i rumors della stampa americana che ieri hanno annunciato le sue dimissioni e il suo addio a Facebook entro agosto. Il responsabile della sicurezza delle informazioni di Facebook ha scritto su Twitter che "nonostante i rumor, continuo a essere completamente impegnato nel mio lavoro a Facebook. E' vero che il mio lavoro e' cambiato. Passo più tempo ad analizzare i nuovi rischi sulla sicurezza e a lavorare sulla sicurezza durante le elezioni".

Il New York Times in un articolo ha scritto che il manager e' stato messo in minoranza all'interno del gruppo, motivo per cui avrebbe deciso di lasciare Facebook, travolto dallo scandalo dell'uso illecito dei dati da parte di Cambridge Analytica. Secondo il New York Times i vertici di Facebook si sarebbero opposti a una proposta di maggiore trasparenza sulle azioni russe nel corso delle elezioni americane del 2016. "Per essere chiari il team che si occupa della sicurezza non e' mai stato bloccato o scoraggiato dall'indagare su qualunque attivita' russa da parte di qualunque executive", ha scritto Stamos sul suo profilo Twitter.

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